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Il cammino del Silenzio: Vademecum per cercatori di felicità
Il cammino del Silenzio: Vademecum per cercatori di felicità
Il cammino del Silenzio: Vademecum per cercatori di felicità
E-book367 pagine3 ore

Il cammino del Silenzio: Vademecum per cercatori di felicità

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Info su questo ebook

Il libro è diviso in tre parti. L'arte del Silenzio descrive dodici tipi di silenzio, con l'aiuto del genio artistico del Beato Angelico. La danza del Silenzio mette in movimento tutto l'uomo (mente, cuore, sensi, corpo) per incontrare il silenzio (Dio). La musica del Silenzio traccia gli strumenti spirituali per vivere il cammino del silenzio.

---

Quanto rumore nel mondo!
Impariamo
a stare in silenzio
davanti a noi stessi
e davanti a Dio.

Papa Francesco

LinguaItaliano
Data di uscita26 gen 2022
ISBN9788869298417
Il cammino del Silenzio: Vademecum per cercatori di felicità
Autore

Emiliano Antenucci

Sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, è l'inventore del corso «silenzio, parla il Silenzio», tradotto anche in spagnolo e riprodotto in Messico da diversi anni. Si sta curando la traduzione del corso in lingua inglese per il Nord ed il Sud America. L'«Opera di Maria del Silenzio» comprende vari gruppi di preghiera sparsi in Italia, in Ecuador, in Messico ed è in fase di costituzione in altri paesi del mondo. Il corso del Silenzio è stato approvato da madre Anna Maria Cànopi, abbadessa del monastero benedettino dell'Isola di San Giulio d’Orta (NO), ed è sostenuto dalla preghiera e dall’intercessione di venticinque monasteri di clausura. Fra Emiliano si occupa di pastorale giovanile e di strada; le sue passioni sono la mistica e la spiritualità; in passato ha guidato «scuole di preghiera» e fatto catechesi in giro per l'Italia, collabora con la Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, con un carcere di massima sicurezza, con varie associazioni, con TV2000 e con diverse riviste on-line. Numerose sono le sue pubblicazioni apprezzate dal Santo Padre e tradotte in varie lingue. Ha trascorso lunghi periodi in eremi e monasteri sparsi in tutta Italia. Una Quaresima intera l’ha trascorsa nella Certosa di Serra San Bruno. È stato nominato da papa Francesco missionario della Misericordia a tempo indeterminato in occasione dell’Anno Santo straordinario della Misericordia. Il 15 giugno 2016 dopo l’udienza papa Francesco ha benedetto l’icona della Vergine del Silenzio autografandola e dando a fra Emiliano la benedizione apostolica per il suo apostolato. Papa Francesco gli ha chiesto di aprire in Abruzzo un nuovo santuario dedicato alla Vergine del Silenzio. Dal 13 maggio 2020 è rettore del Santuario della Madonna del Silenzio in Avezzano (AQ).

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    Anteprima del libro

    Il cammino del Silenzio - Emiliano Antenucci

    Copertina del libro Il cammino del SilenzioCopertina del libro Il cammino del Silenzio

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    Indice

    Informazioni sull’autore

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    Colophon

    Emiliano Antenucci

    Il cammino del

    Silenzio

    Vademecum per cercatori di felicità

    Effatà Editrice logoFotografia di Papa Francesco e Fra Emiliano

    15 giugno 2016: Papa Francesco benedice l’icona originale della Vergine del Silenzio ed ha un breve colloquio con fra Emiliano (© Foto Osservatore Romano).

    Prefazione

    Nel mio cuore cantano gli angeli, sento le campane a festa per le loro voci. Ad ogni Ave Maria il Cielo si rischiara di splendore di Luce. Sento il respiro e il lamento di Satana, ma sperimento immediatamente il profumo e il canto della Madonna che mi tiene continuamente sotto il suo sguardo.

    Risuonano in me le parole di Teresina: «Nel cuore della Chiesa io sarò l’Amore». Chi sono ora? Presenza silenziosa e luminosa per l’umanità.

