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Softair: Manuale tattico-sportivo
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Softair: Manuale tattico-sportivo
E-book243 pagine2 ore

Softair: Manuale tattico-sportivo

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Info su questo ebook

Il Softair in Italia non è più da molto tempo un’attività da valutare con sospetto, ma un vero e proprio sport che conta decine di migliaia di praticanti regolarmente iscritti, centinaia di Club, tre federazioni e numerose fiere dedicate. Un gioco su basi militari, mai militariste, e spesso a carattere evocativo, dove ci si veste da “cattivi” ma ci si diverte in amicizia e armonia usando innocue repliche di armi vere che sparano pallini di plastica. Permette di rimanere a contatto con la Natura, di scaricare l'aggressività repressa durante la settimana senza danneggiare nulla e nessuno, migliora la socialità e i valori morali, quali il senso del rispetto e l’onestà, su cui si basa. In questo manuale, l'Autore mette a disposizione la propria ultraventennale esperienza nel descrivere, a chi desidera avvicinarsi o a chi già fa parte di questa comunità, questa bellissima e divertente pratica sportiva che egli stesso ha contribuito a diffondere.
LinguaItaliano
Data di uscita26 nov 2013
ISBN9788827223680
Softair: Manuale tattico-sportivo
Autore

Fabrizio Bucciarelli

Giornalista, ricercatore di geopolitica, storia militare e Intelligence, è uno dei personaggi più noti nella comunità italica del Softair, pratica che ha “importato” nel 1986 e che ha contribuito a diffondere assieme a pochissimi altri appassionati. Ha scritto e scrive per le riviste che trattano lo sport del Softair e ha contribuito a vari testi sull'argomento. È stato uno dei consulenti militari per il Softair nel contesto degli addestramenti misti a fuoco e Softair per i Riservisti UNUCI.

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    Softair - Fabrizio Bucciarelli

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    SOFTAIR

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    Manuale tattico-sportivo

    Fabrizio Bucciarelli

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    Copyright

    SOFTAIR - Manuale tattico-sportivo

    di Fabrizio Bucciarelli

    ISBN 978-88-272-2368-0

    I edizione digitale

    © Copyright 2013 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Prefazione

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    L’Italia è un Paese che stupisce. Il suo popolo, che non vanta una cultura militare e i cui giovani fino a pochi anni or sono affrontavano con disagio il servizio di leva, oggi vede questi ultimi appassionarsi a decine di migliaia a uno sport che si basa proprio su attività che ricordano le azioni e il look dei soldati.

    Il Softair, gioco ormai noto in tutto il mondo, ci pone ai vertici della classifica per numero dei praticanti, vendite di ASG (Air Soft Gun), qualità di gioco e secondi forse soltanto alla patria putativa di questo sport e cioè il Giappone che, come conseguenza della sconfitta dell’ultimo conflitto mondiale, non permette ai propri cittadini il possesso e l’utilizzo delle armi da fuoco. Da qui alla passione per il Softair dei figli del Sol Levante il passo è decisamente breve.

    Ma se si affronta una serena riflessione su tali fatti, troviamo interessanti analogie con il nostro paese.

    Gli italiani, disgustati dal militarismo e dall’uso aggressivo del nostro esercito, prima e durante l’ultimo conflitto globale, si scoprono successivamente refrattari verso tutto ciò che rappresenta la pur presente comunità militare, atteggiamento rafforzato nel dopoguerra dal proto-pacifismo frutto delle sapienti strumentalizzazioni di chi sarebbe stato felice di un’invasione da parte dell’URSS.

    Terminata la Guerra Fredda con il dissolvimento della Russia sovietica, abolita la leva obbligatoria, il tanto detestato servizio militare diventa una professione cui molti, tra uomini e donne, ambiscono.

    Ridimensionati i privilegi di casta di ufficiali e sottufficiali, migliorati uniformi ed equipaggiamenti, modernizzato l’armamento e la qualità addestrativa, il ruolo del soldato diventa qualcosa cui guardare non più con cieca e ottusa ostilità ma con realismo, quando non con ammirazione.

