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Sono passati cent’anni esatti dalle celebri Conferenze di Koberwitz in Slesia e oggi la lezione di Rudolf Steiner sembra più attuale che mai, almeno in agricoltura. E se l’approccio teosofico dello studioso – che è spesso indicato come occultista, chiaroveggente e rivolto all’esoterico – ha creato allo stesso tempo una devozione (dai tratti talvolta fideistici) alle pratiche della biodinamica oppure, di converso, un’avversione preconcetta, l’evoluzione degli studi sul bioma terrestre inevitabilmente richiama le intuizioni di un secolo fa.
Intuizioni che sembravano aliene in una Europa votata alle “magnifiche sorti e progressive” che hanno impresso un’accelerazione tecnologica al “secolo breve”. Eppure, se allora la chimica era il futuro, oggi sembra il passato. E le nuove tecniche di agricoltura rigenerativa – che lavorano sulle potenzialità del terreno come sorgente e prima protezione per un’agricoltura sana e, come dicono i francesi – sembrano suggerire un auspicabile superamento dei prodotti di sintesi in tutte le colture. Una sensibilità crescente tra i coltivatori e i vignaioli, che si sta diffondendo sempre più anche tra i consumatori. Le ricerche più recenti rivelano infatti una iper-focalizzazione delle nuove generazioni sulla valutazione della “naturalità” dei processi produttivi nella scelta di acquisto e quelle che un tempo erano nicchie si avviano a diventare trend consolidati. Anche per questo l’impegno di Demeter in Europa e nel mondo è orientato sempre più al rafforzamento della consapevolezza tra i consumatori finali. Come dire che la connessione tra il marchio e il concetto di “buono e sano” si fa sempre più solida.