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Charles ZANA

Charles Zana si è interessato all’architettura e decorazione d’interni grazie all’influenza del padre, che aveva studiato disegno tecnico industriale e progettato dei ponti per il genio civile in Tunisia. Una passione che questi aveva a sua volta ereditato dal padre promotore immobiliare. Ma prima ancora che all’architettura, è all’arte che Charles Zana si interessa da molto giovane. Questo gusto gli è stato tramesso sempre dal genitore, che ama particolarmente la pittura di Georges Mathieu e di alcuni artisti degli anni ’50 come Jean-Michel Atlan, e colleziona ceramiche di Georges Jouve, Jean Lurçat o Pablo Picasso. Primaper New York; e torna a Parigi nel 1990 per fondare la sua agenzia. I suoi mentori sono Luis Barragán, il cui lavoro «si è fortemente iscritto nella cultura del suo Paese, il Messico, con l’utilizzo delle sue forme e dei suoi materiali, e mi ha aperto a una architettura molto più contemporanea», mentre Ettore Sottsass lo appassiona «per la sua malinconia, la sua ironia e la sua capacità di introdurre il divino nella sua architettura». Carlo Scarpa è «il virtuoso dell’architettura che ha immaginato le basi della scenografia contemporanea», e Louis Kahn colui che ha «recuperato dalla tradizione americana e dal movimento Arts & Crafts per realizzare edifici iconici utilizzando il legno e mattoni». Fin dall’inizio trova nel suo lavoro «l’arte di vivere alla francese con il gusto per la storia, la cultura e al tempo stesso la voglia di cambiamento e di qualcosa di decisamente più contemporaneo». Lui ha un grandissimo talento anche nel mettere in scena le opere d’arte dei suoi clienti negli interni che disegna: «se si considera che in ogni casa è la vita dei miei clienti ad essere messa in mostra, allora io lavoro come il curatore di un museo. Quello che mi piace del mio lavoro è mettere in scena le famiglie, i loro gusti, partire da quello che c’è già e integrare l’arte nelle case. Mi piace posizionare le opere in maniera intuitiva, quando si fa una mostra si è spesso obbligati a seguire un senso cronologico, io no, nelle case preferisco i dialoghi, a volte gli shock. Penso che gli oggetti si rispondano tra loro e che le opere si installino in un certo senso da sé in modo naturale. I clienti di Charles Zana sono spesso dei collezionisti e hanno in comune con lui il non volere che una casa sembri troppo evidentemente una casa arredata da un decoratore: «sono contestuale, a Saint-Tropez mi piace fare una casa piena di riferimenti alla Provenza, introdurre la terra cotta, il gesso, la calce. Se faccio una casa a New York ho voglia di lavorare con il legno dipinto. I miei clienti condividono il rispetto delle case, dei luoghi e l’assenza di decorativismo». Ogni interno disegnato da Zana racconta una storia: «mi piace dire che da vent’anni sono nella narrazione, amo l’idea di presentare progetti senza mostrare delle immagini, cosa non sempre facile». Gli chiediamo com’è il suo appartamento. «È un appartamento del 700 che è stato toccato e restaurato pochissimo, si avverte molto bene la traccia del tempo. Le proporzione del XVIII secolo sono quelle che preferisco, è tutto estremamente aristocratico, troppo alto, troppo grande ma di una bellezza incredibile, e per la decorazione ho aggiunto qualche tocco contemporaneo nei mobili. Zana ha cominciato a realizzare una propria collezione da qualche mese, «abbiamo lanciato la nostra collezione durante la FIAC lo scorso anno e quest’anno la presenteremo a Paris Art Design. Abbiamo sempre disegnato dei mobili per i nostri progetti, nella tradizione francese dell’arte decorativa, la haute couture della decorazione d’interni. Ma quando abbiamo iniziato a ricevere domande anche da persone che non desideravano rinnovare la propria casa abbiamo deciso di lanciare la linea. Alcuni vogliono un canapè per sedersi e discutere, altri una tavola da pranzo per soli due piatti, proprio come un couturier noi proponiamo il su misura». Charles ha lavorato per vari hotel come il Lou Pinet à Saint-Tropez e il Kimpton à Parigi, su appartamenti haussmaniani e palazzi veneziani, su boutique come quella di Goyard a Monte-Carlo, saloni di coiffure come quelli di David Mallett a New York e di ristoranti come il Café Artcurial a Parigi. Ora sta lavorando su un ristorante/atelier/boutique per il pasticcere Yann Couvreur a Miami che dovrebbe venire inaugurato in occasione di Art Basel Miami. Quando non è impegnato in qualche cantiere percorre le gallerie d’arte alla ricerca di perle rare come il francese Adel Abdessemed, l’artista sud africana Marlene Dumas, che ha scoperto alla biennale di Venezia e che secondo lui è la più grande artista contemporanea, e la pittrice franco-israeliana Nathanaëlle Herbelin. Quando contempla un’opera Zana ha bisogno di «sentire un progetto, una motivazione. Non amo l’arte puramente decorativa».

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