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Commento alle letture della domenica/B
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E-book105 pagine54 minuti

Commento alle letture della domenica/B

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Info su questo ebook

L'autore per tre anni ha pubblicato nel settimanale diocesano il commento alle letture domenicali.
In poche battute vengono date alcune importanti linee con le quali leggere l'intera Liturgia della Parola della domenica.
Un sussidio utile per chi ha a cuore la Parola di Dio e vuole prepararsi meglio a vivele la celebrazione eucaristica della domenica.

Questo volume riguarda l'anno liturgico B, quello che ha come protagonista principale il Vangelo secondo Marco.
LinguaItaliano
Data di uscita17 nov 2014
ISBN9786050336894
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    Anteprima del libro

    Commento alle letture della domenica/B - Giordano Don Marco

    Trinità

    I Avvento

    Is 63,16b-17.19b; 64,2-7 

    Sal 79

    1Cor 1,3-9

    Mc 13,33-37

    UN NUOVO ANNO INCONTRO AL SIGNORE CHE RITORNA

    Con questa domenica ha inizio un nuovo anno liturgico e, come di consueto, inizia il tempo dell’avvento. Nel ciclo triennale della liturgia festiva ha inizio l’anno B, in cui saremo accompagnati dall’evangelista san Marco.

    Curiosamente questo esordio ha però luogo con un testo tratto dal tredicesimo capitolo del secondo Vangelo, quello che precede la narrazione della passione di Gesù. Siccome quello di Marco è un Vangelo abbastanza breve (di capitoli in tutto ne ha appena sedici!) possiamo domandarci il perché di una tale scelta liturgica. E la risposta è presto detta.

    L’avvento, il tempo forte che con questa domenica comincia, è sì un tempo che ci prepara al Natale, cioè al ricordo della venuta storica di Cristo, ma è anche un luogo liturgico che ci parla e ci ricorda che ci sarà una venuta gloriosa di nostro Signore, una venuta a cui dobbiamo sempre essere preparati.

    Ed ecco perché oggi ci troviamo davanti uno stralcio del discorso escatologico narrato dall’evangelista san Marco.

    Il vegliare è la sottolineatura decisa che il Maestro ci fa oggi. Invita tutti – «quello che dico a voi, lo dico a tutti» (v. 27) – a scoprire cosa significa stare desti. Vegliare significa vivere sapendo che ci è stato affidato un compito da Gesù, che riconosciamo come nostro Signore; e ciò comporta il dirigere la nostra vita verso l’attesa del ritorno decisivo del padrone della casa.

    Ovviamente non sappiamo quando il padrone tornerà, d’altronde non ci è possibile sapere le scadenza divine, e questa incertezza ha solo una conseguenza radicale: l’impegno di donare tutta la nostra vita al Dio che verrà, senza fare conti e senza trattenere una sola energia per noi.

    Il cammino di questo nuovo anno liturgico ci aiuti ad essere sempre più pronti all’incontro col Signore.

    II Avvento

    Is 40,1-5.9-11

    Sal 84

    2Pt 3,8-14

    Mc 1,1-8

    Nella via di Gesù incontriamo Dio

    Siamo entrati nel cuore dell’avvento e ad attenderci in questa seconda domenica troviamo Giovanni Battista, un personaggio importantissimo per comprendere la vicenda e l’arrivo di Gesù. Egli ha una grande rilevanza perché, come proveremo a spiegare, se, come Giovanni, sapremo accogliere Gesù che viene, sapremo ricevere e vedere in lui la realizzazione di ciò che Dio da sempre ha promesso.

    Proviamo innanzitutto a porre la nostra attenzione a queste poche righe del Vangelo secondo san Marco che la liturgia ci offre. Oggi ci vengono proposti i primi versetti di questo Vangelo, in cui troviamo quello che gli studiosi chiamano il titolo (il v. 1) e una parte del prologo (vv. 2-13).

    Se nel titolo troviamo elementi fondamentali per poi leggere tutta l’opera, nel prologo è interessante focalizzare il richiamo che viene fatto al profeta Isaia. In realtà questo rimando all’Antico Testamento oltre a parti di Isaia contiene anche riferimenti ad altre tradizioni, ma per dire sostanzialmente una cosa: la via di Gesù, che il Vangelo di Marco inizia a raccontarci, viene accostata alla via del Signore (v. 3). Ciò significa che l’esperienza terrena vissuta da Gesù altro non è che la realizzazione della via di Dio già annunciata nell’Antico Testamento. E ciò lo dobbiamo tenere a mente non soltanto in questa parte iniziale dell’anno liturgico, ma ogni qualvolta ci accostiamo al Vangelo di Marco e alle sue narrazioni.

    Dio davvero cammina tra il suo popolo ed è presente in esso, si rende attivo nel ministero di Gesù. Un cammino, quello di Dio tra noi, che troverà il suo compimento nella resurrezione e nella possibile sequela di ogni discepolo.

    Con l’umiltà di san Giovanni Battista proviamo in questo avvento, e sempre nella nostra vita, ad accogliere la venuta del Signore, a preparare la nostra strada a riceverlo, per saperlo poi testimoniare a chi non lo conosce realmente.

    III Avvento

    Is 61,1-2.10-11

    Lc 1

    1Ts 5,16-24

    Gv 1,6-8.19-28

    La testimonianza del Battista

    Ad accompagnarci in questo cammino di avvento verso il Natale oggi è Giovanni Battista. Già domenica scorsa era entrato in scena e ci aveva suggerito qualcosa di importante. Oggi la sua funzione è capitale in merito alla comprensione di tutta la liturgia della Parola.

    La parola chiave che dobbiamo associare alla figura del Battista è quella della testimonianza. Infatti il brano evangelico, preso dal Quarto Vangelo, è una composizione tra tre versetti del celebre prologo giovanneo e la prima parte della narrazione della vicenda di Gesù, la quale viene inaugurata proprio attraverso la testimonianza portata da Giovanni Battista.

    Questa figura eminente ci rende una testimonianza in negativo in più battute, nel senso di dire chi non è: non era la

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