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LA CLONAZIONE UMANA. Sue implicazioni e visuale cristiana
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E-book81 pagine58 minuti

LA CLONAZIONE UMANA. Sue implicazioni e visuale cristiana

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Info su questo ebook

Il presente libro è stato scritto per cercare di affrontare la tematica attuale, del rapporto tra bioteconolgie in genere e le problematiche morali che solleva di conseguenza, oltre a valutare la complessità della stessa.

Il caso specifico della clonazione umana, come caso concreto esaminato, è stato preso in considerazione, ma si puo estendere ai diversi ambiti , nel settore delle bioteconologie, di cui la stessa fa parte, come componente di un processo più ampio, alcune volte.

Valutando lo stesso, in un contesto culturale di matrice cristiana, di cui l 'Europa è sicuramente interessata, sia per un discorso di radici storiche cuturali, sia come parte del mondo, in cui queste reltà sono presenti. Del resto, la profondità di queste manipolazioni interessano tutte le persone , in quanto possono , se gestite in modo inappropriato, intaccare la vita stessa dell 'umanità, su tutto il pianetà, avendo una profondità di interazione sulla vita a un livello molto profondo, come ho cercato di dimostrare nel libro.

Allora, la questione è molto complessa e richiede un sistema di collaborazione di diverse discipline e competenze , non ultima , ma determinate, la componente morale, come si cerca di evidenziare , in una logica di collaborazione e di apporto costruttivo, di diverse discipline e competenze professionali, senza nessuna esclusione e con riferimento a un modello interpretativo della vita e delle sue problematiche a rete, olistica e multidisciplinare, ormai ineludibile.
LinguaItaliano
Data di uscita18 set 2015
ISBN9788893062510
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    Anteprima del libro

    LA CLONAZIONE UMANA. Sue implicazioni e visuale cristiana - Nicola Liberio

    scienza.

    CAPITOLO I

    GENESI DI UN EVENTO

    1.1. CRONACA DI UN FATTO

    Il 21 febbraio del 1997, alle ore 20,50, l’ANSA lanciò a breve distanza otto comunicati: Nature (la nota rivista scientifica) pubblico un eccezionale scoperta sul numero 27 dello stesso anno, dove era descritta la prima clonazione di un mammifero, una pecora, ottenuto in un laboratorio vicino ad Edinburgo, in Scozia: precisamente al Roslin Institute. Il primo autore dello studio si chiamava Ian Wilmut. La pecora clonata si chiamava Dolly.¹

    La novità sta’ nel fatto che la clonazione era avvenuta trapiantando il nucleo di una cellula adulta in un ovulo a sua volta privato di nucleo. La notizia aveva una grande importanza in quanto era la prima volta che un animale superiore, un mammifero, non lontano dall’uomo, da un punto di vista evolutivo, era stato fotocopiato con una tecnica fino ad allora ritenuta impossibile.

    Era avvenuta in altre parole, una riproduzione asessuata ed agamica, volta a produrre individui biologicamente uguali all’individuo adulto, fornitore del patrimonio genetico del nucleo. Questo intervento era ritenuto fino a quel momento impossibile: si pensava che il DNA delle cellule somatiche degli animali superiori, avendo ormai subito la fase della differenziazione, non potessero più recuperare la capacità di guidare lo sviluppo di un nuovo individuo.

    Ovviamente come la storia della scienza insegna, l’uomo tenta di applicare tutte le tecniche anche a se stesso e infatti questa idea prese piede per prima negli Stati Uniti.

    Alcuni scienziati, fra cui l’americano Richard Sheed, espresse la sua intenzione di clonare l’uomo nel dicembre del 1997.²

    Tentativi analoghi risultano essere stati fatti in un ospedale di Seul, dove la clonazione era stata eseguita prelevando da una donna un ovulo cui era stato tolto il nucleo e sostituito con quello di una cellula somatica della regione mammaria.

    Così stimolata, la cellula uovo si era riprodotta dando avvio ad un clone, un individuo con un patrimonio genetico in tutto identico a quello da cui il materiale cellulare era stato tratto.

    L’esperimento è stato interrotto quando l’embrione era formato di quattro cellule. Tutto ciò aveva suscitato preoccupazione crescente in tutto il mondo ed ha acceso l’interesse per il tema della clonazione e particolarmente quella umana.

    1.2. STORIA DELLA CLONAZIONE

    La parola clone deriva dal greco Klon, che significa germoglio o ramoscello. In biologia indica la possibilità di duplicare il patrimonio genetico di qualsiasi essere vitale. Così, ad esempio si possono duplicare, virus, batteri, molecole, organismi, ed anche intere piante od interi animali.

    Clonare significa dunque riprodurre o frammenti di DNA e linee cellulari o, in modo asessuato, organismi pluricellulari geneticamente identici. La clonazione è il risultato dell’atto del clonare. Oggigiorno la clonazione di frammenti di DNA e di linee cellulari è già utilizzata in campo biomedico, mediante la produzione di farmaci (esempio: insulina umana od ormone della crescita) o nella terapia di alcune malattie.

    L’episodio di Dolly è stato solo uno degli avvenimenti più conosciuto e che ha risvegliato l’interesse dell’opinione pubblica e delle autorità, ma la storia della clonazione parte da tempi precedenti, così come in seguito descritto.

    1938: Prime idee di clonazione. In quell'anno lo scienziato nazista Hans Spemann aveva proposto di estrarre il nucleo da una cellula uovo e di rimpiazzarlo con un'altra, ma gli esperimenti non giunsero a niente.

    1952: Primi esperimenti di clonazione di rane. I primi animali che furono clonati furono le rane. Agli inizi degli anni cinquanta, due ricercatori inglesi, Robert Briggs e Thomas King, riuscirono a trapiantare il nucleo di una cellula di embrione di rana in un ovulo.

    1962: John Gurdon prosegue nella clonazione. In quell'anno John Gurdon riesce a trapiantare un nucleo, prelevato da cellule di intestino di girino, in un ovulo. Grazie a ciò la strada del trasferimento nucleare che sta alla base delle tecniche di clonazione, è aperta.

    1973: Esperimenti di trapianto di nucleo. All'università di Cambridge fu rimpiazzato il nucleo di una cellula uovo di una rana con quello di un'altra rana, ma l'embrione non riuscì a superare lo stadio di girino.

    1982: Si creano topi transgenici. Il primo animale transgenico è il topo. In quell'anno la rivista scientifica Nature annuncia la nascita di un topo dopato dall'interno.

    In altri termini, nel suo patrimonio genetico è stato inserito un gene per la produzione dell'ormone della crescita, grazie al quale l'animale poteva crescere molto più del normale.

    1984: Vengono copiati animali. Steen Willadsen a Cambridge, in Inghilterra, ottenne cinque pecore tutte uguali suddividendo un unico embrione: è una tecnica che si definisce embryo splitting e riproduce quello che si verifica in natura con la nascita di gemelli identici. Si può comunque considerare una clonazione, anche se non prevede il trasferimento di nucleo: permette, infatti, di ottenere animali perfettamente uguali.

    1984: Clonazione con trasferimento nucleare. A Cambridge nasce una pecora ottenuta grazie a un trasferimento nucleare: il nucleo di una cellula embrionale viene trasferito

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