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Le Avventure di Milo & Pinà. Amici per la pelle
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E-book83 pagine48 minuti

Le Avventure di Milo & Pinà. Amici per la pelle

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Info su questo ebook

Pinà, una ragazza cresciuta da genitori etologi in Africa, vive con la nonna Agata. Quando la nonna muore improvvisamente, Pinà decide di fuggire dall'assistente sociale, aspettando i genitori in Italia. Si stabilisce in un piccolo paese, facendo amicizia e promuovendo la raccolta differenziata. Un temporale distrugge il suo rifugio, ma viene salvata da Milo, un cagnolino. In ospedale, Milo aiuta a catturare un ladro, ma l'assistente sociale vuole portare via Pinà. Milo, riconosciuto come eroe, salva la situazione e Pinà, dopo essere stata operata, deve dire addio temporaneo a Milo. Il Dottor Emilio organizza un piano con l'aiuto di un giudice per farli riunire. Alla fine, Milo diventa la mascotte dell'ospedale, ma un nuovo problema si profila, introducendo il sequel "Una famiglia per Milo".
LinguaItaliano
Data di uscita24 gen 2024
ISBN9791222716077
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    Anteprima del libro

    Le Avventure di Milo & Pinà. Amici per la pelle - Guido Procino

    Capitolo Uno

    UNO SCONTRO FORTUNATO

    Canzone: DEVI AMARLO

    testo e musica di Procino/Scanu

    Ecco qua! disse Pinà soddisfatta Ora il rifugio è a prova di bomba! Fece qualche passo indietro per ammirare la sua opera. Aveva seguito, per filo e per segno, le istruzioni del Manuale del Boyscout ed era sicura di aver fatto tutto per bene. Durante la notte precedente, si era accorta che dai lati del rifugio entrava una bella brezzolina fresca, ed era il caso di aggiungere qualche ramo per proteggersi meglio.

    La primavera si stava facendo strada con fatica e il sacco a pelo, anche se piuttosto comodo e caldo, non era una protezione sufficiente per risparmiarsi un... "Eeeeeeetciù!" ... bel raffreddore primaverile!

    Ora non succederà più affermò Pinà sorridendo, si ripulì le mani sporche di terra e di pece, strofinandole con una maglietta che le si era strappata durante i lavori, diventata per necessità uno straccio.

    Si guardò attorno, aveva una strana sensazione, come di qualcosa che non fosse al posto giusto, o forse qualcosa che si era dimenticata.

    Controllò di nuovo tutto, e osservò i dintorni, guardò su e giù e di qua e di là, ma niente. Tutto a posto.

    Ad un tratto, con la coda dell’occhio, colse un movimento sospetto, non ben identificato.

    Ora aveva capito, ne era certa... qualcuno la stava spiando.

    Laggiù tra i cespugli, proprio dietro gli alberi, c’era qualcuno che controllava ogni suo movimento. Si voltò lentamente, fischiettando a modo suo, cioè emettendo un sottilissimo suono per niente musicale, e finse di osservare l’orizzonte.

    Posò lo sguardo sulle chiome degli alberi e, dopo, lo lasciò scivolare sui cespugli sottostanti. Si stavano muovendo. Forse si tratta di un animaletto del bosco pensò Pinà "forse una puzzola o un gatto selvatico o..."

    Decise che valeva la pena scoprirlo, avrebbe aggirato l’ostacolo e teso un’imboscata all’intruso ficcanaso!

    Pinà finse di allontanarsi, ma in realtà sgattaiolò dietro i cespugli senza far rumore, per cogliere di sorpresa il terribile nemico.

    Quando fu proprio vicinissima, vide una coda che scodinzolava, bianca e nera... il proprietario della coda, un cagnolino di razza border collie, stava col sedere all’insù, le zampe anteriori piegate e il muso a terra, per sbirciare tra i ramoscelli dei cespugli, cercando di capire dove lei, l’oggetto della sua attenzione, fosse finita. Pinà soffocò una risata a vedere quel batuffolo arruffato in posizione d’attacco, con un salto gli balzò quasi addosso gridando:

    "Aah-ha... beccato!"

    Il cagnolino fece una mezza capriola, col cuore che gli batteva all’impazzata, la guardò corrucciato e le abbaiò contro qualcosa che assomigliava moltissimo ad un Ma ti sei ammattita, quasi m’ammazzi dallo spavento!.

    Fece, quindi, un rapido dietro front e corse via.

    Era solo uno scherzo mormorò Pinà non è il caso di farla tanto lunga, uffa! e ritornando alla sua tana pensò Chissà di chi è quel cagnetto.

    Mise al sicuro lo zaino con le sue cose (due paia di jeans, qualche maglietta, il giubbino, e la trousse per la pulizia personale, tutto ben schiacciato per farci stare anche il Manuale del Boyscout e qualche opuscolo di viaggi, che erano la sua passione), poi recuperò gli attrezzi (il coltellino, le corde) che aveva usato per sistemare il rifugio e li sistemò nella tasca esterna.

    Controllò che il sacco a pelo fosse arrotolato per bene e che non ci fossero nidi di formiche intorno, altrimenti quella notte l’avrebbe passata a grattarsi per i pizzichi di formiche rosse giganti. Gli insetti non le piacevano granché, non ne aveva paura, ma le facevano venire i brividi, soprattutto quelli grossi e quelli velenosi, proprio come le formiche rosse giganti. Tempo prima aveva visto un documentario in TV sulle formiche rosse giganti e le sembrava di ricordare che quella specie rara vivesse soltanto in Australia. Questo un po’ la tranquillizzava, ma c’erano pur sempre, in quel boschetto, tutte le altre varianti di formiche: piccolissime, medie e grandi, sia rosse che nere, e tutte abbastanza invadenti da poter scambiare il suo sacco a pelo per

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