    Il militare moderno, considerato non più semplice carne da cannone agli ordini di comandanti da tavolino, è oggi un importante elemento nella lotta contro il terrorismo e per il mantenimento della pace a livello mondiale: basti ricordare le innumerevoli missioni di Peace Keeping e Peace Enforcement e i tanti caduti nell’adempimento di un dovere che non è più demagogico ma effettivo e reale.

    Ammirato dalla quasi totalità degli italiani, conscio dell’importanza del proprio ruolo, il soldato è consapevole della propria importanza morale, ideale e istituzionale e il riflesso di tanta consapevolezza si riflette sull’opinione pubblica.

    Il Softair, sport con look e dinamiche tattiche militari ma assolutamente antimilitarista, è espressione di questo mutamento.

    Diffuso capillarmente su tutto il territorio nazionale con centinaia di club, tre federazioni, varie fiere dedicate, riviste che trattano di partite e ASG, questo sport oggi è di moda e fa tendenza soprattutto tra i giovani e giovanissimi.

    E se non ci si accontenta di questi dati, basta visitare una qualsiasi armeria che, invariabilmente, propone alla propria clientela, oltre alle armi da fuoco e da taglio, anche le bellissime repliche elettriche o a gas in scala 1/1 sparanti i pallini in mescola plastica che sono gli strumenti alla base del Softair.

    Una constatazione importante che offre anche il quadro di un mercato legato a questo sport che muove milioni di euro e procura lavoro a migliaia di persone.

    Ma il Softair spopola in tutta Europa, dalla Spagna ai Paesi dell’Est fino a superare i confini dell’Unione Europea e giungere in aree calde quali Israele o Sudafrica, per non citare il Sud Est Asiatico.

    Ma cos’è che spinge un ragazzo o una ragazza a svegliarsi presto la domenica mattina per tornare la sera, spesso infangati e stanchi, con alle spalle notevoli sforzi fisici e mentali e un pasto composto da una scatoletta di tonno o una barretta energetica?

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    Il Viaggio della partita di Softair è molto di più che un videogame vissuto realmente in prima persona: è il fascino evocativo che si prova a impugnare la copia esatta di un’arma vera che però è poco più di un innocuo giocattolo; è il confronto e la canalizzazione costruttiva della propria aggressività, è la competizione tipica di ogni attività sportiva, è socializzazione e immersione nella natura.

    Il pallino da 6mm che viene sparato dalla replica, in fondo, non è altro che la scusa per tornare bambini e, attraverso la spontaneità e la saggezza di questi ultimi, divertirsi lasciando alle spalle per un momento le difficoltà e lo stress del quotidiano.

    Uno sport e un gioco, il Softair, che non trova paragoni con altre attività ludiche e che, lasciati alle spalle i luoghi comuni tipici del buonismo forzato del nostro tempo, rappresenta ed è un mondo ancora tutto da scoprire.

    Per giovani dai 18 ai 100 anni.

    L’Autore

    1. Che cos’è il Softair

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    Chi non hai sognato di vivere in prima persona quello che solitamente si vede nei film d’azione o nei videogiochi? Quasi tutti e, a meno che uno non abbia scelto la carriera militare, molto difficilmente potrà andare oltre il tiro in poligono o dinamico. Esiste, però, un’alternativa assolutamente innocua e perfettamente legale rispettando alcune semplici norme.

    È il Softair, che in Italia vanta migliaia di praticanti e che ci vede secondi solo al Giappone.

    Il Softair (Airsoft nel resto del mondo), è una pratica ludico-sportiva considerata di nuova generazione nonostante vanti ben vent’anni di attività. Anche conosciuto dagli appassionati come Tiro Pratico Sportivo, è uno sport sociale, cioè di gruppo, ma che investe ogni giocatore di un particolare ruolo all’interno della squadra, esaltandone predisposizioni e particolarità.

