Fra le undici della notte di sabato 14 e le due di domenica mattina 15 novembre 1959, nel mondo contemporaneo conquistava ufficialmente il proprio diritto di cittadinanza criminale, di cui peraltro non si sentiva affatto la mancanza, l’omicidio multiplo: Richard Hickock e Perry Smith, due modesti cialtroni pieni di immensi traumi e sogni infantili, sulla scorta di quanto avevano sentito raccontare in carcere da un altro detenuto, Floyd Wells, sterminarono i Clutter, una ricca famiglia della piccola cittadina agricola di Holcomb, nel Kansas: lo scopo era rapinarli. In realtà, almeno a sentir Wells, lui ne aveva parlato più per celebrare le doti del padre come ottimo datore di lavoro che per indicare un obiettivo delittuoso. Ma tant’è, non si può dipingere il Paradiso all’Inferno senza attirarsi le ire dei demoni…
Hickock e Smith, fino a quel momento diavoli di piccolo cabotaggio, proclamarono le loro intenzioni ad alta voce in galera, da spacconi quali erano, e quindi, puntualmente, le trasformarono in azioni parola per parola una volta liberi: in seguito, Floyd disse a propria discolpa che non lo avrebbe mai creduto possibile perché in carcere si fanno un sacco di castelli in aria privi di un seguito reale.
Anche se di solito è vero, non fu il loro caso. Come ricompensa per tanto crimine, non trovando la cassaforte millantata dalla fonte carceraria, cassaforte che in effetti non esisteva, racimolarono in tutto fra i quaranta e i cinquanta dollari. In compenso, come avevano promesso, non lasciarono dietro di loro alcun testimone oculare: i membri della famiglia Clutter – Herbert, il padre, Bonnie, la madre, Kenyon, il figlio e Nancy, la figlia – legati con accuratezza marinaresca, vennero uccisi da fucilate a bruciapelo.
Hickock e Smith, fino a quel momento diavoli di piccolo cabotaggio, proclamarono le loro intenzioni ad alta voce in galera, da spacconi quali erano
Secondo il solito psicologismo d’accatto del poi, distruggere la famiglia.