Tentacoli nel blu: L’autobiografia di un uomo che dedica la propria esistenza alla ricerca e allo studio dei polpi lungo le coste della Sardegna.
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Anteprima del libro
Tentacoli nel blu - Andrea Impera
Andrea Impera
TENTACOLI NEL BLU
L’autobiografia di un uomo che dedica la propria esistenza alla ricerca e allo studio dei polpi lungo le coste della Sardegna.
ISBN: 9788827511596
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
https://writeapp.io
Indice dei contenuti
1) Premessa all'edizione 2020, scheda dei contenuti.
2) Introduzione al testo.
3) 1976 – 1987, un’infanzia segnata dal fascino per gli animali.
4) L’incontro con il polpo di Chia
.
5) L’inizio della mia avventura di ricercatore e studioso dei polpi.
6) Le prime escursioni alla ricerca di un polpo e il campionamento dei resti delle loro prede.
7) L’osservazione degli ottopodi in ambiente naturale e le strategie logistiche e scientifiche da me adottate per apprenderne il comportamento.
8) Particolari aree marine dove ho sviluppato i miei studi, svolto campi di ricerca e prelevato campioni biologici attinenti ai polpi.
9) Per i miei studi ho elevato l’attività dello snorkeling ad un livello estremo.
10) Per osservare i polpi mi sono dovuto confrontare con gli elementi della natura.
11) Morfologia generale dei polpi e biologia dell’Octopus vulgaris.
12) Galleria fotografica integrativa.
13) Il mantenimento dei polpi in cattività: dai miei primi tentativi sino ad oggi.
14) Le attrezzature, le tecniche e gli strumenti che mi hanno coadiuvato nell'individuazione ed osservazione degli ottopodi in ambiente naturale.
15) Una grande aspirazione: descrivere in maniera esauriente l’etologia dell’Octopus vulgaris.
16) I miei studi condotti in completa autonomia e le principali specie di polpi da me osservate. Gli ottopodi: esseri straordinari e antichi.
17) Raccontare la vita dei polpi equivale a descrivere una parte della mia stessa esistenza.
18) Conclusioni.
19) Elenco specie citate nel testo e nelle didascalie.
20) Referenze fotografiche, contatti con l’autore e ringraziamenti.
1) Premessa all'edizione 2020, scheda dei contenuti.
Questa edizione di " Tentacoli nel blu" sostituisce, in via definitiva, la precedente, pubblicata nel 2017. Ho ritenuto opportuno provvedere ad un aggiornamento del mio testo autobiografico che ora si presenta ampliato nei contenuti, con un maggior numero di fotografie, nonché integrato d’un capitolo dedicato alla descrizione della morfologia generale dei polpi bentonici del Mediterraneo e in particolare alla biologia dell’ Octopus vulgaris. Attraverso la cura e l'attenzione che vi ho posto sono certo di realizzare ed esaudire le richieste dei suoi precedenti lettori nonché le aspettative di quelli nuovi.
immagine 1Luglio, 2020.
immagine 2Le copertine delle precedenti edizioni di Tentacoli nel blu
: a sinistra il formato Ebook (2017) e a destra quello cartaceo (2018).
SCHEDA CONTENUTI DEL TESTO
immagine 3immagine 42) Introduzione al testo.
Delle mie prime fanciullesche esperienze con l’elemento marino serbo ancora molti ricordi, ma uno in particolare mi accompagna da sempre: è l’immagine, straordinariamente vivida, di un grande ammasso di rocce granitiche che emergono dal mare blu cobalto lungo la costa di Villasimius. Mi chiamo Andrea Impera e sono nato nel 1976 a Cagliari, capoluogo di quella grande isola al centro del Mediterraneo occidentale che è la Sardegna. Generalmente, una qualsiasi biografia di successo, per trarre il dovuto interesse, dovrebbe raccontare di un personaggio illustre o almeno noto, ma di me, finora, difficilmente avrete sentito parlare. È infatti solo nel 2017 che, con la pubblicazione di " Tentacoli nel blu (prima edizione) ho, di fatto abbandonato una patologica riservatezza per condividere una parte del mio trascorso umano, un cammino certamente inconsueto che intrapresi ancora adolescente e che, proprio per le sue peculiarità, ha determinato in me persino una qualche forma di auto emarginazione se è riuscita ad allontanarmi da affetti ed amicizie, in realtà non attratte o più semplicemente incapaci di assecondarmi in un interesse davvero insolito. Pur senza rimpianti, è questo il prezzo che ho dovuto scontare, quando decisi di percorrere i silenziosi palcoscenici del mondo sommerso nei quali sentivo il realizzarsi di ogni mia aspirazione. Sostanzialmente, ciò che mi appaga realmente è l'opportunità di celebrare l’animale marino al cui studio dell’etologia ho dedicato oltre tre decenni: il polpo. Di questa mia vita, così originale e condotta in
punta di piedi" ho percepito l’ennesimo monumento alla forza indomita dell’uomo che nel superamento delle difficoltà e nel coronamento dei propri sogni è pronto a sacrificare la sua stessa esistenza.
Foto N° 1 - Andrea Impera in un angolo della propria abitazione, adattata a vero e proprio centro di studi (2019).
immagine 2Foto N° 2 e 3 - Primo piano di un Octopus vulgaris in acquario.
immagine 3Foto N° 3.
3) 1976 – 1987, un’infanzia segnata dal fascino per gli animali.
