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Cia e Nazisti uniti per destabilizzare l'Italia
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E-book309 pagine2 ore

Cia e Nazisti uniti per destabilizzare l'Italia

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Il generale nazista Reinhard Gehlen – ex comandante delle Armate straniere Est e responsabile nei servizi segreti nazisti della sezione che curava lo spionaggio antisovietico – il 22.4.1945 si consegna agli americani portando con sé cinquantadue casse contenenti la schedatura dei comunisti europei “pericolosi” ed una proposta: è pronto ad offrire la sua competenza ed esperienza nel “settore” a patto che gli permettano di continuare a combattere i comunisti.

Gehlen viene quindi inviato a Washington a parlare con William Donovan, capo dell’Office of Strategic Services (OSS). L’intesa tra i due è immediata. Gehlen, in breve, diviene direttore della sezione affari sovietici dell’OSS, poi della CIA e, nel 1956 promosso generale di corpo d’Armata, direttore del BND, il servizio segreto della Germania federale.

Ma, l’organizzazione del generale Gehlen aveva una rete anche in Italia?

E se sì, questa ha avuto un ruolo nella destabilizzazione del nostro paese?

La risposta in questo esame della documentazione relativa all'organizzazione Gehlen rinvenuta presso il SISMI (Servizio Informazioni e Sicurezza Militare).
LinguaItaliano
Data di uscita23 nov 2014
ISBN9786050338126
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    Cia e Nazisti uniti per destabilizzare l'Italia - A Cura Di Solange Manfredi

    COLLANA I CASI GIUDIZIARI

    .

    CIA E NAZISTI

    uniti per destabilizzare l’Italia

    Il ruolo dell’Organizzazione Gehlen in Italia negli anni della strategia della tensione

    A cura di
    Solange Manfredi

    © 2014 di Solange Manfredi. Tutti i diritti riservati.

    Prima edizione: novembre 2014

    Illustrazioni di copertina: foto del generale Reinhard Gehlen

    Avvertenza

    Il termine piduista – e gli analoghi iscritto nelle liste e P2 – sono qui utilizzati sempre e soltanto nell’accezione di persona il cui nominativo era presente negli elenchi della Loggia P2 di Licio Gelli trovati a Castiglion Fibocchi e resi pubblici dalla Commissione parlamentare d’inchiesta. Numerosi piduisti sono stati oggetto di inchieste giudiziarie e/o amministrative, conclusesi in taluni casi escludendo la loro effettiva appartenenza alla Loggia segreta, e in altri ancora con l’adozione di provvedimenti disciplinari. La presente ricostruzione storica non entra dunque nel merito della effettiva affiliazione alla Loggia segreta di tutti i cosiddetti piduisti indicati come iscritti nelle liste gelliane, né della loro concreta partecipazione alle attività della P2.

    La collana: presentazione

    Introduzione

    Premessa

    I.      Introduzione

    II.      La nascita della Organizzazione Gehlen in Germania

    II-1      La nascita dell’organizzazione Gehlen in Germania e della rete italiana così come si rileva dalle carte del SISMI

    III.      La figura di Karl HASS così come appare tra le carte del Servizio Militare

    III-1      Il fascicolo Uffreduzzi Massimo dell’Ufficio Affari Riservati

    III-2      II tramonto di Hass

    III-3      Le carte su Hass Karl del fascicolo della Divisione AA.RR

    III-4      Le ulteriore carte del SISMI sul conto di HASS

    III-5      La testimonianza di Hass ai R.O.S. dell’Arma dei Carabinieri nell’ambito del procedimento penale n. 9/92 RGPM e N.2/92F RGGI del Tribunale di Milano

    III-6      L’inchiesta del Tribunale di Trento sul traffico di armi ed il tesoro della Banca d’Italia trafugato dai tedeschi in ritirata ed il ruolo del maggiore Hass nel tentativo posto in essere negli anni ‘70 di riportarlo alla luce

    IV. Rapporti tra i servizi informativi italiani e l’organizzazione Gehlen

    V. Le carte sull’Organizzazione Gehlen agli atti di questa direzione centrale

    VI. Giovanni Gehlen capo rete della Organizzazione Gehlen in Italia

    VI-1      La fonte Gavino inserita negli ambienti del Ministero dell’Interno

    VI-2     Sovrano Ordine Militare Di Malta sia nelle carte del Sifar che in quelle dell’Ufficio AA.RR. Ulteriori riferimenti.

