Qualcuno si sarà stupito di come la propria “scrittura” si sia modificata nel tempo, mentre altri, potrebbero aver notato che il modo di scrivere è rimasto quasi immutato, nonostante gli anni trascorsi.
Quanti di noi, ripescando tra lontani diari di scuola, vecchi appunti o missive di una corrispondenza fatta di carta e francobolli, si sono soffermati a osservare la propria grafia che fu? Certamente qualcuno si sarà stupito di come la propria “scrittura” si sia modificata nel tempo, mentre altri potrebbero aver notato che il modo di scrivere è rimasto quasi immutato, nonostante gli anni trascorsi. Tutti, in un modo o nell’altro abbiamo sperimentato un cambiamento nell’evoluzione di una firma ad esempio, o nella grandezza delle lettere. Qualcuno, tra lettere e cartoline riconoscerà senza esitazione la grafia di un amico o di un collega, individuandone proprio i tratti distintivi. Tutti, poi, conserviamo con cura i bigliettini che ci scrivevano i nostri figli quando erano piccoli, non solo per il contenuto ma anche per quella particolare “forma” scritta, così rudimentale, così iniziale, che ci emoziona più del significato stesso delle parole.
Così come nel tempo si struttura la nostra personalità, anche il modo in cui scriviamo sembra seguire tale evoluzione. Finché avrà vita la scrittura manuale, anche la sua lettura psicologica, attraverso determinati segni indicatori, potrà essere decifrata, letta e interpretata da esperti grafologi.
Abbandoniamo per un attimo le asettiche tastiere e i freddi display dei cellulari e proviamo a scrivere con una penna un nostro pensiero su carta: forse potremmo scoprire qualcosa in più su noi stessi!
CALLIGRAFIA O SCRITTURA?
La scrittura digitale è uguale per tutti. Pensiamo, ad esempio, a quando “dettiamo” un messaggio direttamente al nostro telefono che lo scriverà per noi: per il=bello e =scrivo) è l’arte e la disciplina che insegna l’aspetto formale delle lettere dell’alfabeto, elegante e volontario. Quando ci impegniamo a “scrivere bene”, compiamo un atto volontario sul nostro segno, che vogliamo sia chiaro, leggibile, piacevole alla vista. Pensiamo ai docenti della scuola elementare che, scrivendo alla lavagna, mantengono i segni delle lettere così come da modello calligrafico insegnato. La nostra scrittura invece è automatica e spontanea, personale e unica. La “scrittura” e non la “calligrafia” è l’oggetto di indagine della grafologia.
