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Territorio

Fano è una cittadina (la terza delle Marche per densità abitativa) che può essere tranquillamente meta di passaggio – a cui comunque dedicare una sosta – per coloro che hanno deciso di intraprendere un itinerario dell’Adriatica (o dell’Appennino da Ovest ad Est), o per chi è semplicemente curioso di visitare questa perla marchigiana ricca di storia e tradizione. La città nelle cui campagne è stato selezionato il cavolo bianco tardivo è difatti composta da un centro storico dalle origini antichissime (le dominazioni della città sono palesate in diverse opere architettoniche degne di nota e di visita) e da una parte costiera vivacissima, sia d’estate che d’inverno.

La Fano romana

In antichità Fano è stata un importante centro romano all’epoca conosciuto probabilmente per via del Tempio della fortuna che era stato eretto dopo la battaglia del Metauro che, nel 207 a.C., ha visto la vittoria delle legioni romane sul generale cartaginese Asdrubale. Sotto Giulio Cesare la città è stata conquistata, insieme a Pesaro, per via della sua posizione strategica di congiunzione tra la Valle del Tevere e la Gallia Cisalpina. È stato però Cesare Ottaviano Augusto a elevarla a colonia romana con il nome di e a costruire delle mura difensive ancora oggi rimaste intatte quasi del tutto. Non a caso, l’itinerario ideale della città di Fano – dove, tra l’altro, ha vissuto anche l’architetto Vitruvio – parte proprio dal Pincio, giardino comunale che costeggia per circa mezzo chilometro le mura vitruviane, sino all’antichissima porta di accesso, la Porta Augustea, che un tempo univa la via Flaminia (che portava direttamente a Roma) al decumano massimo della città. Tra mura e porte (segnaliamo anche la Porta della Mandria che consentiva di uscire da Fano per recarsi a Pesaro) la maggior parte dei resti romani della città sono conservati sottoterra. Imponenti strutture murarie di Fano oggi visitabili sono state rinvenute sotto la Chiesa (ex convento) di S. Agostino e sotto la vicinissima Memoteca Montanari. Il percorso della “Fano sotterranea” si snoda tra cunicoli e gallerie attraverso luoghi e costruzioni che, pur conservati due metri sotto il livello del mare, in realtà portano alla luce com’era la città due secoli fa.

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