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Storia di famiglie romane
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E-book109 pagine1 ora

Storia di famiglie romane

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Info su questo ebook

Una disamina dei casati di Roma del medioevo più influenti e potenti, tanto da influire in modo determinante nella elezione dei papi e delle gerarchie ecclesiastiche dell'epoca.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mar 2015
ISBN9786050364507
Storia di famiglie romane

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    Anteprima del libro

    Storia di famiglie romane - Valter Lori

    BIBLIOGRAFIA

    Il comune di Roma nel medioevo

    La primitiva denominazione del colle capitolino sembra fosse Mons Tarpeius, nome derivato dalla donna romana, Tarpea che, corrotta dalla promessa di un monile, avrebbe aperto ai Sabini la rocca della città. Leggenda a parte, il colle non è il più alto, ma è il più scosceso e imprendibile di tutti quelli tra i quali era sorta la città ed era, forse per la sua naturale difesa, la sede di un importante sacrario dedicato alla Triade Capitolina, Giove Ottimo Massimo, Giunone e Minerva, oltre un tempio minore dedicato al dio della vendetta, Veiove.

    Intorno al secondo secolo a.C. fu costruito sul colle il Tabularium allo scopo di conservare i documenti e gli atti, marmorei, della nascente repubblica. La sua facciata domina tuttora la valle del Foro e ne costituisce un caratteristico fondale. E il termine amministrativo di regione, mutato in rione, ancora oggi presente nella dizione corrente a identificare alcune delle regioni serviane ed anche alcune collinose sulla destra del Tevere come il Gianicolo e il colle Vaticano, sta a testimoniare la permanenza di alcune dizioni in uso.

    In epoca medievale il Colle Capitolino era una zona nella quale, tra i mal identificabili resti, marmorei di strutture e i cespugli che vi crescevano rigogliosamente, brucavano capre e pecore; per tale motivo, molto dimessamente era chiamato Monte Caprino. Dalla sua parte più alta si scorgeva il Campo Marzio con le sue misere abitazioni affacciate sul Tevere e, a destra, l’Anfiteatro Flavio. Ancora più a destra si scorgeva il Palatino, a sinistra l’Esquilino, mentre più lontano il Colle Lateranense mostrava le più recenti costruzioni dello Ptochium (l’ospizio per i poveri), della chiesa di S. Giovanni e degli edifici lateranensi dove era la sede papale.

    Sul finire del XI secolo, tra i resti del Tabularium e quelli del tempio di Veiove sorse, a iniziativa della famiglia baronale dei Corsi, una costruzione destinata forse ad abitazione fortificata. In seguito, con la nascita delle prime istituzioni cittadine, esso divenne la residenza dei primi rappresentanti civili della città. Talvolta le riunioni si svolgevano nel vicino convento dei santi Quattro Coronati, specialmente quando più violenti erano gli scontri tra le famiglie della nobiltà che si contendevano il potere.

    Il Senato, il cui atto costitutivo risale al 1133, malgrado la solenne denominazione, non era che un consiglio con il compito di amministrare il Comune e la giustizia, ed era composto di un numero variabile di membri, da due a cinquanta secondo le convenienze e le pressioni che papato, nobiltà e popolo vi esercitavano. Della cura della città si occupavano i Conservatori, tre magistrati estratti a sorte ogni tre mesi tra gli appartenenti alla nobiltà. Questi ultimi in epoca più recente avevano residenza nell’omonimo edificio sul lato destro della piazza.

    Poiché fino al XIV secolo la cartografia era molto primitiva, limitata solamente agli edifici monumentali, in particolar modo a quelli di culto, non esistono riferimenti certi alle singole costruzioni. Sul colle era stato costruito un modesto palazzo, quello che sarebbe poi diventato il Palazzo Senatorio, la chiesa dell’Aracoeli e, in alcuni disegni, il patibolo sulla parte meridionale del colle prospiciente il Foro.

