Jack O’ Connell è a Modena da agosto, per le riprese di “Ferrari” di Michael Mann, il regista di “Collateral”, starring Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari. L’attore britannico si dichiara affascinato dalla città emiliana: «Il cibo è fantastico, si respira cultura, l’architettura è bellissima, è impossibile annoiarsi». Sul film non può dire molto: «Sono un pilota del team Ferrari, Peter Collins, così fascinoso, spericolato e dotato di fair play sportivo da godere all’epoca di uno status da star del cinema. Un bel personaggio, e poi adoro quel periodo storico». Il film è ambientatocaccia del libro e Emma Corrin (la Lady Di di “The Crown”) una versione bohemienne della lady Chatterley di Lawrence. Chi l’ha visto in anteprima a Telluride parla di un’interpretazione della Corrin molto emozionale, di una storia visivamente affascinante e di scene di sesso super hot. «Sono stato molto bene sul set. E la lettura che Laure (de Clermont-Tonnerre, la regista di “Mustang”) ha dato del testo è decisamente atipica, incentrata sul punto di vista femminile» Nato nel ’90 nel Derby, figlio di un immigrato irlandese impiegato delle ferrovie morto quando Jack aveva 18 anni e di una madre inglese che oggi gli fa da manager, O’ Connell ha vissuto un’adolescenza turbolenta, tanto che se ha dovuto rinunciare a una carriera nel calcio a 16 anni per la rottura di un ginocchio, ha dovuto abbandonare la sua altra ambizione, entrare nell’esercito, perché il suo record criminale giovanile glielo impediva. A dargli una direzione, le lezioni di recitazione a scuola, che lo coinvolgono al punto di iscriversi al Television Workshop di Nottingham. È qui che il regista Shane Meadows recruta il cast di “This is England”, dove Jack, all’epoca quindicenne, interpreta uno skinhead, il primo di una serie di ruoli di ragazzi violenti, di cui lui fa trasparire con coinvolgente intensità il lato vulnerabile. Nel 2008 è uno psicopatico a capo della banda di teenagers assassini che terrorizzano Michael Fassbender e Kelly Reilly in “Eden Lake”, l’anno successivo un bad boy nella serie di culto “Skins”. La svolta arriva nel 2014, quando Angelina Jolie lo sceglie per il ruolo da protagonista in “Unbroken”. Jack interpreta Louis Zamperini, atleta che aveva gareggiato alle Olimpiadi del ’36, pilota di un bombardiere abbattuto sul Pacifico e sopravvissuto per 47 giorni su un canotto in mezzo all’oceano e per due anni e mezzo in un campo di prigionia giapponese. Per entrare nella parte O’ Connell si è sottoposto per tre mesi a una dieta da 800 calorie al giorno, e per la sua performance ha vinto il Bafta Rising Star Award. «Sarò sempre grato ad Angelina, perché è davvero raro per un attore nella mia posizione di allora poter ottenere un’audizione a quel livello». Nel 2016 è Jodie Foster a dargli un altro ruolo di respiro internazionale in “Money Monster”, dove il suo personaggio, dopo aver perso tutto in investimenti di borsa, sequestra, in diretta nel suo studio televisivo, il conduttore di un programma di divulgazione finanziaria (George Clooney). Più tardi è stato l’agente dell’FBI chiamato a indagare su Jean Seberg (la Giovanna d’Arco di Preminger e la protagonista di “Fino all’ultimo respiro” di Godard) interpretata da Kristen Stewart, più precisamente sul suo coinvolgimento nel movimento dei diritti civili nella Los Angeles fine anni ’60 in “Seberg”. Tra i suoi lavori più recenti “The North Water”, storia di sopravvivenza per la BBC, ambientata nel 1859 su una baleniera imprigionata nei ghiacchi dell’Artico. O’ Connell è il chirurgo di bordo, con un’addizione al laudano, Colin Farrell (che per entrare nella parte non si è lavato per settimane) è un cacciatore il cui gusto per il sangue non fa grandi distinzioni tra foche, balene e esseri umani. Nel descrivere O’ Connell il regista, Andrew Haigh, ha detto: «Con ogni attore devi cercare di capire cosa si aspetta da te come regista. Alcuni attori vogliono essere accuditi, altri vogliono una spinta. Jack vuole essere lanciato in aria senza un materasso su cui ricadere». Alla domanda su quali dei suoi ruoli ritenga più rilevanti O’ Connell non risponde, sostenendo che è il pubblico a dover giudicare. A portarlo al mestiere di attore è stata: «una serie di circostanze fortunate», che oggi sarebbero irripetibili, in una società che sembra riservare sempre di più l’accesso all’arte alle classi più abbienti (ad esempio oggi il workshop che lui a frequentato non è più gratuito e le lezioni di recitazione a scuola non sono più obbligatorie). Appassionato di cinema neo-realista italiano, ha sempre dichiarato la sua ammirazione per Gary Oldman, un attore che ritiene «un’istituzione e un modello». A orientarlo nelle sue scelte lavorative «è soprattutto la storia, poi viene il regista». Gli piacerebbe tornare a lavorare in teatro, dove le sue performance, in particolare in “Una gatta sul tetto che scotta” accanto a Sienna Miller, hanno ricevuto il consenso di pubblico e critica. Un’ultima domanda: se dovessi riassumere la tua filosofia di vita attuale? «Abbi cura di te, della tua salute fisica, rimani focalizzato e divertiti!»
