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La sacra scrittura e san Lorenzo Giustiniani
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E-book82 pagine56 minuti

La sacra scrittura e san Lorenzo Giustiniani

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Info su questo ebook

La lettera pastorale indirizzata dal card. Roncalli nella quaresima del 1956 al clero veneto non è solo un documento storico – preannuncio della costituzione Dei Verbum promulgata dal Concilio Vaticano II che papa Giovanni avrebbe convocato dopo tre anni – ma anche un testo che conserva, a tutt’oggi, un valore profetico capace di confortare e di suggerire indirizzi da meditare.

A cura di Valter Perini e Gianni Bernardi.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2015
ISBN9788865123553
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    La sacra scrittura e san Lorenzo Giustiniani - Angelo Giuseppe Roncalli

    STRUMENTI DI COMUNIONE

    7

    ___________

    Gentile Bellini, San Lorenzo Giustiniani benedicente, 1465, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

    © Per gentile concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

    ANGELO GIUSEPPE RONCALLI

    Giovanni XXIII

    LA SACRA SCRITTURA

    E

    SAN LORENZO GIUSTINIANI

    Lettera pastorale

    per la Quaresima 1956

    © Marcianum Press, Venezia, 2013

    Per citazioni e immagini Marcianum Press è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire, nonché per omissioni e/o errori riscontrabili nei riferimenti.

    ISBN 978-88-6512-355-3

    Indice

    Prefazione

    di Francesco Moraglia

    Presentazione

    di Valter Perini

    Introduzione

    Il patriarca Roncalli e la Sacra Scrittura

    di Gianni Bernardi

    La Sacra Scrittura e San Lorenzo Giustiniani

    Lettera pastorale per la Quaresima 1956

    di Angelo Giuseppe Roncalli

    Introduzione

    Parte Prima

    La S. Scrittura - Sublimità e Santità

    La conoscenza e lettura della Bibbia:

    a) nella responsabilità del Vescovo

    b) nella pratica della Chiesa

    Parte seconda

    Il pensiero dei Padri della Chiesa circa lo studio e la lettura della Bibbia

    S. Lorenzo Giustiniani nella grande tradizione dei Padri

    Lettura della Bibbia per la formazione del carattere cristiano solido e robusto

    I vantaggi della lettura del Libro Santo

    Come leggere le Sacre Scritture

    Le scienze profane e la Sacra Scrittura

    Parte terza

    Torniamo dunque alla S. Scrittura - San Lorenzo Giustiniani vi ci riconduce - Studio e lettura - Precisione di apostolato - Annuncio di un programma - Buona Pasqua

    Prefazione

    «Torniamo dunque alla S. Scrittura»: con queste parole il patriarca Roncalli, nella lettera pastorale offerta per la Quaresima dell’anno 1956, si rivolge – esplicitamente e con calore – alla Chiesa veneziana annunciando un «programma di familiarizzazione» del testo sacro che doveva riguardare e coinvolgere tutti, dal vescovo al clero, dai seminaristi ai laici, favorendo così la «ricerca» e il «gioioso senso della scoperta di un dolce incomparabile ed inesauribile tesoro».

    L’invito è accompagnato dal costante riferimento a san Lorenzo Giustiniani, il protopatriarca di Venezia, e ai suoi scritti, come espressione viva e preziosa della grande tradizione della Chiesa e dei suoi Padri nella fede. Riproporre e rileggere insieme, oggi, queste pagine ci restituisce ancora una volta la «sublimità» e la «santità» – sono termini di Roncalli – che promanano dalla Sacra Scrittura e che danno forma, di giorno in giorno e sempre di più, alla vita nuova del cristiano.

    Ripercorrere questo scritto ci unisce poi ulteriormente alla figura del beato Giovanni XXIII, in attesa della sua imminente canonizzazione, confermandoci che tutto, in lui, partecipa del respiro dell’eternità ed è fondato sulla divina provvidenza. In ogni frangente appare nella sua persona tutta la pacatezza di chi ricerca solo Dio e la Sua gloria, poiché solo Dio è stato la guida misericordiosa e la forza pacificatrice di ogni momento della sua vita.

    Colpisce, in particolare, come negli anni veneziani – fin dai primi giorni – Roncalli fosse costantemente accompagnato dal pensiero della brevità della vita e dell’imminenza del giudizio di Dio nonché dal desiderio di essere un santo pastore. Nulla per lui sembrava essere così importante come la santità: «Inizio il mio ministero diretto in una età – anni settantadue – quando altri lo finisce. Mi trovo dunque sulla soglia dell’eternità. Gesù mio, primo pastore e vescovo delle nostre anime, il mistero della mia vita e morte è nelle vostre anime, e vicino al vostro cuore… Per i pochi anni che mi restano a vivere, voglio essere un santo pastore nella pienezza del termine, come il beato Pio X mio antecessore» (Giornale dell’anima, 336).

    Angelo Giuseppe Roncalli – Giovanni XXIII – è stato un uomo rivolto sempre e totalmente al bene della Chiesa e delle anime e impegnato nella propria santificazione personale, da ottenere attraverso la fedele risposta alla sua chiamata ad essere pastore per i propri fratelli. La grandezza del patriarca e Papa Roncalli si evidenzia anche in queste pagine che fanno risaltare tutta la sua sollecitudine pastorale tradotta in una totale dedizione e realizzata quale strumento docile e coraggioso al piano provvidenziale di Dio e lasciandosi sempre da Lui guidare, come portato – in ogni momento – su «un’onda di dolcissima pace» (Giornale dell’anima, 200). Tale «onda di dolcissima pace» – è un’espressione del giovane Roncalli, novello sacerdote – lo accompagnerà sempre o, meglio, lo plasmerà nell’intimo al punto da esserne costantemente condotto e guidato: da sacerdote, da vescovo, da cardinale e da papa.

    Dio, nella Sua Provvidenza che ha il respiro dell’eternità, assegna infatti compiti e missioni differenti scegliendo, di volta in volta, gli uomini più adatti a portare avanti tali compiti e tali missioni. Così, con l’indizione del Concilio Vaticano II di cui abbiamo da poco ricordato il cinquantesimo anniversario, si comprese che Angelo Giuseppe Roncalli

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