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L’irpino forte

rimo vino a ottenere nel 1970 la DOC nell’Italia centro meridionale e prima DOCG del Sud Italia nel 1993, il Taurasi è un vino prodotto nella provincia di Avellino da uve Aglianico e prende il nome da Taurasia, cittadina strappata ai Macedoni dai Romani che qui portarono la coltivazione della dalla Grecia. Dal colore rubino intenso, tendente al granato fino ad acquistare riflessi arancioni con l’invecchiamento, si distingue per un profumo caratteristico, più o meno intenso, con sentori di viola, amarene, sottobosco e piccoli frutti; in bocca è asciutto e pieno, con un sapore armoni-co ed interrotto, purtroppo, dalla fillossera che arriva anche in questa zona ma non ferma la crescita di questo vino. Nel dopoguerra, infatti, sulla spinta della ricostruzione, riprende la produzione di vino di qualità e l’Aglianico rivive nelle sue grandi espressioni a partire proprio dal 1968, anno di riferimento per la straordinaria produzione di Taurasi per la Famiglia Mastroberardino, di Atripalda. Il 1970 dà il primo Taurasi DOC, che il Disciplinare prevede come vino di sole uve Aglianico, con piccole concessioni (15%) ai vitigni locali Piedirosso, Mantonico. Negli anni del dopo-terremoto che colpì queste zone, il vino irpino è stato premiato per la sua qualità, anche grazie alla “spinta” della DOC di altri due grandi vini campani, il Greco di Tufo ed il Fiano di Avellino, e il Taurasi, che comincia a farsi strada tra i grandi vini internazionali, ottiene nel 1993 il riconoscimento della DOCG. Oggi questo viene tutelato da un Consorzio di cui fanno parte numerosi viticoltori che hanno modernizzato con nuovi impianti il tradizionale allevamento ad “alberata taurasina” (di scuola etrusca), ricorrendo i più razionali e , abbassando la resa produttiva ma esaltando la qualità dei vini prodotti. L’Aglianico è infatti un vitigno difficile da coltivare e difficilissimo da vinificare, con tannini che richiedono tempo per essere ammorbiditi, ma che con la giusta maestria e sapienza può regalare bottiglie eccezionali. A meno di 50 Km da Napoli, l’Irpinia è una terra vocata alla produzione di vini di gran pregio grazie alla conformazione del suo territorio. Tagliata in due dai monti dell’Appennino, ha altitudini comprese tra i 300 e i 1.800 metri sul livello del mare, il che consente di avere terreni ben drenati, con una buona riserva idrica, e con delle importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. In particolare, è il versante Tirrenico quello più adatto alla viticoltura: montuoso e discontinuo, ricco di vegetazione e di acque. Inoltre, l’attività effusiva delle tre zone vulcaniche circostanti (il Vulture, il Vesuvio e i monti del casertano) hanno reso i terreni argilloso-calcarei, grazie all’accumulo nei secoli di differenti strati di cenere e lapilli ha dato vita a depositi tufacei, arricchimenti in minerali e presenza di strati del suolo più sciolti, determinando un’altra peculiarità unica per una viticoltura di qualità. Queste peculiarità del territorio determinano la presenza di diversi microclimi e, quindi, di differenti tipologie di vini. Infatti l’Irpinia oggi può vantare la presenza di ben 3 DOCG: il Taurasi, il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino. La zona di produzione della DOCG Taurasi – che comprende il territorio amministrativo dei 17 comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre Le Nocelle e Venticano della provincia di Avellino – abbraccia una serie di rilievi collinari o pedemontani che fanno parte della dorsale appenninica e accompagnano il corso del Calore, compresi tra i 400 ed i 700 metri sul livello del mare, caratterizzati sia da roccia dura e compatta sia da rocce tenere argillose e sabbiose, dove l’elevata presenza di argilla preserva i terreni dalla siccità estiva e quindi consente una più regolare maturazione delle uve e un normale livello di acidità; dall’altra parte, la ricchezza in potassio e magnesio conferisce ai vini intensità di profumi, buona struttura ed equilibrio. Inoltre, il clima di tipo continentale è caratterizzato da forti escursioni termiche (soprattutto da luglio a settembre), bassa piovosità (in particolare nel periodo estivo, che risulta molto asciutto con il 6% delle piogge annue) e da venti umidi e tiepidi. Tali condizioni sono considerate ideali per un processo di maturazione caratterizzato da gradualità ed equilibrio tra tenore zuccherino e acidità. Con la denominazione Taurasi DOCG si intendono quei vini appartenenti alla tipologia Taurasi e Taurasi riserva, infatti, più di altri prodotti simili, il Taurasi si presta meglio a lunghi invecchiamenti grazie alla sua mineralità e alcolicità, e l’invecchiamento, che pure deve essere obbligatoriamente effettuato in territorio avellinese, comporta delle novità come aromi e sapori più intensi. Il vino deve essere obbligatoriamente sottoposto a un periodo di invecchiamento non inferiore ai tre anni di cui almeno uno in botti di legno, e per la versione riserva, l’invecchiamento dura quattro anni e il periodo in botti di legno almeno un anno e mezzo. Stando al disciplinare di produzione, il Taurasi DOCG può essere ottenuto con uve provenienti da vitigni Aglianico (minimo 85%), e possono concorrere, al massimo del 15%, altri vitigni a bacca rossa e non aromatici, idonei alla coltivazione nella provincia di Avellino.

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