    Ho tempo per pregare per l’Opera di Maria del Silenzio, per l’équipe, figli e figlie spirituali, la mia famiglia di origine e quella religiosa, gli amici, i nemici, i poveri, i malati nel corpo e nello spirito, gli indios, i terremotati e tutte le persone che ho incontrato nella mia vita di soli trentaquattro anni, ma intensa con Gesù e con Maria e con tanti giovani e con tanta gente. La lista di preghiere si fa lunga, ma Tu la conosci tutta.

    Grazie per ogni attimo che mi dai, ogni istante è dono, grazia, sorriso, pianto, gratitudine. Sento il fuoco del tuo Spirito dentro di me. Mi dice la gente che sono un frate carismatico, ma il mio carisma è solo la mia povertà. Grazie per la mia povertà e la tua ricchezza. Mi scoppia il cuore... ma è solo l’inizio di una pioggia di grazie e di miracoli... davanti a me vedo una grande Luce. Amen.

    Fra Emiliano

    Immagine di un quadro che rappresenta il volto Cristo

    Odilon Redon, Cristo in silenzio (1897).

    Il progetto

    In silentio et spe erit fortitudo vestra.

    Is 30,15

    Il frutto del silenzio è la preghiera.

    Il frutto della preghiera è la fede.

    Il frutto della fede è l’amore.

    Il frutto dell’amore è il servizio.

    Il frutto del servizio è la pace.

    Madre Teresa

    (Il «biglietto da visita» di Madre Teresa

    è anche il cammino semplice per ogni cristiano)

    Il cammino del silenzio

    Il cammino del silenzio è una trilogia di scritti (L’arte del silenzio, La danza del silenzio, La musica del silenzio) che hanno lo scopo di «disegnare» nella preghiera e nella meditazione il progetto dell’Opera di Maria del Silenzio.

    Il primo libro, L’arte del silenzio, ci fa entrare immaginariamente in dodici «celle dell’anima» con l’aiuto del genio artistico del Beato Angelico. Il libro, scritto in preghiera e in adorazione, analizza i vari silenzi della vita umana. Ci introduce gradualmente all’arte spirituale del silenzio, come un «castello interiore» da visitare e da conoscere.

    Dopo l’analisi dei vari silenzi, ci si mette in un movimento (La danza del silenzio) che coinvolge tutto l’uomo (mente, cuore, sensi, corpo) per incontrare il silenzio (Dio) e condurre un cammino personale e comunitario di guarigione e di liberazione totale.

    Dopo l’analisi (L’arte del silenzio) e la cura (La danza del silenzio) possiamo ascoltare il silenzio (La musica del silenzio) con la Cristoterapia e la Mariaterapia, per tracciare una spiritualità e un modo di vivere di tutto il cammino del silenzio. Gli strumenti sono: il silenzio, la Parola di Dio, l’Eucarestia, Maria, la Passione del Signore, l’Incarnazione del Verbo, la regola di vita, la casa e la scuola di preghiera e di vita.

    Emiliano Antenucci

    Maria Gloria Riva

    Immagine decorativa

    L’arte

    del Silenzio

    Immagine decorativa

    Il silenzio è il Maestro dei maestri

    perché ci insegna senza parlare.

    Maurice Zundel

    Introduzione

    È sempre difficile insegnare un’arte: occorre trovare non solo chi sia disposto ad apprendere, ma che pure abbia innato il talento artistico da far emergere e sviluppare. Nel caso del silenzio è ancora più difficile, perché, se da una parte il talento certamente c’è in tutti, nascosto in noi da Dio stesso, dall’altra ci si scontra con il paradosso di «insegnare» il silenzio, meglio farlo scoprire e amare, con le parole! E la prima cosa da dire è che il silenzio è da ricercare innanzitutto non all’esterno, ma all’interno di noi stessi, là dove c’è la presenza di Dio che fa tacere il rumore dell’io; là dove nasce la preghiera. Ecco perché gli Autori di questo libretto‐guida ci propongono un «pellegrinaggio» alle sorgenti del silenzio. Scelta molto significativa, che ci fa subito capire l’essenziale: il silenzio è un dono di Dio, non lo si «acquista» e neppure lo si «conquista», ma lo si riceve in dono. Bisogna, però, desiderarlo e accoglierlo in cuore umile e povero, pieno di stupore.

