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Oro bianco

’è un ingrediente che accomuna le ricette dei grandi chef e i piatti più semplici: il sale! Oggi viene usato per insaporire e conservare il cibo, preparare scrub o, al limite, come scusa per conoscere i vicini di casa, ma nell’antichità il ventaglio dei suoi impieghi era ben più ampio. Era, per esempio, un elemento fondamentale nei, sorgenti di acqua salsa che venivano, con ogni probabilità, usate per la produzione di sale sin dai tempi degli Etruschi. Le prime tracce esplicite di saline nel volterrano risalgono tuttavia alla latinità. In particolare, il poeta e governatore Rutilio Claudio Namanziano, nel primo libro del – poema del V secolo che narra il ritorno dell’autore nella Gallia natia attraverso un Impero ormai in declino – descrive la presenza di numerosissime saline all’interno dell’ e ne illustra persino l’attività. È però durante il Medioevo che troviamo il primo attestato dell’eccellenza di questo prodotto: intorno all’anno Mille vennero, infatti, scoperti grandi giacimenti saliferi in Sassonia, quindi nel 981 l’imperatore del Sacro Romano Impero, Ottone II, chiamò alcuni salinatori di Volterra per insegnare la tecnica della lavorazione del sale agli abitanti della zona. Da quel momento fino alle soglie dell’Età Moderna, il Comune di Volterra divenne un polo economico e commerciale importantissimo e le sue preziose saline furono oggetto di diverse contese con i comuni vicini, l’Impero e i poteri diocesani. Nel 1472, Firenze riuscì a impadronirsene ma ben presto si trovò costretto a restituirle ai volterrani: solo gli esperti salinatori di zona erano infatti in grado di far funzionare le saline a dovere. Alla fine del XVIII secolo, prima di diventare imperatore, il granduca di Toscana Pietro Leopoldo I diede il via alla costruzione degli stabilimenti e degli edifici che diedero origine alla frazione Saline di Volterra, una delle prime cittadine industriali d’Italia. Gli impianti – detti o – vennero gradualmente ampliati e ammodernati nel corso del tempo e nel 1870 passarono sotto il controllo dello Stato, che ne detenne il monopolio fino agli anni ’90 del Novecento, quando vennero privatizzati. Rimasero in azione fino al 1944, quando vennero distrutti dalle truppe naziste in ritirata, ma nel Dopoguerra vennero costruiti nuovi impianti, operazione che culminò nell’edificazione del Padiglione progettato da Pier Luigi Nervi nel 1962, da cui ancora oggi scende una suggestiva cascata di sale. Lo stabilimento oggi si sviluppa su un’area di 65 mila metri quadri divisi in 10 stabili ed è diventato anche un centro produttore di cultura: al suo interno infatti sono presenti un percorso espositivo che permette di scoprire storia e curiosità di questo sale unico e uno Spazio Arte, dove vengono allestite mostre di giovani artisti contemporanei.

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