Dalla mia famiglia ho avuto la fortuna di ricevere un’educazione al rispetto verso ogni forma di vita, senza eccezioni. Non c’è da stupirsi dunque se, fin da bambino, abbia subito il fascino della natura e se, almeno inizialmente, rimasi particolarmente attratto dall’entomologia. Rammento bene, che nel cortile della scuola materna che frequentavo, vi era un alberello brulicante di un gran numero di insetti, di fronte al quale preferivo trattenermi più che giocare con i miei compagni. Un comportamento che alle maestre sarà certamente sembrato quello d’un individuo estremamente introverso se, ai divertimenti ordinari dei miei coetanei, sceglievo più volentieri di esaminare animali o sfogliare libri di biologia. Uno dei miei passatempi divenne quello d’esplorare i giardini, i parchi e i campi incolti intorno alla mia abitazione alla ricerca di coleotteri, ragni, libellule e calabroni. In questa mia precoce inclinazione allo studio e all’osservazione dell’ambiente fui sostenuto assiduamente da mio padre con il quale, frequentando la spiaggia di " Giorgino" a pochi chilometri da Cagliari, cominciai realmente a percepire il mare come un’attrazione irresistibile. L’impatto che questo luogo ebbe sulla mia persona fu notevole. Mi conquistarono soprattutto le conchiglie, talmente numerose da riuscire ad accumularsi in piccole colline, ma non di meno restai affascinato anche dai resti di crostacei, ossi, spugne, teche ovariche, meduse, cefalopodi, echinodermi e pesci che dopo una mareggiata vi si potevano rinvenire. Giorgino
divenne così una porta dietro la quale sentivo celarsi un universo denso di mistero e ancora tutto da scoprire. All’epoca non potevo immaginarlo, ma questa mia autonoma e propositiva capacità di interagire con il mondo sommerso sarebbe stata destinata ad accrescersi sempre di più grazie al fortunoso incontro con un particolare animale marino.
Foto N° 4 - In alto a sinistra: Andrea Impera a Giorgino
nel 2014. Scorcio sul golfo di Cagliari dal medesimo litorale e agglomerati di conchiglie in primo piano. In basso a sinistra: un tursiope di tre metri e una torpedine ocellata (Torpedo torpedo) rinvenuti spiaggiati dall'autore dopo le violente mareggiate che colpirono la costa cagliaritana nel 2018.
Foto N° 5. Un polpo giace sulla spiaggia di Giorgino, vittima della furia di una tempesta (2019).
4) L’incontro con il polpo di Chia
.
Qualunque ospite che visiti la casa dove risiedo non può che rimanere affascinato dai numerosi reperti di origine biologica, soprattutto conchiglie, esposti in teche o custoditi all’interno di voluminose scatole. Fin da giovanissimo ebbi la pazienza e certamente l’intuizione, di conservare i campioni di fauna marina che rinvenivo spiaggiati lungo i litorali o posati sul fondale. A partire dalla seconda metà degli anni " novanta" invece, a suscitare ancor più stupore, si aggiunsero i polpi che ospitavo in acquario. Ho sempre constatato reazioni particolarmente positive e di estremo interesse per il comportamento e la biologia di questi meravigliosi animali e ciò, sovente, è provenuto da un campione eterogeneo di persone. Chi abbia occasione d'osservare il mio piccolo museo domestico pone le più svariate domande, ma ad una in particolare mi è davvero gradito rispondere: ossia come ebbe origine la mia grande passione per gli ottopodi. Allora inizio a raccontare di un giorno d'estate del 1987, quando, terminata la scuola mi preparavo a trascorrere le mie vacanze al mare. Nonostante la distanza di alcune decine di chilometri da Cagliari, mio padre era solito accompagnare me, mia sorella e non di rado qualche altro parente presso la località balneare di Chia, nel sud della Sardegna. Durante il tragitto, incalzato anche dalla nostra curiosità, trovava il tempo di raccontarci di quando, allorché fanciullo, egli stesso ne frequentava le spiagge, deserte persino in agosto e popolate solamente da una chiassosa colonia di gabbiani intenta a nidificarvi. Nel mio destino, quel tratto costiero sarebbe presto divenuto un luogo speciale, come lo era già per ogni altro membro della famiglia. Mio nonno paterno, un giorno di tanti anni fa, vi era infatti giunto per seppellirvi, sotto un ginepro secolare, l’adorata cagnetta. Si raccontava che l’avesse pianta e vegliata a lungo, come una figlia, scegliendo per lei l’eterno riposo tra quelle dune di sabbia, sovente sferzate da un maestrale impietoso e persino crudele, perché capace di richiamare alla memoria dei più nostalgici ogni pensiero del proprio passato. Da giovani non è facile cogliere il mutare degli eventi, ed essi si subiscono in maniera quasi atona e inconsapevole. Allora, una volta divenuti adulti e senza alcuna possibilità di ricominciare una nuova vita, d’improvviso realizziamo che ogni intenso sapore, ogni inebriante profumo, ogni vivido colore è stato smarrito per sempre. Sarà affannandoci nella loro ricerca, che ci condurremo, prima o poi, nel luogo arcaico dove li cogliemmo la prima volta: là, nelle cose semplici della natura, nel vento, nel mare, nel cielo e nella terra. Io stesso, vinto dalla malinconia, rimpiango il tempo perduto della mia infanzia, quando contemplavo le nuvole che lente si specchiavano negli stagni, il quieto frangersi di qualche piccola onda sulla battigia o lo spettacolo di quelle acque celestine che veniva persino voglia di bere. All’epoca non esistevano passerelle di legno né centri di ristoro, e a corrompere il millenario sciabordio azzurro o il canto delle cicale non ci si ponevano le invadenti suonerie