    VI-3      II fascicolo Cat. O di Thun Hohenstein Ferdinando Guido

    V-4       Gehlen ed i rapporti con Geoffrey D’Escoss

    VI-5      Le prime notizie sul pensionamento di Gehlen

    VII. L’azione VANNI nei confronti della contessa di Sanseverino ovvero DI Giovanni Raimonda in Franceschini

    VII-1.       07.1.1970 - Un primo punto si situazione sull’azione ‘‘Vanni"

    VII-2.       14.2.1970 Un secondo punto di situazione sull’azione Vanni

    VII-3.       I contatti della Di Giovani Raimonda

    VII-4.       I contatti di Giovanni Gehlen

    VII-5.       La visita di funzionari del B.N.D. nell’abitazione di Gehlen

    VII-6.       Un nuovo punto di situazione sull’azione Vanni

    VII-7.       L’azione del CS nei confronti di Christina Gehlen

    VII-8.       L’azione KUBRA e GRETA

    VII-9.       Una nuova azione tecnica nei confronti della Di Giovanni

    VII-10.       L’articolo Le salsicce di Francoforte pubblicato sulla rivista E

    VII-11.       L’articolo pubblicato sul Tempo nell’edizione dell’1.11.1976.

    VIII. Le carte dell’Ufficio AA.RR sulla Di Giovanni Raimonda

    IX. Alcune notizie sul Messineo

    X. Volpicelli Tommaso

    XI. I fiduciari dell’Ufficio Affari Riservati

    Conclusioni e Proposte

    ALLEGATO 1

    Giovanni Ghelen

    L’Aginter Presse e l’Organizzazione Gehlen

    L’Organizzazione Gehlen

    Brevi cenni sull’Organizzazione Gehlen

    L’Organizzazione Gehlen ed il neofascista Massimiliano Fachini

    L’Organizzazione Gehlen e l’informativa Sid del 2.7.1970

    Difesa Civile: Conati Gianfranco, Ferretti Francesco

    La Difesa Civile - l’Istituto Nicola Marselli

    L’Istituto di Studi Militari Nicola Marselli

    La Difesa Civile e la nota Sid del 2.7.1970

    Attività investigativa

    Allegato 2

    U.R.R.I. Unione Rinnovamento Ragazzi d’Italia

    La U.R.R.I. e la sentenza Gladio

    LA U.R.R.I. negli atti del S.I.S.M.I.

    La U.R.R.I. e la fondazione Ludwig Keimer

    Alessandro De Angelis

    ALLEGATO 3

    Rete Ghelen in Italia

    10 Set. 1949 Centro Cs Roma Profilo

    1.9.1951 Centro Cs Palermo

    Stato Maggiore Difesa Servizio Informazioni Forze Armate Ufficio R 8.10.1954

    Fonte Gavino 25.10.1954

    Appunto del 18.8.1956

    Appunto 22.8.1956

    Ufficio D del 20.11.1956

    Azione Cochi 21.3.1966

    Appunto del 24.11.1966

    Forte Luigi, collaboratore del Servizio Informazioni Tedesco Occidentale a Roma, del 5.8.1969

    Collaboratori a Roma del Bnd.

