La prima volta che li vidi era una fredda giornata d’inverno di quindici anni fa e stavo guidando sulla Milano-Torino. Ero soprappensiero ma, come spesso capita ai naturalisti, il mio sguardo periferico tarato su qualsiasi cosa che si muova in cielo era sveglio e qualcosa di strano attirò la mia attenzione. Questa cosa mi fa impazzire perché, quando penso alle mie cose, magari non vedo un amico per la strada, un palazzo o una cattedrale, ma qualsiasi creatura animale che si muova nel mio campo visivo attira la mia attenzione.
In quel momento, sopra la mia testa c’erano due uccelli bianchi che stavano attraversando in volo l’autostrada. Volavano a circa trenta metri d’altezza ed erano grandi come aironi, ma non erano aironi.
La testa era strana, nera con il becco lungo e incurvato verso il basso. Le punte delle ali