COSA SUCCEDE QUANDO un ‘leader gentile’ e un’arbitra si incontrano? Che la partita si fa interessante. Che sul campo giocano forti e deboli e l’obiettivo resta vincere, ma a patto di “restare umani”. Di non prevaricare, di non voler a tutti i costi superare l’altro. “Consapevoli che dall’avversario si impara, anche osservandone gli errori. E che domani potrei stringere la mano a chi ho battuto oggi perché sarà lui a sconfiggere me”.
In un mondo in cui dimostrare di ‘essere arrivati’ sembra la regola, Guido Stratta e Manuela Nicolosi hanno il coraggio di sovvertire tutto. Sentire di aver raggiunto un traguardo – e quindi ricevere il beneplacito prima di tutto di se stessi – è fantastico. Ma è il viaggio verso il ‘goal’ che conta. L’atteggiamento mentale che permette di dire: “Ho vinto perché mi sono impegnato, perché ce l’ho messa tutta senza scavalcare nessuno”.
Due outsider: lui, una carriera come responsabile risorse umane in Gruppi importanti come Italgas, Wind, Enel e una visione originale della leadership; lei, la prima donna arbitro italiana. Una pioniera in un campo ancora prettamente maschile. Un uomo