STEFANO TONCHI: Hai spesso collaborato con Maripol, ma mai prima d’ora in modo così stretto, in questa collezione siete state molto vicine, più del solito. Come vi siete conosciute e come è nata questa collezione?
MARIA GRAZIA CHIURI: Fin dai tempi di Valentino ero ossessionata da lei, avevo tutti i suoi libri. Volevo conoscerla. Mi ricordo che arrivai a New York con l’unico obiettivo di incontrarla, senza sapere com’era. Casualmente a una cena con Blondie stavo raccontando della mia passione per Fiorucci, per Maripol, per i suoi outfits… e lei mi disse “Ma io sono amica di Maripol!” E la chiamò subito. Ci parlai al telefono e ci incontrammo il giorno dopo. Ero una super fan, il suo lavoro, i suoi gioielli, era un grande riferimento…
MARIPOL: Hai ragione, fu il giorno dopo! In un building della Factory di Andy Warhol.
MGC: Ero ammaliata dalla Factory. Avevamo trovato lo spazio per fare la presentazione, e il mio sogno era di avere le foto di Maripol. Quindi la invitai mostrandole lo spazio e le proposi di scattare le sue polaroid.
ST: Maripol cosa hai pensato quando hai ricevuto quella telefonata?
Mi telefonarono nel mezzo della notte. Parlai con Maria Grazia e il giorno dopo ci incontrammo. La prima cosa che fece fu abbracciarmi. Non ti racconto neanche tutte le nostre avventure, a Parigi, la tensione