    Poco si conosce dell’aspetto originale del Palazzo Senatorio. Alcune carte, che risalgono al tempo di Innocenzo III (quindi a circa il 1200) lo rappresentano come una costruzione molto tozza, provvista di merli e di due torri laterali, una delle quali ospitava la patarina, la campana tolta ai viterbesi durante uno dei tanti conflitti che contrapposero Roma a quella città del Lazio settentrionale. In un altro disegno, semplice e grossolano, l’edificio è rappresentato come un parallelepipedo merlato con una torre laterale, due finestre ad arco e una semplice porta di ingresso. I senatori Pietro di Stefano e Andrea dei Normanni fecero costruire nel suo interno una sala per le udienze del tribunale che era chiamata Lovium, un termine di epoca longobarda significante portico o loggiato. Quando una seconda sala fu costruita in un piano superiore, venne anche costruita una scala esterna per l’ingresso. Con quest'aspetto l’edificio è rappresentato in una bolla del 1328 emanata da Ludovico IV di Baviera: un edificio di due piani coperto non più da merli ma da un tetto spiovente con due torri laterali e quattro finestre al secondo piano. Nel complesso si trattava di una costruzione solida e semplice struttura in pietre, il cui unico vantaggio era di trovarsi sopra i monumenti mutilati dell’antica Roma e in mezzo alle rovine della perduta maestà capitolina. Il simbolo della città era rappresentato da un leone, malinconicamente e infelicemente ristretto in una gabbia. Sopra una porta del palazzo v’era la rappresentazione in rilievo dello stesso animale con lo sguardo rivolto ai suoi piccoli. Sembra che un altro rilievo, rappresentante la belva nell’atto di azzannare un cavallo, si trovasse in prossimità del luogo dove si eseguivano sentenze capitali e presso il luogo dove fu trucidato Cola di Rienzo mentre tentava la fuga.

    Durante il pontificato di Bonifacio VIII il palazzo aveva assunto un aspetto più slanciato: la facciata aveva un triplice ordine di finestre corrispondenti ai due piani. Verso la fine del 1300 e la prima metà del 1400 l’edificio aveva l’apparenza di una fortezza. Durante il pontificato dei papi Bonifacio IX (Tomacelli, 1389-1404), Martino V (Colonna 1417-1431) e Niccolò V (Parentucelli 1447-1455) furono apportate modifiche e aggiunte due torri angolari successivamente trasformate in corpi aggettanti dell’attuale facciata. Sul colle si saliva non più dal Foro Romano, come fino allora, ma dal Campo Marzio.

    Nel corso del 1500 il quattrocentesco palazzo fu modificato da un progetto michelangiolesco e portato a compimento da Giacomo della Porta e Girolamo Rainaldi. La scalea a due rampe convergenti sul portale d’ingresso al primo piano, opera di Michelangelo della prima metà del 1500, conferì alla costruzione di soli due piani una superba imponenza, e la torre campanaria di Martino Longhi il vecchio diede all’insieme slancio e leggerezza. La facciata, che nascondeva ai lati ciò che rimaneva delle due torri laterali del passato, era ripartita da lesene corinzie sul piano superiore e ricoperta da bugne nella parte inferiore.

    La sistemazione della piazza, squadrata a trapezio con i due palazzi laterali simmetricamente disposti e leggermente convergenti verso la cordonata di accesso, fu voluta da Paolo III Farnese e fu opera del Buonarroti anche per quanto riguarda il Palazzo dei Conservatori, che si trova a destra della piazza salendo dalla cordonata, come rifacimento di un preesistente edificio quattrocentesco. L’edificio ripete le forme del Palazzo Senatorio ed ha solamente un primo piano. Sul lato opposto della piazza, il Palazzo Nuovo, che ospita il Museo Capitolino, fu anch’esso disegnato da Michelangelo ma la costruzione fu terminata soltanto nel 1655 dai fratelli Rainaldi. Il palazzo sorse dove esisteva un rozzo muro sul quale era appoggiata una fontana di Giacomo della Porta decorata con una statua di Marforio trovata nel Foro Romano. Anche questo edificio presenta un solo primo piano su un piano terreno porticato. La statua dell’imperatore Marco Aurelio, l’unico monumento equestre in bronzo di epoca romana pervenuta integra, fu sistemata al centro della piazza solo dopo il 1350. Fino allora si trovava sul Colle Laterano e si credeva rappresentasse Costantino.

    L’attuale aspetto del Palazzo Senatorio risale dunque al XVI secolo, profondamente mutato dal precedente edificio medievale, ed è costruito sopra il Tabularium che ne costituisce la parete inferiore verso il Foro. Sotto il palazzo si vedono alcuni resti di templi precedenti. Nel 1538 Paolo III Farnese affidò a Michelangelo l’incarico di sistemare la piazza e di progettare un nuovo Palazzo Senatorio. Però, dopo l’inizio dei lavori Michelangelo morì e le opere furono completate da Giacomo della Porta.

    La famiglia degli Annibaldi tra guelfi e ghibellini

    Una delle belle passeggiate negli immediati dintorni della Rocca di Papa è ai Campi di Annibale. All’altezza di settecento metri questa fertile conca, estesa tra il monte Cavo e il Passo dell’Algido, tante battaglie vide combattere tra Romani e Volsci. E, forse per non demeritare troppo dalla tradizione bellica di quei tempi, nella topografia popolare è rimasto il nome di Campi di Annibale alla larga distesa che, nel XIV secolo appartenne, come tante altre località vicine tra cui la stessa Rocca di Papa, alla famiglia

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