Oggi il traffico e le orde di turisti circondano il sito archeologico di Largo di Torre Argentina che rappresenta, seppur fuori dal circuito principale, uno dei luoghi storici più importanti di Roma. Ma forse sono in molti a ignorare che tra quelle colonne e quei passaggi, frequentati dalla colonia felina che porta il medesimo nome, sia avvenuto uno degli omicidi più famosi della storia, quello di Giulio Cesare. Proprio in quella circostanza sarebbe stata pronunciata dal protagonista una delle frasi più conosciute di sempre: «Tu quoque, Brute, fili mi» (Anche tu, Bruto, figlio mio!). Ma andò veramente così? Cosa c’è di vero dietro queste parole. Per capirlo facciamo qualche passo indietro e ripercorriamo l’ascesa e il triste epilogo della storia del dictator.
GAIO GIULIO CESARE
È senza dubbio uno degli uomini più importanti della storia della Roma antica. Secondo un sondaggio addirittura proprio lui, Cesare, sarebbe – anche tra coloro che non sono appassionati di storia – il personaggio dell’antichità più famoso.
L’ASCESA AL POTERE
Famoso sì, ma forse non particolarmente apprezzato e ben voluto nel suo tempo. Nato a Roma nel 100-101 a.C. da una