volte le cose si scoprono per caso. Magari di fronte ad un carro armato della Seconda Guerra Mondiale parcheggiato in una piazza di un paesino emiliano. «Ragazzi, cosa ci fa quel carro armato lì in mezzo?» chiedo, sorpresa, ai ragazzi della troupe di . Ho subito pensato ad un monumento dedicato ai caduti o ai. Naturalmente nella sua versione leggera e da commedia tutta italiana, anche se ho scoperto che il faccione simpatico di Don Camillo appartiene ad un attore francese. Insomma, un “come eravate” che per una straniera come me, ha un fascino tutto particolare. Ciò che mi è piaciuto ritrovare in quelle piccole storie, è lo spirito scanzonato, divertente e divertito dei protagonisti. Uno spirito tutto emiliano che sopravvive tale e quale nelle persone che ho incontrato da quelle parti in questi anni. Come Ettore, ad esempio. La sua azienda è a Brescello, ha il nome di “quel famoso prete” e si trova nella via con il nome di “quel famoso sindaco”. Ironia della sorte, a guardarlo, Ettore, potrebbe essere benissimo un novello Peppone. Mani grandi, carattere da vendere, capacità di essere leader. Ma anche battuta sempre pronta e, diciamo, animo gaudente. Insomma, dopo il duro lavoro, ama mangiare e bere bene e divertirsi. E come dargli torto. La sua azienda è leader nella produzione di meloni e cocomeri. L’ha costruita giorno dopo giorno, dopo essere stato quasi costretto a prendere le redini dell’azienda di famiglia giovanissimo. Voleva fare altro nella vita, ma il destino ha voluto che fosse lui a continuare ciò che il padre aveva iniziato.
Ettore, Peppone e Don Camillo
Oct 27, 2023
2 minuti
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