Mauro COLAGRECO
Nel 2014 ho visitato Buenos Aires con un gruppo di colleghi della stampa estera. A guidarci alla scoperta della scena gastronomica locale c’era uno chef italo-argentino con un ristorante a Mentone, un tiro di bocce dalla frontiera tra riviera francese e ligure: si chiamava Mauro Colagreco, il suo ristorante Mirazur. Di quel viaggio ho ricordi netti, legati a interessanti format ibridi di ristorazione e mixology, a una straordinaria dry aged beef, a una trattoria commovente a due passi da “La Bombonera”, lo stadio dei Boca Junior. Ma a colpirmi più di tutto era stata la popolarità di Colagreco.
fresco di due stelle Michelin e il podio dei World’s 50 Best Restaurants ancora lontano, lo chef non faceva passo senza essere riconosciuto, abbracciato. Un’anziana signora aveva pianto per l’emozione. Sei anni dopo, seduta con Mauro e sua moglie Julia nel grande giardino terrazzato che abbraccia la loro casa di Mentone, tra le montagne e il golfo, ricordiamo quei giorni, l’entusiasmo degli argentini. «Dovresti vedere adesso…», dice lui. «È come Evita Peron!», lo prende in
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