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    Lo strumento fulcro legato alla sua stessa esistenza sono le ASG (Air Soft Gun), fedeli repliche di armi vere, o meglio strumenti a bassa capacità offensiva, in scala 1/1, che sparano verso il bersaglio piccoli pallini realizzati in mescola plastica e con cal. 6mm e in differenti grammature noti anche come BB’s, attraverso un complesso sistema di molle e pistoni alimentato a batteria e generante aria compressa di potenza inferiore a 1 joule, unità che ne determina il possesso e l’utilizzo legale sul nostro territorio nazionale. Vari sono gli ambienti di gioco in cui sbizzarrire la propria fantasia quali urbani o boschivi e l’obiettivo è la conquista o difesa delle postazioni, il recupero della bandiera avversaria, il raggiungere determinate posizioni geografiche, eliminare la squadra nemica ecc.

    Tutto questo, unito all’abbigliamento quasi sempre necessariamente militare per ovvie necessità di mimetismo e resistenza alle sollecitazioni, rende il Softair una delle attività più complete e affascinanti nel panorama degli sport giovanili e non.

    Non essendo una disciplina sportiva riconosciuta dal Coni, che comunque ne accetta e tutela la pratica, il Softair ha in passato vissuto un inevitabile ostracismo da parte dell’opinione pubblica meno ricettiva e dalle associazioni sportive tradizionali che lo immaginavano, erroneamente, come un’attività di contatto violenta con caratteristiche paramilitari ed esaltante la guerra e ciò anche a causa della mancanza di strutture interne al Softair che ne tutelassero l’integrità e ne coordinassero l’attività.

    Un problema che, per fortuna, è stato oggi ampiamente superato grazie a una maggiore capillare informazione e al costante positivo rapporto con le forze dell’ordine e i media che ne hanno letteralmente ribaltato l’immagine da dubbioso/negativa a positiva.

    Il Softair è nato e si è diffuso in Italia come un semplice gioco d’azione ma per divenire una disciplina sportiva ha dovuto dotarsi di regole, arbitraggi, omologazione e unificazione di strumenti, esattamente come in ogni altra attività sportiva.

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    Oggi il praticante il Softair, noto come Softgunner o Softairista, ha dinanzi a sé un’attività variegata e duttile dove gli unici limiti sono le regole auto imposte, basate sul rispetto dell’ambiente e degli altri, e le proprie capacità fisiche che, non va dimenticato, ai livelli più elevati devono essere veramente notevoli.

    Il Softair, essendo ovviamente vietata ogni forma di contatto fisico tra i partecipanti, è innocuo e non violento, e si basa essenzialmente sulla lealtà e correttezza sportiva di ogni giocatore che è obbligato ad auto-dichiararsi colpito, manifestando a voce e a gesti la propria eliminazione dalla partita come conseguenza dell’impatto di pallini avversari o amici sul proprio corpo, buffetteria e fucile, pena la squalifica, ed è tenuto a mantenere un atteggiamento di massima correttezza nei confronti di compagni e avversari, per evitare il rischio di infortuni derivanti da un uso scorretto di attrezzature e protezioni.

    Se è assolutamente vero che l’uso di queste particolari repliche di armi non può procurare danni dovuti al contatto dei pallini sulla maggior parte del corpo umano, su alcuni organi questi possono essere lesivi, quali gli occhi o la bocca: per questo, e soprattutto per i nostri organi di vista, la loro protezione è obbligatoria tramite occhiali da tiro, di plastica o maschere facciali appositamente realizzate a tale scopo.

    Va ricordato, poi, che le repliche Softair, essendo esternamente modelli in scala 1/1 di armi vere, ne posseggono anche alcune caratteristiche tra cui gli organi di sicurezza (selettore) che devono essere sempre posizionati quando non si è effettivamente in gioco onde evitare accidentali proiezioni di proiettili di plastica. Una replica di arma vera, quindi, che va trattata con la stessa prudenza di queste ultime.

    Inoltre, mai giocare con le ASG (Air Soft Gun) in presenza di minori, mai sparare pallini contro veicoli o animali e mai, in nessun caso, pensare di divertirsi facendo scherzi: sembrano armi vere e si correrebbero gravissimi pericoli di denunce per procurato allarme o peggio.

    Ma torniamo ai nostri game.