    Per «insegnare» il silenzio, è stato scelto un suggestivo percorso attraverso l’arte di un mistico: il Beato Angelico. Conducendo dolcemente il lettore a contemplare gli affreschi del convento domenicano di San Marco in Firenze, suor Gloria Riva, di cella in cella, lo aiuta a cogliere la bellezza spirituale degli affreschi, così da fare un vero incontro con il mistero del Verbo incarnato. Seguendolo nella sua missione redentrice dalla casa di Nazareth al giardino della risurrezione, di silenzio in silenzio, si scopre la contemporaneità di Cristo nella nostra vita: i misteri contemplati non sono solo di Cristo, ma sono i misteri della nostra vita in Cristo. Ad ogni passo, ad ogni sosta contemplativa, si inserisce allora la voce silenziosa di fra Emiliano che aiuta a far luce dentro il cuore e a stare con semplicità e sincerità davanti al Signore. Come sapiente guida spirituale, offre spunti meditativi che, nella loro essenzialità, fanno sentire l’eco della grande tradizione cristiana. Essi, dunque, accendono di nuovo ardore i passi del «pellegrino» che, procedendo nel cammino, impara a cogliere ovunque i segni della divina Presenza.

    Colui che è la stessa Parola creatrice, infatti, si comunica attraverso tutte le creature e tutti gli eventi della storia; tutto parla di lui e a lui rimanda, non è però una voce, un suono che passa, bensì una Persona che dimora nell’intimo del cuore umano e che dalla profondità dell’essere trasfigura tutte le cose.

    Il pellegrino continua il suo cammino passando attraverso dodici silenzi che sono come una straordinaria scala musicale, e, senza sapere come ciò avvenga, si trova inabitato dal Silenzio, quel Silenzio che lo trasfigura interiormente e lo ricolma di una grazia che si riflette nel suo volto e in tutto il suo atteggiamento: nei suoi passi, nei suoi gesti, nel suo sorriso. Perciò chi incontra una persona silenziosa — capolavoro dello Spirito, il divino Artista — percepisce di aver avuto un intimo contatto con il Santo e si trova immerso in un oceano di pace. Il silenzio, infatti, non è una virtù, ma l’alveo di tutte le virtù, il loro profumo, il loro colore, il loro sapore, che è sapienza del cuore: Amore.

    Mirabile icona di questo silenzio è Maria, la Vergine che ascolta, custodisce, accoglie il Verbo divino, lo genera, lo adora, lo serve, lo dona.

    Madre Anna Maria Cànopi osb

    Un cuore aperto al dialogo

    Entrare nel Silenzio (voce amorevole di Dio) comporta un lavoro costante e quotidiano nello «sculturare» l’io e pennellare, con l’aiuto dello Spirito Santo, Dio nell’anima. Mediante l’ausilio della Cristoterapia (Silenzio, Parola di Dio, Eucaristia), nel cammino spirituale dobbiamo comprendere tutti i silenzi che «albergano» nel nostro cuore.

    Proponiamo qui, a guisa di esame di coscienza, dodici silenzi da ruminare, dodici silenzi per guarire, dodici silenzi da far germogliare nel giardino dell’anima, imparando ad amare Dio e se stessi.

    Condurremo questo percorso modulando due registri. Il primo sarà quello dell’arte, cioè della bellezza, quella bellezza che la fede ha saputo produrre. Questo ci aiuterà a rendere visibili i dodici silenzi. Il secondo sarà quello della meditazione vera e propria. Input, citazioni, riflessioni che ci aiuteranno a scandagliare il cuore per aprirlo al Silenzio che parla.

