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Acquatici roditori

os Lianos è un’enorme pianura venezuelana, plasmata dal complesso idrografico dell’Orinoco, che va dallo stato occidentale di Apure fino a quello orientale di Monagas. Questa è una terra di paludi ma anche di foreste umide e savane che per 6 mesi all’anno viene sommersa dall’acqua. Le piogge da maggio a ottobre cadono copiose poi, a novembre, la pioggia smette, la pianura piano piano si prosciuga e la vita si concentra lungo i fiumi, i canali o sulle sponde, i pochi stagni rimasti. Quest’infinita prateria ospita un impressionante numero di animali selvatici: dai puma ai formichieri giganti, dalle scimmie urlatrici ai delfini di fiume, senza), roditori giganti che passano il loro tempo in acqua mangiucchiando germogli, erbe e piante acquatiche. Questi ratti giganti che possono arrivare a pesare fino a 80 chili, vivono immersi nell’acqua dei fiumi, dei laghi e delle paludi delle aree temperate di tutto il Sud America. Conducono una vita dove un maschio dominante comanda e difende il suo territorio. All’interno della famiglia sono accettati anche altri maschi che devono però sottomettersi al padrone di casa. Non era un caso che quella famigliola si fosse sistemata vicino alla “pazza”. Quando una femmina di coccodrillo depone le sue uova non mangia e non preda finche i suoi piccoli diventano indipendenti, inoltre la mamma difende il nido contro qualsiasi predatore per cui giaguari, altri coccodrilli, caimani o anche uomini che potrebbero infastidire il grosso topone acquatico si tenevano ben alla larga da quel tratto di fiume. Quando i missionari europei, qualche secolo fa, arrivarono da queste parti e videro i capibara non capirono che animali fossero! Avevano il pelo ma stavano sempre in acqua. Interdetti su come classificarli scrissero a Roma: “Che facciamo di questo animale qui, possiamo classificarlo come pesce?”. Che gliene importava ai missionari di classificarlo? In realtà i religiosi avevano un preciso interesse: durante la Quaresima, come sappiamo, si può mangiare pesce ma non carne! Classificare un animale strano e peloso che vive nel fiume come un pesce significava poterlo mangiare, anche nei giorni del digiuno, senza nessun problema. Alla fine la Chiesa classificò il capibara come pesce e da quel lontano 1600, prima di Pasqua, il capibara è il piatto forte del menu di quella parte del Sud America. Vicino al territorio della “pazza” la famiglia di roditori se la spassava sguazzando, stiracchiandosi al sole e mangiucchiano gigli d’acqua. La natura che mi circondava era veramente spettacolare: tra i gigli blu, oltre ai grandi roditori, centinaia di ibis scarlatti sondavano il fango con il loro becco adunco alla ricerca di vermi, insetti e chiocciole. Spatole rosa avanzavano all’unisono nell’acqua bassa cercando di catturare qualche pesciolino. I cervi dalla coda bianca brucavano l’erba sulle sponde dove i caimani si crogiolano al sole. Maschi e femmine di capibara sono praticamente identici, ma i due sessi si possono facilmente riconoscere perché le femmine sono un po’ più grandi e i maschi proprio nel centro del muso hanno una ghiandola che assomiglia a una prugna. Questa ghiandola secerne ormoni che vengono utilizzati dal maschio per marcare il territorio; sono infatti animali territoriali e ogni famiglia difende il suo pezzo di fiume o il suo stagno. Come tutti i roditori, i capibara hanno due lunghissimi denti incisivi a crescita continua che gli permettono di “rodere” vegetali anche molto duri. La cosa che mi fa molto ridere è che sulla loro schiena, insolitamente dritta, non è raro vedere uccelli appollaiati o anche scimmie che approfittano di un passaggio o di un punto elevato per guardarsi intorno. Sono i più grandi roditori del mondo, lunghi più di 1 metro, tozzi e squadrati. Presentano occhi sporgenti, orecchie piccolissime, arti corti e forti e una piccolissima coda che assomiglia a quella di un maialino. L’aspetto da cartone animato rende questi rattoni assolutamente adorabili. Sono abili nuotatori che possono rimanere in apnea fino a cinque minuti. Sfuggono ai predatori tuffandosi in acqua e nuotando velocemente, grazie alle robuste zampe palmate. Possono chiudere ermeticamente le narici che sono poste allo stesso livello delle orecchie e degli occhi. Questa caratteristica anatomica permette ai capibara di tenere sotto controllo quanto accade fuori dall’acqua e addirittura di dormire quando sono quasi completamente immersi. Durante le prime ore del giorno, quando le temperature de Los Lianos aumentano, si riposano in acqua o si rotolano nelle pozze fangose, ma all’imbrunire escono per pascolare. Ricordo che non fu difficile far abituare quella famigliola alla mia presenza. Fu sufficiente rimanere tranquillo per qualche minuto sulla sponda del canale sperando che la “pazza” non venisse a scacciarmi. C’erano almeno trenta individui intorno a me. La maggioranza erano femmine e cuccioli. Dopo una gestazione di 5 mesi le mamme partoriscono sulla terra ferma 4-6 piccoli che sono in grado di camminare subito dopo la nascita e di seguire il genitore anche in acqua. Già dopo una decina di giorni, i piccoli sono in grado di nutrirsi di vegetali ma lo svezzamento avviene al quarto mese di vita.

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