A pensarci bene, l'essere umano si è sempre posto le stesse domande dalla notte dei tempi. Dopo aver placato le inderogabili esigenze dello stomaco, la nostra specie ha iniziato immediatamente a tormentarsi: chi siamo? Da dove veniamo? Qual è lo scopo dell'esistenza? C'è vita nell'universo? Quesiti monumentali e terrificanti come la natura nei dipinti romantici, che ancora oggi incombono su di noi, in gran parte senza risposta.
Andando avanti nel tempo, però, abbiamo preso a cuore pure altri interrogativi, magari non esattamente esistenziali, ma non per questo meno assillanti. Facciamo un salto iper-dimensionale dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo e atterriamo così, di botto, sul pianeta dell'automobile.
Pure lì, guardandoci appena un po' in giro, ci rendiamo subito conto che certe istanze sono le stesse dalla notte dei tempi. Quanto veloce riuscirò ad accelerare? Come faccio a fare più strada con meno energia? E poi, ovviamente, la domanda che qui ci preme: arriverà mai l'auto elettrica? Ecco, per fortuna della nostra pace interiore, almeno in questo campo qualche certezza l'abbiamo trovata. Anche a proposito dell'ultimo quesito: l'auto elettrica è arrivata, è una realtà in piena espansione, nonostante le sue numerose problematiche e, anzi, è già al passo evolutivo seguente: la diversificazione della specie.
UNA RAZZA PIÙ VERSATILE
Si dà il caso, in effetti, che la selezione naturale, che sul mondo delle quattro ruote ha operato con leggi non diverse da quelle della natura propriamente detta, abbia portato, dopo decenni di ricerca e progettazione, a delle piattaforme – o degli scheletri, se così vogliamo chiamarli – estremamente flessibili e adattabili ad habitat e compiti anche