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Che cos'è la Mountain Bike
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E-book170 pagine1 ora

Che cos'è la Mountain Bike

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Info su questo ebook

La passione di salire su una MTB non si riduce ad una semplice attività sportiva. Il controllo psicofisico, la conoscenza meccanica, la padronanza di guida, l'etica sui sentieri, la storia, la tecnologia, le ricadute sociali e territoriali fanno della mountain bike e di chi la pratica un fenomeno complesso e di grandi potenzialità. Una risposta a chi cerca la libertà, a chi vuole far rivivere con questo mezzo moderno l'antico spirito cavalleresco. Ma si tratta anche di una attività che non può essere lasciata al caso od all'improvvisazione: la padronanza della guida e della manutenzione meccanica, il rapporto con gli strumenti tecnologici, il comportamento nei vari contesti ambientali e sociali. Non vuole essere il solito manuale tecnico ma un libro di stimoli, riflessioni e spunti filosofici.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mar 2019
ISBN9788831611343
Che cos'è la Mountain Bike

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    Anteprima del libro

    Che cos'è la Mountain Bike - Raffaele Ganzerli

    Conclusioni

    Il mondo della Mountain Bike

    Qualche considerazione storica ci aiuterà a riflettere sul significato che ha assunto la MTB negli anni. Come vedremo si tratta di una storia all’insegna della conquista della libertà e del benessere.

    Una storia di tecnologia e libertà

    Quelli della mia generazione (sono del 1976) possono vantare una fortuna: quella di aver visto nascere la MTB e di essere stati, consapevolmente o meno, dei pionieri di questa attività. Ancora agli inizi degli anni ‘90 le bici da montagna (o rampichini come le chiamava qualcuno) erano considerate alla stregua di una delle tante mode a stelle e strisce. Nell’ Italia del Giro, dei Coppi e dei Bartali e di altre icone che hanno formato il mito stradista questa bici goffa, lenta ed ingombrante ha, in prima battuta, fatto storcere il naso al grande pubblico.

    Pian piano sono avvenuti i primi approcci girando su quelle strade bianche che solcavano le campagne o le forestali nei boschi, impensabile però scendere lungo un single track con un minimo di difficoltà tecnica. Vi erano ancora i freni a tamburo con tempi di frenata che oggi sarebbero improponibili, le gomme erano il doppio di quelle di una bici da corsa: la qualità della mescola e le tassellature erano un po’ lasciate al caso. Non esistevano le sospensioni: tutto era lasciato alla robustezza del telaio e alla sopportazione di braccia e gambe.

    Non è mia intenzione raccontare tutta la storia della MTB dai primordi ad oggi, sarebbe noioso trattarlo qui, e c’è sicuramente chi potrebbe farlo meglio, ho aperto questa retrospettiva solo per sottolineare un fatto: oggi la MTB permette di fare cose inimmaginabili anche solo 20 anni fa. Chi non ha vissuto sulla propria pelle i passaggi evolutivi di questo mezzo faticherà a rendersi conto di cosa vuol dire aver conquistato nuovi spazi, vedere ampliate le possibilità di percorrere scenari di natura incontaminata di cui magari non avremmo mai fatto scoperta.

    A questo proposito vorrei proporvi alcune considerazioni curiose su come la MTB si pone nel quadro della storia della bicicletta e dei mezzi di trasporto in generale.

    Per andare alle origini dobbiamo fare un salto di oltre due secoli: nel 1817 il Barone tedesco von Dreis inventa un mezzo a due ruote che si muoveva spingendo il piede a terra. Era in legno, pesantissima e poteva percorrere distanze di qualche chilometro. Si chiamerà Draisina, dal nome del suo inventore e vista così era poco più di un giocattolo o un divertimento per nobili.

    Poi vennero i bicicli, realizzati in ferro con una enorme ruota mossa da pedali posizionati sull’asse della ruota: era ancora un passatempo ludico acrobatico. Il grande cambiamento arrivò sul finire del XIX secolo quando a Coventry, in Inghilterra, l’inventore ed imprenditore John K. Starley (1854-1901) realizzò quella che fu a tutti gli effetti la prima bici moderna: trasmissione a catena, ruote di dimensioni uguali e soprattutto pneumatiche.

    Questo è un passaggio fondamentale: la bici da aristocratica diventa per tutti o se preferite di massa.

    Nel 1903 i fratelli Wright compiono, negli Stati Uniti, il primo volo a motore della storia. Non ho cambiato argomento perché questi due pionieri del volo erano meccanici di biciclette, e le ruote del carrello del primo aereo della storia erano quelle di una bici. Credo che questo aneddoto riassuma perfettamente un concetto: la storia della bicicletta non è solo evoluzione di un mezzo meccanico ma si intreccia continuamente con le aspirazioni di libertà dell’uomo.

    Durante le Grande Guerra la bicicletta diventa parte integrante di una macchina bellica che non era mai stata così tecnologica. Interi reparti vengono equipaggiati con le due ruote. Peccato per questo sanguinario contesto ma la bici dimostra tutte le sue grandi capacità operative e di movimento. Il resto è storia dei nostri giorni: sport, benessere, ecologia.

    La mountain bike nasce tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 ed i protagonisti sono alcuni ragazzi americani che tra gioco, passione e voglia di libertà creano una bici che può andare anche fuori strada. A ben guardare c’è un significato implicito non da poco: il contatto diretto con la rozza superficie della terra (e non con l’asfalto), il non seguire le strade tradizionali e frequentate da tutti, insomma un vero messaggio rivoluzionario a cui oggi facciamo da eco ogni volta che montiamo in sella.

    In un mondo sempre più votato allo sfrenato consumismo ed alla frenesia dei ritmi moderni la bici, ed a maggior ragione la mtb, è divenuta l’icona di un ritorno ad un modo di vivere più naturale ed armonico.

    Un’attività tra sport ed escursionismo

    Da chi è composto il mondo della MTB ?

    In questa che sarà una risposta variegata dobbiamo innanzitutto distinguere tra il lato sportivo e quello escursionistico. Partiamo dal primo: all’inizio la MTB era una sorta di allenamento per altri sport. Molti si sono avvicinati alle ruote grasse quasi per caso, spesso a seguito di un infortunio o per riprendere l’attività sportiva dopo un trauma agli arti inferiori.

    In pochi anni è diventata una disciplina autonoma e riconosciuta ma nel contempo sotto stimolo dell’attività sportiva si è rivelata anche come un modo di vivere outdoor. Per il cicloturismo si sono spalancate nuove frontiere grazie al potenziale di queste bici da fuoristrada.

    La convivenza di queste due anime della MTB ha sicuramente contribuito allo sviluppo tecnologico del mezzo, ma anche alla nascita di una mentalità o meglio di varie mentalità.

    Negli anni ‘90 non esistevano i bike park, la segnaletica specifica per MTB era praticamente inesistente, e si girava con le cartine. Oggi esistono intere aree geografiche dedicate alle ruote grasse, il flusso degli appassionati ha fatto rivivere realtà montane economicamente depresse, i boschi hanno ripreso a pullulare di vita ed i sentieri non rischiano più l’abbandono.

    Insomma la MTB è diventata una realtà sempre più concreta e l’imponente ritorno economico che genera ne è la cartina di tornasole.

    Ho scritto tutto questo perchè credo sia importante avere queste consapevolezze: avete tutto il diritto di sentirvi portatori di un modo di vivere che comunque lo intendiate, dal lato sportivo o dal lato escursionistico, ha la forza di plasmare il nostro territorio e la nostra società.

    Ora però passiamo al lato operativo che ci

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