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La Famiglia Collavini, il Friuli e la Ribolla Gialla

ivignano 1896. La storia inizia qui. Eugenio Collavini, uomo illuminato amante dell’arte, musicista e profondo conoscitore della viticoltura inizia un piccolo commercio vendendo il vino ai ricchi signori di Udine. Eugenio è un uomo innamorato della vita e ama camminare per i vitigni accompagnato dal suo amato cagnolino, dovunque andasse lui era sempre presente. La vita di Eugenio scorre veloce tra mille progetti ma la Grande Guerra arriva a smembrare le certezze, le passioni, gli amori, la tranquillità delle persone. E siccome in e almeno tre di riposo in bottiglia, donano al Grigio una finezza rara e una spuma persistente con fine e continuo, colore paglierino scarico, brillante con venature verdognole. Alla fine degli anni Settanta, Manlio Collavini, con cantina a Corno di Rosazzo – in un insediamento fortificato del XVI secolo dove sorge la villa dei Conti Zucco-Cuccagna, oggi dimora dell’azienda vinicola e della famiglia, luogo magico, restaurato per volere di Manlio, capace di coniugare i tratti distintivi della villa padronale con le necessità di una cantina – decise di dedicare 4,5 ettari di terra a un’antica varietà autoctona interpretandola come base spumante: la ribolla gialla. La ribolla gialla “è la varietà più orientale presente in Friuli Venezia Giulia ed è stata introdotta dalle legioni romane che, dalla Pannonia, andavano in Gallia transitando per il Friuli”. Il Pregiato vitigno del Friuli, di cui si conoscono una varietà rossa ormai quasi scomparsa e una varietà bianca più largamente coltivata, a grappoli piccoli, cilindrico-piramidali, acini di grandezza media con buccia di colore giallo alabastrino, chiamato così perché originariamente la ricchezza di acido malico faceva sì che ribollisse. Oggi con la vinificazione a temperatura controllata questo non avviene più. Il risultato raggiunto è stato una ribolla gialla brut ottenuta grazie a una nuova interpretazione dei metodi tradizionali di spumantizzazione. Il Metodo Collavini è nato infatti dall’idea di portare al Martinotti-Charmat tempi e tecniche riservate al Metodo Classico, unendo i vantaggi di entrambi e che oggi ci permette di trovare nella ribolla gialla brut uno spumante di assoluto equilibrio e qualità. In azienda subentrano a un certo punto anche i figli Giovanni e Luigi, innamorati anch’essi delle tradizioni del territorio. Il primo si occupa di produzione mentre il secondo, autentico girovago, si occupa di promozione e comunicazione dell’azienda di famiglia. I Collavini producono ogni anno un milione e mezzo di bottiglie che vengono vendute in 30 paesi sparsi per il mondo. Ma un altro obiettivo spinge la famiglia a includere un’idea più ampia di ospitalità friulana: abbinare un calice di vino a un’ottima proposta gastronomica creando l’Osteria della Ribolla, un luogo unico dove degustare le migliori specialità del Friuli. A fare da scenografia Villa Zucco-Cucagna, con in carta piatti tipici della cucina friulana da abbinare a un buon calice di vino. L’Osteria nata nel 2006 quasi per gioco è ricavata dalle cantine dell’antico maniero, sinonimo di accoglienza domestica, di ottime materie prime di stagione, di elegante tradizionalità. Un locale intriso di storia, gestito da Alberto Ticozzi che accoglie i clienti con un classico , termine friulano per indicare il “bicchiere di vino” facendo scoprire tipicità friulane di derivazione asburgica che stagione dopo stagione raccontano i sapori e i ritmi lenti di un tempo. Vi ricordate del cagnolino che seguiva Eugenio Collavini dappertutto? È diventato il simbolo dell’azienda, impresso su ogni bottiglia di vino, indissolubile ricordo di una famiglia legata alle tradizioni e alla memoria.

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