I gioielli del sesto continente
HO NUOTATO CON GLI SQUALI BALENA al largo di Cancún, mi sono immerso con i capodogli alle Azzorre, ho baciato le balene grigie nella Baja California e in Sudafrica ho accarezzato gli squali tigre ma non pensiate che le emozioni che ho vissuto sott’acqua siano solo legate all’incontro con animali giganti e qualche volta pericolosi. Tra gli incontri più belli delle mille immersioni nel sesto continente ci sono anche creature piccole, piccolissime, i veri gioielli del sesto continente: i nudibranchi.
I nudibranchi vivono in tutti i mari del mondo ma la prima volta che li filmai ero nelle acque di Mabul, un’isola minuscola al e l’idea era quella di filmare banchi di pesci pappagallo gigante e migliaia di tartarughe verdi nelle acque di Sipadan, un’isola che si trova nove miglia a sud di Mabul. Proprio in quei giorni, però, un commando di pirati filippini aveva rapito alcuni turisti e la guardia costiera stava pattugliando la zona. Finché Sipadan non fosse stata messa in sicurezza eravamo costretti a stare nelle acque basse, e anche un po' fangose, di Mabul. La cosa non mi entusiasmava per nulla e, mentre mi preparavo a fare la mia prima immersione, mi chiedevo quando la situazione si sarebbe sbloccata. Con me c’era Federico, l’amico regista con cui ho vissuto tutte le avventure subacquee, e una giovane guida locale: un ragazzo magro come un chiodo e con i capelli lunghissimi. Teneva in mano una bacchetta telescopica, tipo un’antenna di un vecchio TV, ma non capivo a cosa poteva servigli. Entrammo in acqua dal pontile del resort e iniziammo a vagare a pochi metri di profondità seguendo quel giovane che cercava qualcosa sul fondale sabbioso e limaccioso. Mi stavo annoiando, per cui iniziai a giocare con le bolle che uscivano dal respiratore e a guardare nel blu sperando di avvistare almeno un carangide. A un certo punto i miei compagni si fermarono a circa otto metri di profondità. Il ragazzo allungò l’antenna telescopica e iniziò a mostrare qualcosa a Federico. Vidi il mio amico ringalluzzirsi e unire il pollice all’indice che, nel linguaggio dei segni subacqueo, significava “” ma ripetuto tante volte come stava facendo lui significava: “”.
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