    Nota del 13.8.1969

    Azione Vanni del 11.10.1969

    Prospetto dell’attività svolta dal S.I.D. e considerazioni del 27.12.1969

    Azione Vanni 28.12.1969

    Raggruppamento Centri C.S. di Roma del 7.1.1970

    Azione Vanni del 11.3.1970

    Azione Vanni del 26.3.1970

    Azione Vanni del 28.4.1970

    Azione Vanni del 30.4.1970

    Azione Vanni del 21.5.1970

    Azione Vanni 1 e 2 del 2.4.1971

    Raggruppamento Centri C.S. di Roma. Invio appunto al Capo del Reparto D del 9.12.1975

    Raggruppamento Centro C.S. di Roma. Invio appunto al Capo del Reparto D del 18.9.1976

    CONSIDERAZIONI INVESTIGATIVE

    La collana: presentazione

    La collana i Casi giudiziari, costituisce un nuovo strumento di lavoro e aggiornamento per tutti, non solo per studiosi e studenti di diritto. In essa presenteremo alcuni documenti (sentenze, requisitorie, atti di commissioni parlamentari, consulenze, perizie, ecc.) delle principali vicende che hanno caratterizzato la storia d’Italia.

    Studiare i casi giudiziari più importanti significa addentrarsi nell’attualità con un grado di approfondimento impossibile da realizzare con la lettura dei giornali o delle riviste di cronaca.

    Coloro che studiano il diritto potranno approfondire le tematiche più interessanti direttamente dalle fonti.

    Gli appassionati di cronaca potranno, invece, informarsi e aggiornarsi direttamente dalle fonti ufficiali, leggendo materiali spesso più appassionanti di un romanzo.

    La collana presenterà gli atti senza commento per evitare qualsiasi rilettura del caso. Saranno presenti solo:

    La collana nasce grazie anche al Centro documentazione archivio Flamigni, (www.archivioflamigni.org), creato dal senatore Sergio Flamigni, che mette a disposizione, di chiunque li voglia consultare, gli atti ufficiali delle commissioni parlamentari, sentenze e documenti riguardanti la storia d’Italia di questi ultimi decenni.

    Introduzione

    Il generale nazista Reinhard Gehlen – ex comandante delle Armate straniere Est e responsabile nei servizi segreti nazisti della sezione che curava lo spionaggio antisovietico – il 22.4.1945 si consegna agli americani portando con sé cinquantadue casse contenenti la schedatura dei comunisti europei pericolosi ed una proposta: è pronto ad offrire la sua competenza ed esperienza nel settore a patto che gli permettano di continuare a combattere i comunisti.

    Gehlen fin da ragazzino aveva imparato ad ubbidire all’autorità costituita senza discutere... tuttavia una idea politica di fondo ce l’aveva: un’idea viscerale e ossessiva che lo guidò in tutta la sua esistenza, quella di opporsi con ogni mezzo al comunismo.¹

    Gehlen viene quindi inviato a Washington a parlare con William Donovan,² capo dell’Office of Strategic Services (OSS).³ L’intesa tra i due è immediata: anche Donovan, infatti, nutre verso i comunisti un’ossessione tale che, ancora poco prima di morire nel 1959, segnalerà di aver visto, dalla finestra del suo appartamento, truppe russe entrare a Manhattan dal ponte della cinquantanovesima strada.⁴ Gehlen, in breve, «grazie ai mezzi finanziari fornitigli da Dulles»,⁵ diviene direttore della sezione affari sovietici dell’OSS, poi della CIA e, nel 1956 promosso generale di corpo d’Armata, direttore del BND.

    L’ossessione per il pericolo rosso porterà, però, negli anni, il generale nazista a passare agli americani una mole impressionante di informazioni false sulle manovre sovietiche, come testimonia il capitano dell’OSS Peter Tompkins: «Davamo sempre molto peso ai suoi rapporti e li passavamo, così come erano, a tutti gli altri, al Pentagono, alla Casa Bianca, ai giornali. Anche a questi piacevano. Ma si trattava solo di spazzatura sullo spauracchio sovietico: procurò molti danni al nostro paese... Secondo Victor Marchetti, già capo analista dell’agenzia, addetto allo studio sulle potenzialità sovietiche, l’organizzazione Gehlen non riuscì a fornire alcun contributo alla comprensione, o aiuto per l’adeguata valutazione della sostanza militare e politica dei Sovietici nell’Europa dell’est e altrove...».