    Fra Emiliano

    I passi nel convento di San Marco

    Desideriamo percorrere questo «itinerario nel silenzio», collocandoci idealmente in un luogo preciso: il convento di San Marco in Firenze. La storia di questo complesso, interamente affrescato dal Beato Angelico e dai suoi discepoli, inizia con la bolla del 21 gennaio 1436 di papa Eugenio IV, su istanza di Cosimo e Lorenzo de’ Medici. Il papa, domenicano, concede ai frati di san Domenico quel convento fiorentino abitato fino a quel momento dai monaci Silvestrini e, nel 1437, il vicario generale dell’Ordine Domenicano, padre Antonino Pierozzi, dà inizio alla ristrutturazione.

    La bellezza di quel luogo, potenziata dall’arte e dalla fede di fra Giovanni da Fiesole, detto l’Angelico, ci introduce in modo mirabile a compiere quei passi nel silenzio che, secondo i maestri dello spirito, aprono alla vera conoscenza di sé e alla piena conoscenza di Dio.

    Suor Maria Gloria

    Immagine di un affresco

    Beato Angelico (1387–1455), Cristo accolto da due frati domenicani , Chiostro di Sant’Antonino, Museo di San Marco, Firenze.

    1. Silenzio della mente

    Liberami, o mio Dio, dalla moltitudine di parole di cui soffro nell’interno della mia anima misera alla tua presenza e che si rifugia nella tua misericordia; infatti non tace il pensiero, anche quando tace la mia bocca.

    Sant’Agostino

    Pellegrini del silenzio

    Ci avviciniamo al convento di San Marco in Firenze e ci imbattiamo, proprio all’ingresso della porta dell’Ospizio dei pellegrini, in una lunetta che propone l’immagine di Cristo accolto da due frati domenicani.

    La scena attualizza l’episodio evangelico dei due discepoli di Emmaus e ci introduce pertanto, in modo straordinario, dentro quel percorso di silenzio che, nella cornice degli affreschi del Beato Angelico, ci accingiamo a percorrere.

    La babele dei pensieri che affollavano i due viandanti di Emmaus, nel primo giorno dopo il sabato più famoso della storia, viene zittita dall’incontro con Gesù. Quel misterioso pellegrino prende su di sé i pensieri, le ansie, le paure dei due discepoli e libera i loro cuori rendendoli chiari e leggeri.

    È quello che il Beato Angelico ci descrive nel gioco delle mani e degli sguardi di questo primo affresco. I due serrano in un abbraccio il Divino Viandante esprimendo così le loro preoccupazioni e il loro desiderio di trattenerlo.

    Le bocche dei due domenicani si serrano di colpo e gli occhi si fissano su Gesù: «Resta con noi, perché si fa sera!». La sera, del resto, è puntualmente registrata nel buio che avvolge l’incontro dei tre. Una sera che descrive uno stato psicologico, o dell’anima; una sera rischiarata dall’abito candido e dal nimbo crociato di Cristo.

    Siamo inviati anche noi ad abbandonare le nostre oscurità, ad afferrare Cristo e, nel contempo, lasciarsi afferrare da Lui. Il bastone che Gesù impugna nella lunetta del Beato Angelico è il vero centro della composizione. Ora, in questo momento, diamo a lui il bastone del nostro peregrinare, diamogli il timone della nostra vita. Diciamo con santa Caterina, santa cara ai Domenicani e all’Angelico: «Signore, penserò a Te nella certezza assoluta che tu penserai a me!».

    Il silenzio dei pensieri

    L’inferno dei pensieri ci conduce alla depressione, alla morte, alla disperazione e alla solitudine eterna.

    Noi siamo amati di un Amore Unico ed Eterno, in maniera sponsale e indissolubile, e non siamo mai abbandonati da Dio nel mare del mondo e nella morte.

    Tutti i mistici trovano la loro forza nel Nada, cioè nel «nulla pensare», perché il Tutto possa amare in noi. Scrive il filosofo Marco Vannini: «La parola è il primo luogo connesso all’annichilimento (nihil è il latino nulla) prodotto dalla evangelica rinuncia a se stesso, dunque dalla morte dell’anima»; si tratta quindi di far morire il nostro «io» affinché Dio viva in noi.

    I pensieri negativi sono come «scimmie» che strillano dall’albero della nostra mente: sta a noi, con l’aiuto della grazia di Dio, mettere a tacere queste «scimmie diaboliche» che dividono, disperdono e impigriscono la nostra psiche.

