NEL NOVEMBRE dello scorso anno, una marea di donazioni di ex alunni si è riversata ad Harvard, un evento non certo insolito per una scuola che sovrintende una dote da 50 mld di dollari. Ma stavolta molte delle donazioni ammontavano esattamente a 1 dollaro. I contributi erano una protesta contro una cultura universitaria che, agli occhi dei critici, aveva limitato il discorso politico mentre dava libero sfogo all’antisemitismo.
L’azione era stata ispirata da Marc Rowan, amministratore delegato del gigante del private equity Apollo, che un mese prima aveva invitato i colleghi ex alunni dell’Università della Pennsylvania – dove è stato un generosissimo donatore – a unirsi a lui per inviare alla scuola donazioni di 1 dollaro. Donazioni arrivate mentre un altro grande nome di Wall Street, il gestore di hedge fund Bill Ackman, lanciava una campagna per cacciare i presidenti di Harvard, Pennsylvania e MIT dopo che quegli stessi funzionari avevano parlato davanti al Congresso dell’antisemitismo nei campus in un modo che molti hanno considerato ipocrita e insensibile.
All’inizio di gennaio, i capi di Harvard e Penn si sono dimessi.
Questa battaglia tra Ivy League e Wall Street è scoppiata