Ha l’esperienza di un designer navigato e l’entusiasmo di un ragazzino curioso. Marco Tomasetta è il direttore artistico di Montblanc, il primo nella storia della maison di Amburgo. Al di là della progettazione pura, vuole ridefinire la ritualità che ruota attorno agli strumenti di scrittura, per tracciare un nuovo identikit del maschile. Al suocontemporanei. Dandy è un concetto dai confini labili, un modo di vivere, essere e apparire che presta la massima attenzione a tutto ciò che rende unici, distinti dall’ovvio, dal quotidiano. La definizione è degli inizi dell’Ottocento quando tra Francia e Inghilterra i gentiluomini più raffinati si votavano a un’ideale di eleganza assoluta. E da quel momento, in ogni epoca c’è stato chi ne ha rielaborato i principi, adattandoli allo spirito del tempo. «Chi oggi utilizza una delle nostre penne è di per sé un dandy», spiega Tomasetta. «Mi è bastato passare un po’ di tempo con i nostri clienti per rendermene conto. Si circondano di oggetti in cui possono identificarsi perché hanno in comune la stessa vocazione all’eccezionalità. La penna, l’orologio, l’occhiale, il profumo, la cintura, la pochette sono tutti elementi distintivi e in Montblanc sono oggi elevati all’ennesima potenza del lusso. I nostri clienti sono, sì, dei dandy che vivono al di fuori dell’ordinarietà, ma sono in tutto e per tutto calati nella realtà». In questo senso, il testimonial della campagna di stagione, l’attore irlandese Cillian Murphy, amatissimo per la serie “Peaky Blinders”, incarna al meglio il senso di essere “On the move”, vivere il mondo in continuo movimento. «Rispetto al passato, il dandy di Montblanc ha magari un approccio più soft, abbandona la cravatta, racchiude nel suo armadio degli ensemble più destrutturati. Identico però è il desiderio di lasciare un segno, attraverso la scrittura. Ma anche in ogni singola scelta della sua giornata. Può indossare la nuova briefcase, che ho ammorbidito nel pellame e nelle forme. Oppure optare per un modello della linea “Extreme 3.0”, la proposta pensata per chi si sposta nel day by day e cerca un punto di incontro tra design e funzionalità. Cambiano le shapes, mentre il valore espresso resta lo stesso». Non è un caso che Tomasetta citi gli accessori come parte essenziale del nuovo corso di Montblanc: «Io sono qui per “provocare” il marchio con intelligenza, non certo per distruggere», dice. «Il mio passato come creative design director per la pelletteria in grandi case del lusso (Givenchy, Chloè, Louis Vuitton, dopo un inizio carriera da Dolce & Gabbana, Fendi, Prada e Gucci, ndr) non significa che Montblanc abbia bisogno della moda per parlare di pelletteria, anzi. Subito dopo aver creato le sue stilografiche, erano nati gli astucci in pelle per proteggerle, è dunque un legame autentico. E il mio compito è quello di farlo rifiorire». I tiralampo a forma di pennino che il designer ha introdotto nelle chiusure dei leather goods sono forse l’esempio lampante del suo approccio di valorizzazione a 360 gradi delle grandi icone del brand. «Le penne per un uomo sono come un gioiello, da indossare e da tramandare. I materiali che le compongono hanno una sensualità straordinaria e si associano ai momenti più importanti della propria vita. Era giusto celebrarle in ogni aspetto dell’universo Montblanc».
