Non chiamatemi pescecane!
Di Fabio Pisu
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Info su questo ebook
Chi sarà la creatura più pericolosa tra le due? Per scoprirlo non vi resta che tuffarvi fra le pagine di questo libro e nelle acque limpide della Sardegna, dove Mirko e Marco vivono e nuotano. Ma fate presto: un’enorme isola di plastica si avvicina ogni giorno di più alla costa e bisogna escogitare un piano…
Dagli abissi alle spiagge, vi aspetta un viaggio indimenticabile, in cui le minacce si sconfiggono solo se si rimane uniti e l’ambiente si salva con piccoli grandi gesti!
Età: da otto a undici anni.
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Anteprima del libro
Non chiamatemi pescecane! - Fabio Pisu
Fabio Pisu
Non chiamatemi
pescecane!
illustrazioni di Amelia Sarigu
ISBN 978-88-7356-959-6
Condaghes
Indice
Dedica
Letterina ai lettori
Non chiamatemi pescecane!
1. Sono uno squalo
2. La famiglia delle verdesche
3. Il promontorio a forma di medusa
4. Un mucchio di plastica
5. Quel bambino era diverso
6. Incontro ravvicinato
7. Sono stato pescato!
8. La roccia dell’amicizia
9. Ma è schifosante!
10. Surf sulle mante
11. Il Grande Circo di Mirko & Marco
12. Aiuto, un pescecane!
13. I Ricercatori Ambientali
14. Stai alla larga dallo squalo!
15. Un delfino dispettoso
16. Scherzo ai gabbiani
17. Genitori con braccia e pinne
18. Siamo tutti migranti
19. Il Museo Squaleo
20. A caccia di rifiuti
21. Gli Scogli Rotolanti
22. Credetemi, è tutto vero!
23. Sogni sotto le stelle
24. Le creature più pericolose
25. Buon compleanno, Mirko!
26. Nessuno avrà più paura
Qualche notizia in più
Ora provaci tu
L'Autore e l'Illustratrice
La collana Il Trenino verde
Colophon
ai miei figli, Lorenzo e Simone
e ai miei nipoti, Gaia, Gioele, Gabriele e Luca
Appassionati esploratori del mare,
hanno vissuto e vivranno ancora,
come solo i bambini sanno fare,
giornate piene di curiosità ed entusiasmo
dove scoprire i fondali,
con la maschera subacquea,
è sempre un’avventura emozionante,
alla ricerca di pesciolini,
conchiglie e pietruzzole luccicanti.
Letterina ai lettori
Caro amico lettore,
se hai già la passione per il mare, quello che lo circonda e gli esseri viventi che lo abitano, troverai in questo libro, come si usa dire, «pane per i tuoi denti». Se invece non te ne sei mai occupato finirai per appassionarti, o per lo meno a guardarlo con maggiore attenzione.
Chi l’ha scritto le conosce bene tutte queste cose, e ti guiderà in questa bella avventura. Dico avventura perché la creatura marina che potrai conoscere meglio è uno squalo (non gli piace essere definito ‘pescecane’): si chiama Mirko e ha cinque anni. La cosa più bella sarà per te metterti nei panni di Marco, un bambino di nove anni che fa amicizia con lui. Insieme vanno a zonzo per le acque, in superficie e in profondità, fanno tanti incontri, inventano giochi e scherzi, imparano a volersi bene.
Seguendo le loro scorribande ti renderai conto che gli squali non sono quei terribili mostri che ci vengono presentati in qualche libro e in qualche film. E d’altra parte il loro mondo non è così lontano da quello degli ‘umani’: come Marco, anche Mirko gode dell’affetto di un padre e di una madre e ha tanti altri parenti; prova gioia e dolore e si sforza di comprendere gli altri.
E soprattutto si preoccupa che l’acqua del mare conservi la sua purezza e non venga insidiata dall’inquinamento provocato dagli uomini: vedrai che col sostegno di Marco riuscirà a eliminare uno di quegli accumuli di rifiuti di plastica che in questi anni si sono formati nei mari e negli oceani.
