Sarà un “corpo glorioso” incorruttibile, perfetto, radioso, forse onnisciente e comunque traboccante d’amore al cospetto di Dio. Dopo il Giudizio Universale, il vecchio involucro terreno tornerà ad unirsi alla propria anima e, per coloro che saranno in Paradiso, comincerà un’eternità di beatitudini.
È questo il premio eterno che la Chiesa cattolica, quella ortodossa e altre confessioni cristiane promettono ai propri fedeli, per una vita condotta nel rispetto della legge divina: la risurrezione della carne, quel miracolo supremo che intorno al 33 d.C. vide Gesù tornare in vita dopo essere stato torturato e crocefisso dai Romani, tre giorni dopo che il suo corpo martoriato era stato deposto nel sepolcro. All’Inferno, invece, pure le anime dei dannati ritroveranno il loro vecchio corpo, ma solo per continuare a soffrirci dentro, memori per l’eternità dei loro peccati e privati della visione di Dio.
La risurrezione di Gesù Cristo e il suo trionfo sulla morte è ciò che i cristiani celebrano a ogni Pasqua, da quasi duemila anni. Ma questo dogma di fede, evento centrale della storia della salvezza, non è l'unico “caso” di cui si abbia notizia: in passato, il cristianesimo non è stato infatti l’unica fede a venerare una divinità che muore e poi rinasce, anzi sono numerosi i “risorti” almeno in ambito mitologico o religioso. La scienza, invece, non ha nulla da dire in merito: non si ha notizia di casi documentati ed è tuttora in discussione l’autenticità della Sindone di Torino, il sacro lino che prima avrebbe avvolto il corpo di Cristo e poi lo avrebbe visto dissolversi, trattenendone solo l’impronta. Diverse da questa sono le risurrezioni miracolose che, secondo i , furono operate dallo stesso Gesù: quella della figlia di Giairo, del figlio della vedova di Nain, o di Lazzaro. Queste persone, infatti, non entrarono in un’altra dimensione ma furono “semplicemente” riportate in vita, con