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GOING DUTCH

per il mio matrimonio, lo scorso anno, ho chiesto ad alcuni amici che si erano sposati da poco quali fossero gli oggetti essenziali da inserire nella lista di nozze. Le loro raccomandazioni sono state le più varie, dalla cristalleria per le feste ai robot aspirapolvere, ma tutti sono stati concordi su una cosa: un Dutch oven doveva assolutamente rientrare nella mia lista. Belle, colorate e da collezionare, le casseruole chiamate “pentole olandesi” o “forni olandesi” sono adorate da ogni cuoco casalingo, negli Stati Uniti e non solo. Eppure, a differenza di altri gadget da cucina di tendenza che hanno un seguito altrettanto appassionato, come l’Instant Pot multifunzione o la friggitrice ad aria, il Dutch oven non è esattamente una novità. La versione originale, dal design piuttosto semplice, risale almeno al XVII secolo, quando le pentole profonde con i bordi alti erano oggetti di casa comuni in Olanda per cuocere e arrostire. Agli inizi del Settecento, l’inglese Abraham Darby, in cerca di un modo per intaccare il monopolio olandese nel mercato del pentolame d’ottone, portò in patria la tecnica usata dalle fonderie dei Paesi Bassi e si cimentò nel realizzare una pentola in un materiale più a buon mercato. Dopo molti tentativi andati a vuoto, nel 1708 brevettò un processo che utilizzava la ghisa, e i cosiddetti “forni olandesi” – Dutch oven, appunto – prodotti con il materiale durevole e conveniente conobbero un’esplosione di popolarità. A metà del secolo, venivano inviati via nave alle colonie britanniche nelle Americhe. A distanza di secoli, il Dutch oven va ancora alla grande. Le repliche odierne della pentola, disponibili in ogni colore dell’arcobaleno e con una grande varietà di prezzo (vedi “I migliori Dutch Oven,” p. 66), restano fedeli allo storico design basic, con i bordi alti e un coperchio piuttosto pesante, che è la chiave per la sua versatilità. Le pareti e il fondo della pentola conducono il calore in maniera veloce e omogenea, rendendo facile cuocere alla perfezione il Pollo al lemongrass con il riso One-Pot (ricetta p. 72), far sobbollire in modo lento e costante piatti come il Korma di agnello (ricetta p. 71), e persino friggere. La si

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