Saper Collaborare

Di Antonio Cecere

Stai cercando di far evolvere la tua azienda o i tuoi progetti?

Punta sulla collaborazione. E' la competenza migliore che hai a disposizione.

In questo libro trovi consigli concreti che mettendo in discussione il pensiero comune, ti faranno scoprire le chiavi di una collaborazione efficace con soci, dipendenti, clienti. Sia sui canali tradizionali sia digitali.

Negli ultimi decenni ci hanno spinti a dare maggiore importanza all'estetica e alla persuasione, anche nelle relazioni professionali. Ma questo approccio si è rivelato fallace perchè, persino nel migliore dei casi, crea solo una fiducia temporanea nell'interlocutore.

L'autore di questo breve saggio formativo, attraverso l'analisi di casi reali di professionisti ed imprenditori, offre nuove chiavi di lettura per la costruzione di collaborazioni solide, etiche e durature nel tempo.

Consigli concreti che potrai mettere in pratica non solo con i tuoi collaboratori e clienti, ma con tutte quelle persone che entreranno in contatto con te.

L'autore, Antonio Cecere, classe 1976, da oltre 20 anni collabora con imprenditori e professionisti sui temi della collaborazione efficace. Ha maturato esperienza come responsabile della qualità in un gruppo di aziende di servizi nazionale e si forma continuamente in discipline dello sviluppo personale e aziendale. Nel 2011 ha fondato uno studio professionale dedicandosi alla crescita e all'innovazione di piccole medie imprese, professionisti e dirigenti.

Gli approcci innovativi di sua ideazione sono stati citati sugli annuari dell'eccellenza nella formazione e alcune aziende che ha supportato sono state nominate best performer.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 10 nov 2023
• ISBN: 9791222706047

Anteprima del libro

Introduzione: collaboratori o mercenari?

Dal dire al fare: possiamo apprendere a collaborare

di Antonio Cecere

E se rimettessimo il tema della collaborazione al centro della discussione in Italia?

È l’obiettivo con cui desidero accompagnare il lettore in questa raccolta di appunti, riflessioni e interventi di professionisti da me intervistati sul tema della collaborazione.

In questi anni ho avuto il piacere e l’onore di collaborare con imprenditori e professionisti nel far crescere la qualità del proprio lavoro, avere un impatto positivo sul proprio business e sul proprio territorio, sostenendo i propri valori e le proprie idee.

Collaborazione:

in tanti ne parlano,

ma in quanti

la praticano?

Qual è il comune denominatore? Nell’epoca della complessità e del mutamento continuo in cui viviamo, su una cosa sembriamo tutti d’accordo: qualunque sia il progetto da sviluppare, per aumentare le probabilità di successo ci è necessario collaborare.

Eppure, se pensiamo alla realtà concreta, la collaborazione non è per nulla scontata o automatica. In molti casi stenta a decollare, in altri prosegue con grande stress, oppure si interrompe.

D’altro canto, negli ultimi venti anni, parte della formazione ha spinto le relazioni umane e professionali alla persuasione sterile - privata cioè di valori di riferimento e basata per lo più su tecniche comunicative - o all’appartenenza ad un ruolo: nello scaffale del supermarket della formazione si trovano tecniche per convincere o decodificare la mente di ogni tipo di persona.

Ma se andassimo a chiedere alle persone - in privato, non conta cosa si dice davanti agli altri - cosa ne pensano della collaborazione, ci renderemmo conto che tutti la desiderano, ma in pochi la amano.

La persuasione

da sola non basta:

può annientare la fiducia

e la collaborazione.

La persuasione, se è l’unico strumento, annienta la fiducia. Quando la collaborazione non costruisce vera fiducia, continua solo per convenienza. In accordo con il sociologo Baumann, la convenienza produce collaborazioni liquide ovvero non solide, precarie, mercenarie, egoiche.

La buona notizia è che ci sono tante persone - professionisti, imprenditori, funzionari, docenti, divulgatori e probabilmente anche voi che state leggendo - fermamente convinte che l’Italia potrebbe fare un grande salto di qualità, nel momento in cui cambiassimo il modo di collaborare.

Quello che accade in un’azienda può riflettersi su un intero territorio e viceversa.

Capita di avere ottime idee, conoscenze ed esperienze da condividere, ma non sempre queste vengono valorizzate e diffuse quanto meritano, causando dapprima una rinuncia e poi una lamentela. Spesso le idee evolutive non vanno di moda. O almeno non nell’immediato.

Possiamo avere contezza di questo, per esempio, osservando le discussioni sui social media: in quanti collaborano realmente? In molti desiderano che si collabori meglio, diversi si adeguano alle modalità già esistenti, in pochi prediligono un approccio propositivo e creativo.

Evitiamo la lamentela

e promuoviamo

un approccio

costruttivo

e collaborativo.

Con questa iniziativa divulgativa desidero uscire dalla lamentela sulle collaborazioni e consegnarvi dei contenuti che spero possano stimolarvi, offrirvi ispirazione e riflessione, specialmente se si opera nell’ambito della piccola e media impresa.

Desidero ringraziare di vero cuore tutte le persone e i professionisti che hanno collaborato direttamente o indirettamente alla realizzazione di questa idea, con i loro stimoli, le loro critiche, le loro aperture e il loro esempio.

Voglio inoltre ringraziare anche tutte quelle persone che si pongono ogni giorno con atteggiamento ostile verso ogni iniziativa di vera collaborazione e condivisione. Questa raccolta nasce anche grazie a loro, ma è soprattutto dedicata alle persone e ai professionisti che ogni giorno, con il loro atteggiamento e il loro comportamento, sostengono una cultura effettiva della collaborazione in Italia.

Non siamo tutti mercenari.

Saper collaborare è saper creare percorsi aperti

Cuore e mente: come renderli nostri alleati?

di Antonio Cecere

Il nostro punto di partenza è un approccio creativo, in cui la collaborazione è vista come l’innovazione: ha bisogno di stimoli e contaminazioni da ambiti anche completamente differenti tra loro e, apparentemente, non collegati. Il disegno si vede dopo che abbiamo unito i puntini. Perciò spazieremo tra temi, settori e personaggi differenti.

Seppure l’ambito di riferimento resti essenzialmente quello professionale e di business, gli spunti offerti sia da me sia dai professionisti intervenuti possono essere letti anche da una prospettiva più generale sulle relazioni umane.

Al lettore chiedo uno sforzo di apertura per guardare anche ad esperienze che in prima battuta sembrano non familiari con la propria. Alla fine di ogni contenuto offrirò delle domande per facilitare una riflessione costruttiva e utile.

Infine, ma non ultimo, un ulteriore suggerimento è quello di sospendere i preconcetti, in modo da poter cogliere il potenziale di questa prospettiva.

Apriamo mente e cuore

per favorire l’apprendimento

di