BOLOGNA
ul legame tra Lucio Dalla e Bologna – la città dove è nato, il 4 marzo 1943 – è stato detto e scritto molto, e il capoluogo emiliano e i suoi luoghi ed atmosfere tornano in alcune delle sue canzoni più belle. A cominciare proprio da , che si riferisce non alla maestosa piazza Maggiore ma alla più raccolta piazza Cavour, dove aveva abitato da ragazzo e dove dal 2021 si trova la statua-panchina realizzata da, costituita il 4 marzo 2014 dai cugini dell’artista (Andrea Faccani, Dea Melotti e Daria Grazia). Sul campanello risulta ancora il nome di Domenico Sputo, pseudonimo che aveva scelto per la sua carriera parallela come corista e strumentista. Al piano nobile di un palazzo quattrocentesco, decorata da affreschi del Cinquecento, conserva negli arredi e nei decori l’impronta eccentrica del cantautore, in un caleidoscopio di stili ed epoche, opere d’arte e ninnoli vari, raccontandone il carattere e le storie. Attraverso Bologna Welcome Travel Agency si prenotano visite guidate alla casa, mentre per il biennio 2022-2023 sono molte le iniziative in programma nell’ambito della rassegna Bologna X Lucio, promossa dalla Fondazione con il Comune di Bologna. Tra queste, la grande mostra , ospitata al Museo Civico Archeologico fino al 17 luglio 2022 (per poi andare a Milano, Roma e Napoli), che ne racconta e ripercorre l’intero percorso umano e artistico. Sono diversi, poi, i tour guidati della città proposti da associazioni e agenzie, per scoprirne i luoghi e le storie accompagnati da guide esperte e musica . Mentre per chi vuole rivivere atmosfere e aneddoti legati alla Bologna di Lucio e alle sue canzoni ma non ha modo di visitare la città, c’è il libro : una sorta di curiosa guida letteraria scritta dal giornalista bolognese (e amico) Giorgio Comaschi.