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Le coccole del ginepro: Tzinnibiri
Le coccole del ginepro: Tzinnibiri
Le coccole del ginepro: Tzinnibiri
E-book137 pagine41 minuti

Le coccole del ginepro: Tzinnibiri

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Info su questo ebook

“Prenint is bisus mius cresuris de figu morisca e unu tzinnìbiri solu solu incruau de su bentu chi inserrrat in dònnia arrulloni unu pensamentu miu”.
Rinasco Marikò nel 2012 pubblicando “Le ali in prestito”: un intreccio di prosa e poesia. Nel 2013 con “Anelli di fumo” esordisco nel campo della narrativa. La fotografia è la mia passione perché mi consente di cogliere particolari che si celano a prima vista. Così come la scrittura mi dà la possibilità di scrutare i sentimenti e percepire le emozioni.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2015
ISBN9788898738793
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    Anteprima del libro

    Le coccole del ginepro - Marikò

    MARIKÒ

    LE COCCOLE DEL GINEPRO

    TZINNIBIRI

    AmicoLibro

    Marikò

    Le coccole del ginepro

    TZINNIBIRI

    Proprietà letteraria riservata

    l'opera è frutto dell’ingegno dell'autore

    © 2015 AmicoLibro

    Via Oberdan 9

    75024 Montescaglioso (MT)

    www.amicolibro.eu

    info@amicolibro.eu

    Prima Edizione - settembre 2015

    A Leonardo e Lorenzo,

    i grandi amori della mia vita

    PREFAZIONE

    Le coccole del ginepro, non poteva essere che questo il titolo dell’opera di Marina Corona.

    Il ginepro è un arbusto che cresce in luoghi soleggiati, a volte aridi, quindi è forte, resistente. Sa cercare e aspettare l’acqua, sa resistere al vento. Le sue bacche, chiamate coccole, sono un buon rimedio per tanti piccoli disturbi. Il loro nome, probabilmente, non a caso ha il significato che si dà ai gesti di tenerezza, di affettuosità.

    Marina Corona dimostra, con la poesia alternata alla saggezza degli aforismi, che sembrano invitarci alla lettura delle liriche con la giusta chiave, quella che è la forza che all’uomo è richiesta per sopravvivere all’aridità dei sentimenti: ovvero la capacità di amare, di ascoltare, di emozionarsi. La forza di resistere alla vita per il tempo che c’è dato. E i suoi frutti, sono quelle coccole che ci rincuorano, che ci permettono di ritrovare parte di noi in ogni parola, in ogni movimento del cuore che batte instancabilmente verso dopo verso.

    E se non bastasse, l’autrice ci dona la freschezza spontanea delle Logiche di Leonardo. La saggezza pura di un bambino, che sembra volerci ricordare quanto in fondo la vita non chiede troppi ragionamenti.

    Proprio come un albero che cresce ovunque sia nato, colorando la terra e il cielo con le sue foglie e i suoi frutti.

    Poesia quindi, immediata, pura e semplice. L’uomo come l’albero, che vive e accetta ciò che il tempo e la vita gli offrono. Il poeta ha le sue giornate contate, come tutti gli uomini; ma quanto, quanto beate! recitano i versi di Umberto Saba.

    Carmen Salis

    Entra e se vuoi fruga nel mio cuore.

    Ma quando esci

    assicurati di aver rimesso in ordine

    e al loro posto

    i miei sentimenti.

    LE BACCHE DEL GINEPRO

    Sono partito

    con una valigia legata con lo spago

    e nel cuore la mia casa di pietra.

    Sotto i piedi zolle profumate di terra sarda

    appesantivano la mia malinconia.

    L’odore della terra l’ho tessuto tra le mani

    e nei miei occhi è stampato un volo di fenicotteri.

    Popolano i miei sogni filari di fico d’india

    e un solitario ginepro curvato dal vento

    che racchiude in ogni bacca un mio pensiero.

    Ho imparato tutti i mestieri del mondo

    ma soprattutto ho imparato a volare.

    Viaggio ancora la notte.

    Apro silenziosamente la porta

    della mia casa di pietra

    e dissodo il terreno.

    Per sentire l’intenso profumo delle zolle.

    TZINNIBIRI

    Seu partiu

    cun d-una valigia acapiada a i-spagu

    e in su coru sa domu mia de perda.

    Asut’ ‘e is peis lèuras nuscosas de terra sarda

    ingraiant s’amargura mia.

    Su fragu de sa terra dd’apu tèssiu intre is manus.

    E in ogus mius s’est firmau unu bòlidu de gent’arrùbia.

    Prenint is bisus mius cresuris de figu morisca

    e unu tzinnìbiri solu solu incruau de su bentu

    chi inserrrat in dònnia arrulloni unu pensamentu miu.

    Apu imparau totus is artis de su mundu

    ma prus de totu apu imparau a bolai.

    E bolu ancora in sa noti.

    Obèrgiu a bellu a bellu s’enna

    de

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