    Le partite possono avere obiettivi diversi a seconda della location e dei tempi: si va dall’impossessarsi della bandiera altrui, a effettuare vere e proprie pattuglie di ricognizione per conquistare obiettivi di diversa natura (ostaggi, testimoni, materiali ecc.) naturalmente con l’opportunità di neutralizzare gli avversari bersagliandoli con le proprie ASG ed eliminandoli così dal game e maturando il punteggio che decreterà le sorti della partita stessa.

    Il Softair, va sottolineato ulteriormente, non è il calcio con i suoi facinorosi ultrà che gettano sassi o ingaggiano furiose battaglie con morti e feriti: questo sport è basato sulla correttezza del singolo giocatore, su un profondo senso morale e dell’onore in quanto non esiste alcun modo per provare oggettivamente che un pallino ci abbia effettivamente colpiti e l’etica del praticante subentra a questa mancanza, auto-dichiarandosi colpito in caso avverta su di sé l’impatto del pallino e quindi successivamente e senza polemiche abbandonando l’area di gioco, evitando di collaborare e comunicare in alcun modo con i propri compagni ancora impegnati nell’azione.

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    Chi agisce disonestamente, se individuato dai compagni o da eventuali arbitri, rischia grosso: può essere discriminato ed emarginato dagli altri giocatori; può anche essere espulso dal gioco o, nei casi più gravi, dall’associazione di appartenenza.

    Le tipologie di gioco più comuni e apprezzate dai Softgunner sono le seguenti:

    • Cattura della bandiera o della postazione avversaria che può essere:

    – Attaccanti contro difensori: viene posta una bandiera obiettivo, la difesa vince se l’attacco non conquista la bandiera entro un tempo limite prefissato

    – Doppio attacco/difesa: con due bandiere, vince chi cattura la bandiera nemica e la riporta al proprio campo senza essere a sua volta colpito

    Deathmatch a squadre, in cui vince chi elimina tutta la squadra (senza rinascita dei giocatori) o chi elimina più avversari (con possibile rinascita o Respawn e cioè eliminazione e immediato rientro nel gioco a fine ingaggio)

    • Liberazione di un prigioniero

    • Distruzione della squadra avversaria

    • Tutti contro tutti

    • MIL-SIM (Military Simulation)

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    Possono essere organizzati scenari che riproducono azioni militari realmente avvenute o immaginarie, soprattutto legate alle attività operative tipiche delle Special Forces. Grazie all’amplissima possibilità offerta dal surplus militare, e cioè la disponibilità di equipaggiamento che copre soprattutto gli ultimi cinquant’anni della storia recente, gli scenari si basano soprattutto sul confronto tra forze occidentali contro generici terroristi, o Nato contro Patto di Varsavia. Gruppi di Softgunner amanti della rievocazione storica (o Re-enacting) possono proporre ambientazioni inerenti la seconda guerra mondiale vista anche la disponibilità di repliche elettriche o a gas riproducenti armamenti tipici tedeschi, americani e inglesi.

    Alcuni club arrivano a specializzarsi in uno di questi ruoli, adottando equipaggiamento e abbigliamento a seconda del ruolo prediletto: gli occidentali usano principalmente repliche di armi statunitensi o europee quali H&K MP5, H&K G36, Colt M16/M4, mentre i cosiddetti terroristi prediligono armi russe, e tra queste l’AK 47/74.

    Chi vuole avvicinarsi al Softair, quindi, oltre all’ASG in dotazione e le protezioni per il volto, deve poter disporre di uno o più caricatori maggiorati, che si differenziano da quelli standard per l’elevato numero di pallini che possono contenere, e relativi proiettili BB’s; un uniforme da combattimento in colore verde o mimetico, un paio di scarponi da montagna o anfibi, eventuali ginocchiere, una borraccia o la sofisticata camel bag (vescica per l’acqua a zaino con apposito tubo), un gilet tattico per portare in modo pratico e comodo l’equipaggiamento.

    A questa dotazione è possibile aggiungere altra attrezzatura come una seconda replica di arma di differente tipologia (ad esempio una pistola), con le medesime caratteristiche balistiche della prima, una mimetizzazione aggiuntiva quale un telo mimetico,

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