Laboratorio di Villa Fabris
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Info su questa serie
Le potenzialità di un sistema diffuso di paesaggi di villa in Veneto di Mariapia Cunico; Giardini storici come parchi urbani: una convivenza difficile. Il caso del giardino Perego di Milano di Filippo Pizzoni; Dai restauri alle politiche di gestione dei giardini medicei. La valorizzazione compatibile con il senso del giardino di Giorgio Galletti; Il restauro di villa Revedin Bolasco. La gestione di un grande parco di metà Ottocento e la formazione di Paolo Semenzato; La qualità del progetto e la qualità della gestione di Giuseppe Rallo; Intervenire in un giardino storico. Cautele e professionalità degli operatori di Alfrino Pasetto; I giardini trentini e la formazione di nuove figure professionali di Fabrizio Fronza; Il corso di formazione per “giardinieri specializzati in parchi e giardini storici” di Firenze di Tiziana Grifoni; Le collezioni botaniche in vaso nei giardini medicei. Gestione e cura di Paolo Galeotti; La storia e le buone pratiche di Alberto Passi; Il giardino Jacquard a Schio (VI) di Giorgio Cocco; Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) di Umberto Giolli; Villa Barbarigo a Valsanzibio (PD) di Armando Pizzoni Ardemani.
Titoli di questa serie (3)
- I batteri nel restauro: I principi, l'esperienza di laboratorio e i casi studio applicati dalla biopulitura al bioconsolidamento
3
Questo testo nasce dal desiderio di raggruppare le esperienze applicative e fare il punto sullo stato di avanzamento delle ricerche e delle sperimentazioni inerenti l’utilizzo di batteri applicati ai manufatti artistici. I batteri, cioè microrganismi, comunemente confinati al ruolo di deteriogeni, si sono rivelati strumenti utili come agenti di biorimozione e bioconsolidamento per i manufatti artistici. Nonostante tale metodologia sia studiata da diversi decenni, anche nelle Università e nei Centri di Ricerca italiani, ancora oggi risulta poco conosciuta e utilizzata. Questi atti di convegno permettono di fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca sull’argomento, a questo scopo sono stati coinvolti ricercatori, restauratori e diagnosti provenienti da diversi ambiti di studio, che hanno esposto il loro lavoro, con la volontà di fornire una pluralità di esperienze e contenuti provenienti da diversi contesti. Alcuni relatori che hanno partecipato al convegno, le cui relazioni sono pubblicate in questo volume, sono tra i primi ad aver utilizzato e studiato queste tecnologie nel nostro paese, altri sono giovani ricercatori o restauratori che stanno contribuendo a questo argomento con nuove ricerche e sperimentazioni.
- Le tecnologie digitali al servizio della conservazione: Dall'integrazione scultorea al restauro virtuale
6
L’Italia è stata per decenni, se non per secoli, la patria del restauro e della conservazione. Un ambito frizzante, ricco di idee e di personalità eccellenti per ingegno, abilità manuali e lungimiranza. Questo libro raccoglie gli atti del convegno, tenutosi a Vicenza il 19 marzo 2016, che si è proposto come un’occasione di aggiornamento e di rinvigorimento del settore, offrendo nuovi spunti per riportare l’Italia al centro dell’odierno dialogo internazionale in tema di conservazione. Ciascuno può constatare l’innegabile effetto delle tecnologie digitali sulla quotidianità. Che si legga il giornale attraverso il proprio cellulare, si utilizzi un social network per comunicare o si impieghi un software per redarre o modificare un documento, l’ausilio del vettore informatico e di quello tecnologico sono diventati pressoché indispensabili. L’arte, che da sempre è pioniera e promulgatrice di materiali e strumenti innovativi, non è rimasta a osservare ed è entrata a far parte di questo spazio di sperimentazione. Lo stesso vale per la conservazione, anch’essa in continuo mutamento, la quale non solo impiega ma innova gli strumenti digitali presenti sul mercato. Se da un lato questi strumenti propongono nuove soluzioni e offrono opportunità, dall’altro introducono interrogativi e timori. Per queste ragioni, questi atti, frutto di quella giornata seminariale, vogliono fornire una essenziale introduzione alle tecnologie digitali applicate ai beni culturali e alla conservazione.
- Dal restauro alla gestione dei giardini: Qualità della formazione e dinamiche di valorizzazione - Atti di convegno
Questo testo raccoglie gli atti del convegno che si è tenuto a Vicenza il 23 settembre 2017 che ha avuto il merito di mettere a confronto esperienze diverse di gestione e valorizzazione dei giardini storici restaurati recentemente, evidenziando le dinamiche e le interazioni istituzionali nonché le figure professionali coinvolte nella promozione e nella loro cura. Di seguito l’elenco degli interventi: Le potenzialità di un sistema diffuso di paesaggi di villa in Veneto di Mariapia Cunico; Giardini storici come parchi urbani: una convivenza difficile. Il caso del giardino Perego di Milano di Filippo Pizzoni; Dai restauri alle politiche di gestione dei giardini medicei. La valorizzazione compatibile con il senso del giardino di Giorgio Galletti; Il restauro di villa Revedin Bolasco. La gestione di un grande parco di metà Ottocento e la formazione di Paolo Semenzato; La qualità del progetto e la qualità della gestione di Giuseppe Rallo; Intervenire in un giardino storico. Cautele e professionalità degli operatori di Alfrino Pasetto; I giardini trentini e la formazione di nuove figure professionali di Fabrizio Fronza; Il corso di formazione per “giardinieri specializzati in parchi e giardini storici” di Firenze di Tiziana Grifoni; Le collezioni botaniche in vaso nei giardini medicei. Gestione e cura di Paolo Galeotti; La storia e le buone pratiche di Alberto Passi; Il giardino Jacquard a Schio (VI) di Giorgio Cocco; Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) di Umberto Giolli; Villa Barbarigo a Valsanzibio (PD) di Armando Pizzoni Ardemani.
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