    Tali rapporti, considerati attendibili dai vertici militari perché «riferivano quello che si aspettavano di sentire», avranno l’effetto di esasperare la paranoia americana contro il comunismo e l’Urss causando una sostanziale escalation della guerra fredda tale da minare alla base le scarse speranze di pace e cooperazione Est-Ovest.

    Ma l’organizzazione del generale Gehlen aveva una rete anche in Italia? E se sì, questa ha avuto un ruolo nella destabilizzazione del nostro paese?

    La risposta in questa annotazione del Ministero dell’Interno concernente l’esame della documentazione relativa all’organizzazione Gehlen rinvenuta presso il SISMI (Servizio Informazioni e Sicurezza Militare).

    MINISTERO DELL’INTERNO

    DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

    DIREZIONE CENTRALE DELLA POLIZIA DI PREVENZIONE

    OGGETTO: Procedimento Penale Nr. 91/97 R.G.N.R. della Procura della Repubblica di Brescia – c.d. Strage di Piazza della LoggiaAnnotazione concernente l’esame della documentazione relativa all’organizzazione Gehlen" acquisita al SISMI.

    Lo scrivente, Ispettore della Polizia di Stato Cacioppo Michele del Servizio Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, riferisce, qui di seguito, quanto emerso dall’analisi della documentazione acquisita presso il Sismi, in ottemperanza al decreto di esibizione nr. 91/97 mod. 21 emesso in data 20 aprile 2001 da codesta Procura della Repubblica, relativo agli esponenti di ricerca: Reinhard Gehlen e Organizzazione (o Rete) Gehlen.

    L’analisi è stata integrata dall’esame di ulteriore documentazione custodita presso questa Direzione Centrale.

    Premessa

    Prima di passare all’esame della documentazione, va rilevato che l’acquisizione della documentazione è stata curata in occasione di tre visite presso la sede del SISMI, rispettivamente avvenute in data 18 maggio, 24 maggio e 31 maggio 2001.

    Nella prima visita del 18 maggio, in occasione della notifica dell’ordine di esibizione, il SISMI – nella persona del Direttore dell’U.A.G.A.L., Dr. Adolfo Mazzanti – ha esibito a richiesta di chi scrive e del sovrintendente Simoneschi, giusta ottemperanza al provvedimento della S.V. che ordinava la consegna a vista del materiale documentale richiesto:

    il fascicolo di Giovanni Gehlen, capo rete in Italia della organizzazione Gehlen e della Di Giovanni Raimonda, agente al servizio della rete Gehlen;

    il fascicolo all’oggetto Contatti di rappresentanti del Servizio Informativo tedesco di Bonn con organi dei Servizio Italiano.

    Data la delicatezza dell’argomento di ricerca ed i motivi che hanno spinto codesta A.G. a insistere nella ricerca di documenti sulla rete Gehlen, al fine di poter fornire un maggiore contributo investigativo, si è ritenuto opportuno disporre l’acquisizione integrale dei fascicoli di Giovanni Gehlen e Di Giovanni Raimonda, cioè di quei personaggi sui quali si è accentrata l’attenzione e di cui non è ancora chiaro l’effettivo ruolo giocato, a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, nella c.d. strategia della tensione.

    Nella seconda visita del 24 maggio, alla quale lo scrivente non ha potuto partecipare, il Dr. Mazzanti ha tenuto a precisare a verbale:

    che i suddetti fascicoli sono stati esibiti, nonostante gli esponenti di ricerca risultassero diversi, e pertanto erano da considerarsi ultra petita (!);

    la non correttezza degli operatori di P.G. che avevano richiesto la acquisizione in blocco dei fascicoli di Giovanni Gehlen e di Di Giovanni Raimonda, senza effettuare alcuna selezione, così come indicato espressamente dalla S.V.;

    che gli stessi fascicoli erano stati peraltro visionati da altra P.G., sempre su delega della S.V.

