Elvio il figulino
di chi non giudica, non sceglie per casta, patrimonio o colore della pelle. Dona se stesso alle persone a prescindere da tutto. È quello che è successo nella storia di Elvio Sagnella. Artista, ceramista, figulino, ovvero colui il quale si sporca le mani con l’argilla, crea forme, conosce la magia del fuoco che nel forno fissa per sempre colori e immagini su un pezzo di fango modellato. Elvio quel talento, quell’, ce perché sono cotti due volte, come i biscotti, anche se sembrano taralli. Questa è terra di vino e di olio. E questi “taralli” (ma guai qui a chiamarli così), sono un meraviglioso accompagnamento di un bel vino rosso secco del Sannio o di una soppressata beneventana. Oppure, sbriciolati dentro una succosa insalata di pomodori, riportano ai sapori antichi e semplici della tradizione. Questo è il mondo di Elvio. E questi luoghi, con i loro profumi e i loro colori, sono la sua grande ispirazione. Insieme all’arte sacra e religiosa del passato sempre viva nella storia locale. Il suo percorso artistico passa attraverso l’incontro con artisti locali, il lavoro da apprendista nella bottega di un grande ceramista, il diploma all’istituto d’arte di Cerreto Sannita. E poi il talento di cui Madre Natura lo ha dotato. Natura che ha messo a dura prova questo territorio con terremoti distruttivi, come quello del 5 giugno del 1688. Ma fu proprio dopo questo terribile terremoto, che rase al suolo molti paesi della zona, che iniziò la storia artistica di questo territorio. Dopo questo violentissimo evento, qui arrivarono molti ceramisti forestieri, soprattutto napoletani, che contribuirono a dare vita alle forme e ai decori settecenteschi che caratterizzano ancora oggi l’architettura e la produzione locale. Elvio, nei suoi lavori, richiama l’arte del Sei-Settecento, ma ama sostituire i volti dei protagonisti con quelli dei suoi familiari e degli amici, il padre, la moglie, i figli nelle diverse età della loro vita. Vita che non ha risparmiato a Elvio neanche grandi sofferenze, ma che non ha mai scalfito la sua libertà di creatore di un’arte personale e libera da ogni preconcetto.
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