La prima volta che ho visto Mads Mikkelsen è stato nel 2004, in “King Arthur”. Film molto atteso, per la hype attorno a regista e protagonisti, rispettivamente Antoine Fuqua, a tre anni di distanza dal poliziesco “Training Day” che era valso l’Oscar a Denzel Washington, Clive Owen, considerato il nuovo sex symbol del cinema inglese e soprattutto Keira Knightley, che dopo il primo “Pirati dei Caraibi” e con tutto il buzz attorno alla prossima uscita di “Orgoglio e pregiudizio” di Joe Wright stava per trasformarsi nell’ossessione collettiva che è stata per anni. Il film, prodotto a costi esorbitanti e assolutamente banale, oltre che a zero chimica tra i due protagonisti, aveva un unico punto a favore: la presenza, tra i cavalieri di Artù, di un attore vagamente esoticoda Rihanna nel videoclip “Bitch Better Have My Money”. E anche in questo caso Mikkelsen ha ammesso candidamente, al Jimmy Kimmel Live, di non aver mai sentito nominare la cantante prima di essere contattato dai suoi agenti. Nato nel ’65 a Copenhagen in un quartiere working class, per 10 anni ballerino contemporaneo, in curriculum anche sei mesi alla Martha Graham Dance Company a New York, debutta nel cinema nel ’96, a 31 anni, con “Pusher”, dopo aver studiato per quattro anni alla Scuola nazionale danese di teatro. Sposato da più di 20 anni, due figli, adesso vive tra Skovshoved, un ex villaggio di pescatori a nord della capitale, e Maiorca.
Mads MIKKELSEN
Nov 06, 2023
5 minuti
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