    L’oracolo di Delfi, «So di non sapere», è il motto di tutti i mistici; perciò la beata Angela da Foligno può affermare: «La gioia dei santi è la gioia di non capire». Pensare di non pensare ci conduce al nulla e, proprio nel nulla, si ha la bella notizia di Dio.

    Siamo logorati a forza di pensare a noi stessi e agli altri: «Pensa a me», dice il Signore a santa Caterina da Siena, «e io penserò a te».

    L’attività della mente è continua, e il chiacchiericcio interiore disturba la vita e i rapporti con gli altri. Il Silenzio è la preghiera più potente contro Satana, perché il silenzio è luce, ordine, pace, mentre il diavolo è tenebra, caos, morte; disordine della mente e del cuore.

    Non siamo tentati al di sopra delle nostre forze! È Maria l’àncora della salvezza. Lei ci salverà dal mare della morte, della disperazione e dall’illusione del silenzio eterno.

    Siamo amati di un

    Amore Unico ed Eterno

    e non siamo mai

    abbandonati da Dio.

    Immagine di un affresco

    Beato Angelico (1387–1455), Annunciazione, , corridoio nord o dei laici, Museo di San Marco, Firenze.

    2. Silenzio delle immagini

    Maria è come una cattedrale gotica che custodisce il silenzio. Gelosamente. Non lo rompe neppure quando parla. Così come il silenzio del tempio che, là in alto, gioca con le luci colorate delle bifore e con gli intarsi dei capitelli e con le curve dell’abside, non viene rotto ma esaltato dal gemito dell’organo o dalle misteriose cadenze del canto.

    Mons. Tonino Bello

    Il silenzio dell’hortus conclusus

    Entriamo nel Chiostro dei pellegrini, così come ci disponiamo a entrare nel percorso del Silenzio della nostra anima. Subito ci accorgiamo di non poter rimanere nel piano abituale, siamo costretti a salire. Dal chiostro del convento si sale al primo piano per raggiungere il corridoio delle celle, il luogo della nostra dimora con Cristo. Facciamo anche noi questo percorso interiore, saliamo, ascendiamo rispetto al piano normale della nostra quotidianità fatta, non di rado, di immagini fasulle, provocatorie e, talora, dissacratorie. Alziamo lo sguardo e siamo accolti da un altro chiostro, simile, eppure di fatto diverso da quello che abbiamo appena lasciato. Lasciare la nostra quotidianità non significa lasciare vita, incontri, relazioni, suggestioni, significa piuttosto ritrovarli trasfigurati.

    L’affresco che ci viene incontro raffigura l’annuncio dell’Angelo a Maria. Vediamo immediatamente le due figure, alte, esili e possenti insieme. Le colonne del chiostro appaiono, al loro confronto, così piccole che sembrano scomparire dinanzi alla serena maestà di quel colloquio. Anche noi siamo chiamati a un silenzio pieno di incanto e comunione, a un silenzio abitato profondamente dalla vera Parola: «Et Verbum caro factum est» (Gv 1,14).

    Maria è semplice: semplice nell’abito, semplice nella postura; è semplice lo sgabello di legno sopra il quale siede. L’immagine di questa semplicità si sovrappone radicalmente alle tante complicazioni di cui la nostra vita è colma, proviamo quasi istintivo imitare la sua posizione del capo perché vorremmo anche noi sperimentare fino in fondo quella solida attitudine al vero, perciò all’umile.

    L’Angelo invece è solenne e viene dal cielo, ha la luce del Cielo dei cieli stampata sulle ali. Lui ci chiede di pensare alto, di guardare alto, di tenere alto il cuore, come ci chiede la liturgia in ogni celebrazione.

    L’umiltà, per Dio, non è vittimismo, sfiducia, umiliazione: è piuttosto abbandono e verità ma, insieme, fierezza e consapevolezza di essere amati.