    Le argomentazioni addotte dal funzionario del SISMI, a parere di chi scrive, non possono essere accettate in quanto:

    sia il Gehlen Giovanni che la Di Giovanni Raimonda, sono stati parte integrante della rete Gehlen, pertanto, la richiesta di esibizione dei due fascicoli è da ritenere legittima e non ultra petita;

    attesa la delicatezza delle indagini si è ritenuto – come già detto sopra – di acquisire integralmente i fascicoli dei due soggetti, elementi di primo piano della rete italiana del servizio segreto tedesco;

    la documentazione, anche se già esaminata da altra P.G., non deve, a priori, farne escludere un’ulteriore esame, in quanto, nel frattempo, possono essere emersi nuovi elementi, che il destinatario del provvedimento non è tenuto a conoscere.

    Nella terza visita del 31 maggio, è stata soltanto presa in consegna la copia della documentazione ritenuta di interesse.

    La documentazione acquisita al SISMI, per esigenze connesse alla redazione di questa annotazione è stato suddiviso in 4 annessi:

    annesso 1: contenente la documentazione, comprensiva di nr. 111 atti che sono stati numerati progressivamente mediante l’apposizione nel bordo superiore sinistro di una striscia di carta indicante il relativo numero d’ordine progressivo da 1 a 111;

    annesso 2: contenente la documentazione ritenuta di interesse agli atti del fascicolo 1-3-2-7-1 - 950 all’oggetto Contatti di rappresentanti del servizio informativo di Bonn con organi del servizio italiano (due volumi);

    annesso 3: contenente gli atti ritenuti di interesse della pratica nr. 2739 intestata al prof. Giovanni Gehlen;

    annesso 4: contenente gli atti ritenuti di interesse della pratica nr. 1803 intestata a Di Giovanni Raimonda.

    Di tutta la documentazione acquisita al SISMI, questa Direzione Centrale non ha mantenuto copia.

    I. Introduzione

    Nell’ambito delle investigazioni, relative al procedimento penale in oggetto indicato ed in altre inchieste giudiziarie, sono emerse una serie di circostanze, che si elencano qui di seguito, che spingono a ipotizzare che elementi della rete italiana dell’organizzazione Gehlen potrebbero avere avuto un ruolo, di non secondaria importanza, nella destabilizzazione del nostro Paese a far data dalle dimissioni del generale Reinhard Gehlen dalla carica di presidente del servizio segreto della Germania Federale, BND, e dalla conseguente esautorazione del fratello Giovanni Gehlen da responsabile della rete del BND in Italia.

    In particolare è emerso che:

    A riprova di ciò l’articolista fa riferimento:

    II. La nascita della Organizzazione Gehlen in Germania

    Prima di passare ad analizzare la documentazione che è stata acquisita al Servizio Informazioni Militare e quella esistente agli atti del disciolto Ufficio AA.RR. sul conto della rete italiana della ‘‘Organizzazione Gehlen", al fine di avere un quadro della stessa, appare utile ricostruire, in sintesi, come l’organizzazione nacque in Germania dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Poiché la pubblicistica su tale argomento in Italia non è numerosa, si è ritenuto opportuno fare riferimento al volume pubblicato nel ‘73, per i tipi della Mondatori, dal titolo SERVIZIO SEGRETO. Le memorie del Generale Reinhard Gehlen.

