Black Banks Matter
“LA BANCA È UNO STRUMENTO DI CAMBIAMENTO SOCIALE”: il Ceo di OneUnited Bank, Kevin Cohee, nel suo ufficio a Los Angeles
più vividi di Kevin Cohee (nonché uno dei suoi primi ricordi in assoluto) risale a quando aveva 4 anni, quando giocava nel seminterrato di casa sua, a Kansas City. Erano i primi anni 60, e i suoi zii erano lì con qualche amico; alcuni di loro erano imprenditori (uno aveva una farmacia), e tutti erano molto attivi nelle proteste dell’epoca per i diritti civili. Mentre parlavano del futuro, uno di questi uomini prese da parte Cohee (unico bambino presente) e gli fece una raccomandazione: “Mi disse che non avevano bisogno di altri uomini neri a combattere per strada; che avevamo bisogno di uomini neri nelle istituzioni, e nelle banche”, ricorda. Cohee, che si proclama “figlio del movimento delle Pantere Nere”, ora ne possiede diverse, di banche. Dopo essersi laureato in legge ad Harvard, la sua carriera l’ha portato dall’investment banking di Salomon Brothers al leveraged buyout (e di fatto al salvataggio) di un’altra realtà dei servizi finanziari, alla fine degli anni 80. Lui e sua moglie, Teri Williams, ex dirigenti di American Express, hanno usato i loro patrimoni per comprare la (decadente) Boston Bank of Commerce nel 1995. Nei successivi sette anni, si sono comprati altre tre banche con sede nelle comunità afroamericane di Florida e California, creando una catena ribattezzata OneUnited Bank nel 2002. Oggi OneUnited è la più grande banca a proprietà afroamericana degli Stati Uniti per numero di clienti. E con Kevin nel ruolo di Ceo e Teri in quello di presidente e Coo, i Cohee sono anche la prima ‘coppia’ dirigente del mondo bancario, in un momento storico fondamentale. I leader delle comunità ‘black’ chiedono banche
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