    Alle spalle dell’Angelo, scorgiamo un giardino, custodito da una palizzata. Sembra inaccessibile, ma subito intravediamo, dietro la Vergine, una piccola finestrella con le inferriate, che si affaccia sullo stesso giardino. È l’hortus conclusus, è quel giardino dell’Eden che si era chiuso a causa della disobbedienza dei progenitori ma che si riapre ora, grazie all’obbedienza della Vergine. Anche noi ora possiamo entrarvi. Lasciamoci cullare dal verde di quel giardino, dalla frescura di quella verginità ritrovata. Lì, grazie a Maria, impareremo a dire il nostro Fiat, il nostro piccolo Amen, solenne e silenzioso, come il chiostro in cui sta la Vergine: «Maria, Donna della bellezza interiore, dacci la gioia di contemplare il Volto della bellezza del tuo Figlio».

    Il silenzio dell’immaginazione

    Viviamo nell’era digitale e siamo bombardati continuamente da messaggi, immagini, pubblicità e cose mondane. Che influenza hanno le immagini sulla nostra anima e sulla formazione della nostra coscienza cristiana?

    Siamo esposti ogni giorno a un carico di emozioni che creano immagini positive e negative — viste su TV, giornali, internet, cartelli pubblicitari — e immagini che affiorano alla nostra mente come il mare lascia emergere in superficie la sua spazzatura.

    Siamo chiamati con l’aiuto della preghiera incessante a fare pulizia nella mente e nel cuore. Oltre alle immagini, si aggiunge la fantasia, definita da santa Teresa d’Avila «la matta di casa».

    La mistica carmelitana c’insegna ad abbassare le «potenze dell’anima» (volere, potere, avere, essere) per giungere al centro del nostro Castello interiore, dove ci attende lo Sposo Eterno nel talamo nuziale.

    La santa gelosia dello Sposo divino ci fa essere amati nella nostra unicità, irripetibilità e bellezza perché siamo immagine della Bellezza Eterna. La santa seduzione di Dio distrugge tutti gli idoli e ci fa essere figli prediletti del Padre celeste, fratelli di nostro Signore Gesù Cristo e sposi dello Spirito Santo. Non siamo mai soli, perché «concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19). Come distruggere le «immagini‐idoli» che prendono dimora nella nostra mente? Bisogna operare una sorta di ecologia della mente e del cuore. Come?

    Il contatto con il Creato:

    fare passeggiate in mezzo al verde della speranza per togliere il grigiore della tristezza e i neri della disperazione; come diceva san Bernardo: «Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà» (Epistola CVI,2);

    andare in montagna per comprendere che la vita spirituale è una salita verso la montagna della Luce, fatta di preghiera, sacrificio, orizzonti nuovi, albe e tramonti, sorgenti di grazia e accompagnatori che sostengono il cammino;

    sostituire le immagini virtuali con le immagini reali del creato e poi eliminare, mediante un sano distacco, tutte le immagini che turbano, intorbidiscono e sporcano l’acqua del pozzo della nostra anima.

    Due, infatti, sono i modi per eliminare le immagini negative dentro di noi:

    il metodo delle sostituzioni: cioè togliere le immagini spazzatura sostituendole con immagini della bellezza della vita e del creato;

    il metodo del distacco (via tutto e via tutti): consiste nel distaccarsi dalla seduzione del mondo e del male (non dobbiamo dialogare con il male!).

    Fare silenzio per vincere quelle parole tenebrose che sono dentro di noi e che impediscono la strada verso la luce.

    Maria, Donna della bellezza interiore, ci dia la gioia di contemplare il Volto della bellezza di suo Figlio.

    Fare silenzio

    per vincere quelle parole

    tenebrose

    che sono dentro di noi

    e che impediscono

    la strada

    verso la luce.

    Immagine di un affresco

    Beato Angelico (1387–1455), Annunciazione , cella n° 3, Museo di San Marco, Firenze.

    3. Silenzio del cuore

    Il silenzio vero si stabilisce solo in un cuore puro, in un cuore divenuto simile al cuore di Dio. È questa la ragione per cui un cuore puro può conservare un silenzio completo anche quando è immerso in ogni sorta di attività, perché non c’è più dissonanza tra lui e Dio.

    Un certosino

    Nella casa del cuore

    Entriamo nella nostra cella,

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