Come premessa, avvisiamo di un pericolo. L’unico. Per chi all’Elba vi arriva impreparato, lo shock da meraviglia è assai probabile, specie in periodi lontani dalle invasioni turistiche. E il bello è che per prepararsi non è sufficiente leggere, studiare, vedere foto, ma tocca giungere a bordo, indagare, odorare, girellare a caso e immunizzarsi abitando l’isola. Dunque il cortocircuito è presto detto: diffusa bellezza, approcciarsi con cautela.
Del resto staremmo parlando, secondo leggenda, di una delle perle disperse della dea Afrodite, poi rimasta a galla nel mar Tirreno dove ha iniziato a popolarsi per trasformarsi in ciò che è. Ma prendiamola pure come un segmento del vecchio crinale che univa Corsica e Italia, oggi riemerso per 147 chilometri di coste che s’innalzano in faraglioni o degradano in spiagge bianche, nere, rosse, e risalgono nel verde dell’interno che sa farsi duna, colle, trionfo di macchia e di bosco, altrove miniera ferrosa o granito d’altitudine (oltre 1.000 metri per il monte Capanne), il tutto circondato da aria e acque pulitissime. All’offerta si aggiunga quella gastronomica, non