Ai primi del Trecento l’antica lotta tra potere temporale e potere spirituale sta per avere uno degli scontri più leggendari: il cosiddetto “schiaffo di Anagni”, un gesto più simbolico che materiale ma che segnerà una cesura nel corso della storia. Cosa si nasconde dietro quell’evento? Chi era veramente Bonifacio VIII, il papa citato più volte con disprezzo da Dante nella Divina Commedia? Quali segreti sono custoditi nella Cattedrale di questo borgo e nella sua magnifica cripta?
Tra i cittadini di Anagni si contavano ben quattro papi: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII. Inoltre la città fu residenza pontificia per molto tempo.
Anagni è un bellissimo borgo in provincia di Frosinone, a una cinquantina di chilometri da Roma. Oggi conta poco più di 20.000 abitanti, ma tra il 1100 ed il 1300 era considerata un punto di riferimento politico e religioso in tutta Europa dove si verificarono eventi storici eccezionali.
Nel 1160, nella Cattedrale di Anagni, papa Alessandro III pronunciò la scomunica contro l’imperatore del Sacro Romano Impero, Federico Barbarossa. Un atto potente che fece eco in tutta Europa, un colpo politico per cercare di affermare sempre più la superiorità dell’autorità papale sull’intera cristianità e sullo stesso imperatore. Nel Medioevo, infatti, la scomunica divenne uno strumento di potere con cui spesso i pontefici cercavano di fare pressione e indebolire l’autorità dei sovrani e dei loro nemici politici. Scomunicare un re o un imperatore equivaleva in pratica a sciogliere i sudditi dall’obbedienza nei suoi confronti.
LA CITTÀ DEI PAPI
L’importanza di Anagni crebbe esponenzialmente nel tempo divenendo sempre più fulcro della Chiesa. A quel tempo la corte papale