L’iniziativa è stata sua e questo dimostra, dice Fabio, che gli animali sanno dare delle lezioni agli uomini. Marco ricambia facendogli vedere che si può parlare in un modo nuovo e diverso, usando parole inventate, dando cioè vita a un ‘inventabolario’. Mirko, che è molto sveglio, capisce il sistema e ben presto lo adotta: una cosa che, se vuoi, puoi fare anche tu, e creare così nuove intese con i tuoi compagni.
Non mi resta allora che augurarti una buona lettura!
Salvatore Tola
Non chiamatemi pescecane!
Che cos’è la geografia?
La geografia
è dove stanno gli amici,
le strade per le bici,
i posti felici.
Roberto Piumini
1
Sono uno squalo
Ci volle tutto il suo coraggio per avvicinarsi alla riva. Solo al tramonto trovò il momento giusto, approfittando del fatto che in spiaggia non ci fosse nessun umano.
Per fortuna sono uno squalo!
pensava Mirko, nuotando senza mai fermarsi. Non mi manca il sangue freddo.
Sentiva una grande forza dentro il suo corpo che lo spingeva a esplorare nuovi mondi, luoghi sconosciuti, ma purtroppo si ritrovava spesso a vivere queste avventure da solo. Quando decideva di accostarsi alla riva, infatti, mai nessuno dei suoi amici pesci gli faceva compagnia.
Mettendo il muso fuori dall’acqua, si accorse di non essere affatto solo. Fu soprattutto il giubbotto ad attirare la sua attenzione: un rosso vivo, un colore che gli era sempre piaciuto. Imbacuccato per proteggersi dal freddo di quella sera di inizio marzo, un bambino con i capelli scuri e spettinati dal vento camminava tenendo lo sguardo fisso sulla sabbia e di tanto in tanto si chinava borbottando qualcosa.
Lo squaletto cominciò a osservarlo: voleva sapere a tutti i costi quale fosse l’oggetto della sua ricerca. Sarebbe dovuto scappare via, perché i suoi genitori gli dicevano sempre che gli umani erano cattivi e pericolosi. Questa storia della loro crudeltà non lo convinceva per niente… quel bambino sembrava così innocuo e lo incuriosiva così tanto! Rimase laggiù, quasi incantato, a studiarlo per bene. E guarda prima e guarda dopo, finalmente scoprì cosa stava cercando tutto indaffarato: si trattava di comunissime conchiglie! Il bambino, appena ne trovava una, si toglieva subito i guanti di lana, correva a bagnarla nell’acqua, la ripuliva bene dalla sabbia per poi piazzarla davanti agli occhi e ammirarne i colori. Poi con passo lento la portava verso una scatola sistemata sopra uno zainetto, tenendola sul palmo di una mano come se fosse una cosa sacra. A questo punto riponeva con cura il suo tesoro nel contenitore. E poi via… a correre di nuovo, mentre le sue mani già infreddolite si rimettevano i guanti. C’era qualcosa ad attirare ancora di più l’attenzione dello squalo: un oggetto, piuttosto familiare, penzolava dal piccolo collo del collezionista. All’inizio gli sembrò uno scarafaggio con quattro zampette, ma poi capì che si trattava di una ‘cosa marina’, forse una conchiglia. Avvicinandosi ancora un po’ e osservando con attenzione non ebbe più dubbi: era un uovo di razza, trasparente, di un bellissimo colore verde. Cosa ci faceva fuori dal mare e, per giunta, trasformato in una collana? Ancora gocciolava e dunque era stato appena raccolto. Lo conosceva bene perché Stella, la sua cugina razza stellata, quando diventava mamma metteva le sue uova sulla riva, in attesa che i suoi figlioletti uscissero e nuotassero verso di lei. Lo squalo pensò che il bambino fosse uno dei soliti uomini distruttori, disposti a uccidere i piccoli pur di prendersi un uovo. Sentiva già la rabbia montare dentro, quando qualcosa gli solleticò la pancia: era proprio una piccola razza appena nata. Intorno a lui, vicino all’acqua bassa, non c’era nessun uovo dal quale potesse essere uscita; doveva essere per forza quello preso dal bambino. Fu felice, e non solo per quei pesciolini, ma perché era certo che quella creatura con due gambe, così curiosa e appassionata delle cose marine, non potesse essere capace di fare del