Il lato oscuro di PAGANINI
e fosse nato nella seconda metà del ventesimo secolo, statene certi, sarebbe rientrato nella ristretta cerchia delle “rockstar” più amate, imitate e discusse del momento. Le sue gesta avrebbero riempito le copertine dei più grandi magazine a carattere musicale, al pari di quelle scandalistiche colme di titoli sensazionali e indiscrezioni piccanti. Il nome non sarebbe comparso nel macabro elenco del Club 27 (unicamente per aver superato di gran lunga la fatidica fascia d’età), ma ciò non gli ha impedito di essere affiancato agli artisti maledetti più discussi di sempre. Nato a Genova nel 1782, Niccolò Paganini è stato e continua a essere uno dei violinisti più grandi che la storia abbia mai avuto, grazie ai suoi virtuosismi e alle opere eseguite in una maniera impareggiabile per i comuni mortali. I frutti del duro lavoro, coltivati come autodidatta già da giovanissimo e ottenuti tramite una costante dedizione agli strumenti (si applicava con sessioni giornaliere che potevano durare dalle dieci alle dodici ore), non tardarono ad arrivare, e lo sconfinato talento divenne in breve tempo motivo per ricevere apprezzamenti da tutto il mondo. Si sa, le abilità muovono quasi sulla stessa lunghezza d’onda complimenti quanto invidie e queste ultime, è inevitabile, trovarono terreno fertile – in mancanza d’altro – sul misterioso
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