LO SCORSO AGOSTO i democratici del Senato si stavano avvicinando a un voto cruciale, che avrebbe potuto rianimare o distruggere l’agenda del presidente Biden. Volevano approvare l’Inflation Reduction Act, un corposo disegno di legge che avrebbe finanziato investimenti radicali in energia verde e altre spese. I democratici avevano bisogno di convincere un senatore per far passare la legislazione in un Senato spaccato a metà: un loro stesso collega, Joe Manchin, Democratico del West Virginia, che voleva assicurazioni che qualsiasi nuova legge di spesa non sarebbe stata inflazionistica.
I democratici hanno chiamato l’artiglieria pesante, ma non si sono rivolti a un membro del governo, o a un lobbista di grande fama. Hanno chiamato Larry Summers, il cervellotico professore di economia di Harvard ed ex segretario del Tesoro che non ricopre un ruolo formale nel governo dal 2010. Il senatore Mark Warner ha ricordato in un articolo: “Stavo camminando per i tunnel fino all’Hart Building e dicevo a Larry, che era in qualche conferenza in Brasile in quel momento, “devi chiamare Joe Manchin, e devi farlo subito e convincerlo che va tutto bene’”. Poche settimane dopo, nel suo salotto di Brookline, Summers lo conferma: ha fatto la chiamata. Il disegno di legge è passato, ovviamente, con il voto di Manchin. Summers non entrerà nello specifico, ma dice: “Ero abbastanza coinvolto nelle ultime fasi”. Aggiunge: “Avevo la credibilità per dire con sicurezza che [questo disegno di legge] non sarebbe stato inflazionistico. Diversi senatori mi hanno incoraggiato a usare quella credibilità, e l’ho fatto”. Questa credibilità