    Il 22 maggio 1945, dopo quindici giorni dalla capitolazione tedesca, il generale Reinhard Gehlen, già capo della sezione Armate Straniere Est dello Stato Maggiore Generale dell’Esercito Tedesco, incarico dal quale era stato esonerato da Hitler il mese precedente, si arrendeva agli americani con quattro ufficiali del suo Stato Maggiore. Rinchiuso come prigioniero di guerra a Wiesbaden, cercava di acquistare la libertà cercando di convincere gli americani che ben presto l’alleanza Est-Ovest sarebbe crollata e sarebbe scoppiato un conflitto di interessi che avrebbe avuto come teatro l’Europa, mettendo così in pericolo la sicurezza delle Nazioni. A tal fine il generale Gehlen si dichiarava disposto a fornire il proprio bagaglio informativo²⁰ sulle reali potenzialità belliche dei sovietici proponendo:

    di mettere la sua organizzazione al servizio degli Stati Uniti, non in posizione di dipendenza ma di collaborazione;

    l’accesso a tutte le informazioni sui sovietici (manuali militari, piani di battaglia dell’Armata Rossa - informazioni sulle capacità economiche e industriali);

    di offrire la rete di spionaggio già esistente al di là della Cortina di Ferro.

    Data l’importanza della offerta, gli americani, segretamente, lo trasferivano a Washington insieme ad alcuni ufficiali del suo Stato Maggiore. Prima di lasciare la Germania dava incarico al suo vice, Gerard WESSEL, di mantenere i contatti con gli altri ufficiali. A riprova dell’interesse che gli Stati Uniti rivolgevano alla vicenda, tutti gli ufficiali – al fine di evitare che i sovietici si interessassero alle loro persone – venivano cancellati dalla lista dei prigionieri di guerra e, pertanto, ufficialmente inseriti in quella dei ricercati.

    Il generale Gehlen, negli Stati Uniti proponeva ai suoi interlocutori la fondazione di un servizio segreto in funzione anticomunista sul suolo tedesco, con la stessa direzione di prima, cioè la sua (di Gehlen), ma con l’appoggio degli americani. Quest’ultimi però non si trovarono subito d’accordo per due ordini di motivi: il primo, il timore che se l’accordo fosse filtrato alla stampa, ciò li avrebbe messi in evidente imbarazzo con i sovietici; il secondo, l’eventuale utilizzo di una rete tedesca di spionaggio, fino a ieri nemica degli alleati, non avrebbe trovato il consenso sia dell’opinione pubblica americana che degli altri Paesi alleati.

    A togliere dall’imbarazzo della scelta contribuirono gli stessi sovietici. A febbraio del ‘46 le truppe sovietiche invadevano la Persia settentrionale, violando in tal modo gli accordi che erano stati presi dalle Potenze vincitrici a Londra che prevedevano, tra l’altro, che gli eserciti stranieri dovevano abbandonare il territorio della Persia entro il 2 marzo 1946. Questa aperta violazione scatenò negli Stati Uniti una accesa campagna stampa e l’opinione pubblica cambiò parere sulle intenzioni dei sovietici. Da questo momento, gli americani presero in seria considerazione la proposta del generale Gehlen, e già a metà del ’46 i preparativi, per la riorganizzazione della organizzazione che prenderà il nome dal suo fondatore, erano già pronti.

    Il primo luglio 1946 il generale Gehlen con i suoi ufficiali veniva trasferito in Germania e da questo momento inizierà a lavorare, in collaborazione con l’Esercito americano, alla nuova Organizzazione Gehlen, in funzione antisovietica.²¹ La prima sede sarà a Oberursel ma, nel ’47, Gehlen chiedeva ed otteneva dall’Esercito americano, dal quale veniva finanziato, la sede di Pullach (ventidue case costruite come residenza di Rudolph Hesse e poi utilizzate come Quartier Generale di riserva).

    Ben presto, per la neonata struttura di spionaggio, giunsero le prime difficoltà finanziarie che si aggravarono dopo il giugno del ‘48 con la riforma valutaria tedesca. Gehlen si vedeva pertanto costretto a chiedere l’aumento del budget, in caso contrario sarebbe stato costretto a

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