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Splendidi “lanosi” delle vette

e tornassimo indietro nel tempo di 35 mila anni ci troveremmo proprio nel mezzo di una glaciazione. In quel periodo gli oceani più bassi fecero emergere la Beringia, un ponte di terra che collegava il continente europeo a quello americano. Quel fazzoletto di terra emersa spazzato da venti artici fu attraversato da ondate di cacciatori siberiani che inseguivano mandrie di caribù e di mammut lanosi. L’uomo attraversando la Beringia aveva messo piede per la prima volta in America. In pochi millenni i cacciatori umani scendendo verso sud arrivarono fino in Cile e nel loro passaggio fecero estinguere moltissime specie di grandi mammiferi. Enormi armadilli corazzati, cammelli, bradipi, tapiri giganti, leoni, cavalli, mastodonti, mammut e castori giganti sparirono. Si estinsero ben 57 specie di mammiferi di grossa taglia molte delle quali, come avvenne successivamente in Europa e in Asia, avrebbero potuto essere addomesticate. Quasi tutti gli erbivori di grossa taglia con caratteristiche utili per) e la vigogna (). Tutt’oggi questi lanosi cammelli senza gobba vivono selvaggi, ma poco meno di 6 mila anni fa alcuni di loro furono catturati e addomesticati; gli antichi guanachi e le vigogne che iniziarono a vivere accanto all’uomo diedero origine rispettivamente ai lama () e agli alpaca (). I camelidi in generale sono animali molto resistenti che si adattano molto bene ai climi aridi e alle zone di alta montagna dove il poco ossigeno e i pendii rocciosi sono un ostacolo per tanti animali. Grazie a queste caratteristiche, soprattutto il lama, veniva e viene utilizzato sulle Ande come animale da soma per trasportare materiale nelle zone più impervie, ma forniva anche ottima lana per vestiti e tappeti, sterco con cui fertilizzare i poveri suoli di montagna e carne. Il lama è sempre stato un animale importantissimo per tutte le culture precolombiane. Il popolo Moche che viveva lungo la costa settentrionale del Perù, lo considerava un animale sacro e per questo motivo si ritrovano resti di lama nelle tombe degli imperatori e dei sacerdoti. Alcuni archeologi sostengono che il gran numero di ossa ritrovate sugli altipiani peruviani meridionali dimostra che questi animali furono il fattore più importante dell’espansione dell’Impero Inca nel continente americano. Erano animali così forti che, al tempo della conquista spagnola, il loro compito era quello di trasportare il minerale estratto dalle miniere di montagna. Si stima che ci fossero ben 300 mila animali impiegati nelle miniere d’argento di Potosí. Gli animali addetti al trasporto erano in prevalenza castroni di 3-9 anni che riuscivano a trasportare carichi di 30-40 kg per 20 km al giorno in viaggi che potevano durare più di un mese. Con l’arrivo dei conquistatori spagnoli che portarono vacche, cavalli, pecore e capre, l’allevamento del lama, e come vedremo anche dell’alpaca, subì una drastica riduzione ma questi camelidi così forti sopravvissero nelle zone più impervie degli altipiani andini. Un lama adulto può raggiungere un’altezza di quasi due metri e superare i 250 chili. Vive circa 20 anni ma alcuni possono vivere per 30 anni o più. Le orecchie sono piuttosto lunghe e leggermente ricurve. La coda è corta e il pelo è lungo, lanoso e morbido. Hanno zoccoli con la parte inferiore imbottita di un cuscinetto fibroso che permette loro di camminare bene e a lungo sui terreni rocciosi. I lama sono ruminanti ma con uno stomaco diviso in 3 camere anziché 4. Esattamente come le capre sono erbivori frugali e adattabili mangiano infatti qualsiasi sostanza vegetale: erbe dure, rovi, spine, cortecce, foglie. Le risorse vegetali più scarse di nutrienti, quelle che gli altri ruminanti scartano, riescono a soddisfare le loro necessità nutrizionali. Per questo i lama si adattano a territori estremi come quelli montani dove gli altri erbivori non riescono a vivere. Il loro intestino è estremamente lungo e complesso e questo serve a tutti i camelidi, non solo al lama, per recuperare tutta l’acqua, le vitamine e gli elettroliti che andrebbero eliminati con le feci. Questo consente loro di poter sopravvivere con molta meno acqua rispetto ad altri animali. Le femmine raggiungono maturità sessuale a un anno di età mentre i maschi raggiungono la pubertà a 3 anni. L’accoppiamento è veramente curioso perché al contrario di altri grandi erbivori come il cavallo, le pecore, le capre e i bovini che stanno in piedi durante l’atto sessuale i lama sia maschio che femmina si sdraiano per terra. Il periodo di gestazione dura un anno e il parto avviene in piedi e molto velocemente perché nel momento del parto sia mamma che figlio sono molto vulnerabili. In montagna le temperature notturne sono estremamente rigide questo è il motivo per cui la maggior parte delle nascite avviene nelle ore più calde del giorno. Quando nasce un cucciolo tutte le femmine del branco si radunano intorno al nuovo nato. Questo è un comportamento anti predatorio che serve per proteggere il capretto dai puma, dagli orsi o dalle volpi che vivono sugli altipiani, ma serve anche per tenere alla larga i maschi che spesso si comportano in modo aggressivo verso i cuccioli. Le mamme al contrario di altri erbivori non leccano i figli alla nascita perché hanno una lingua corta ma si limitano ad annusarli. Quello è un momento molto importante nella relazione perché è lì che si salda in modo indissolubile il legame tra la mamma e il figlio. Entro la prima ora dalla nascita i capretti si alzano e cercano il latte. I lama producono pochissimo latte, 60 millilitri a poppata, povero di grassi e calcio per cui il piccolo deve attaccarsi alle mammelle più volte al giorno per ricevere il nutrimento necessario. La mia unica esperienza con un lama è stata a Livigno dove con raccontammo di questa azienda agricola che ne possiede alcuni che usa per accompagnare i turisti in passeggiata. Era maschio docile e simpatico. Si fece mettere la capezza senza problemi e mi seguì tranquillo sulla neve. In generale possiamo dire che sono animali intelligenti, curiosi e docili ma se maltrattati o se non sono stati abituati a socializzare si difendono con calci, testate e… sputi. Lo sputo non ferisce, è solo un primo livello di aggressività che viene usato dai maschi per stabilire le gerarchie all’interno del gruppo e per disciplinare gli individui di rango inferiore che tentano di salire nella gerarchia. Se un lama sputa a un umano è perché non lo riconosce come individuo dominante. I combattimenti veri tra maschi sono molto violenti e non si fermano allo sputo; lo scontro avviene con spintoni, calci, testate che hanno lo scopo di far perdere l’equilibrio e chi cade ha perso. Sono perciò animali sociali che comunicano tra loro anche con i suoni. All’arrivo del predatore i richiami d’allarme sono suoni forti, acuti e modulati. I gemiti invece indicano paura o rabbia e quando vengono usati i lama, come i cavalli, piegano le orecchie all’indietro. Qualche volta canticchiano insieme e questo sembra che avvenga quando nel branco c’è armonia.

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