Sostenibilità ambientale e “benessere umano”: sono questi i principi su cui si basa la bioarchitettura, che non è solo una architettura sostenibile che prevede l’utilizzo di determinate materie per apposite tecniche e lavorazioni a basso impatto, ma rappresenta un vero e proprio approccio all’architettura.
In comune con l’edilizia sostenibile, la bioarchitettura si concentra sulla progettazione e la costruzione di edifici che tengono conto dell’impatto ambientale, cercando di minimizzare l’uso di risorse non rinnovabili e di ridurre l’inquinamento, ma in più mira a conferire un valore sociale a edifici, aree, parchi, progettati secondo le caratteristiche chiave della bioarchitettura.
Se già l’edilizia sostenibile progetta edifici che siano in grado di massimizzare l’efficienza energetica, riducendo al minimo i consumi di energia per il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione (tramite una buona isolazione, l’orientamento degli edifici per sfruttare il calore naturale del sole a seconda dei momenti della giornata, l’uso di vetrate efficienti. Questo approccio inoltre tiene fortemente conto del clima locale e delle condizioni ambientali non solo per ridurre la necessità di sistemi di riscaldamento o raffreddamento artificiali, ma anche per ottimizzare il comfort degli occupanti. In particolare, però, un edificio realizzato con questo approccio secondo i principi della bioarchitettura si distingue per una caratteristica che la rende riconoscibile immediatamente: è un . Oltre ad essere ricchi di spazi verdi, come giardini e cortili interni, questi edifici impiegano le piante come materia prima fondante e imprescindibile, parte integrante di un progetto bioarchitettonico, in quanto il verde è considerato fondamentale per la qualità dell’aria, il comfort termico, un’illuminazione adeguata e, quindi, il benessere generale degli occupanti nella loro forma di salute sia fisica che mentale.