A RENDERE COSÌ IRRESISTIBILE il fascino del Garda vi è indubbiamente la varietà di carte che può giocarsi sul tavolo della seduzione, dal fronte climatico a quello paesaggistico, dai litorali sabbiosi alle soavi colline, dalle isole più appartate alle vette innevate. Nella manica, gli assi dei suoi borghi ricchi di arte e cultura, più qualche jolly da spendere a sorpresa, magari con chi preferisce allontanarsi dalle strade più battute.
Si prenda la Valtènesi, un’area che si affaccia sulla sponda bresciana del lago, stretta tra lo specchio acquoreo e le colline moreniche, disseminata di paesi, chiese e castelli, torri e antiche dimore che narrano il corso della sua storia millenaria. A interrogarsi sulle in cui stanziavano coloni ateniesi al seguito degli eserciti romani, mentre un’altra corrente di pensiero lega il nome Valtènesi all’antica Pieve Tenense, già citata da Federico II del 1221. Di certo questa terra può raccontare il passaggio di Romani e Scaligeri, dei Visconti, la dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia come quella degli austriaci. È divisa in sette comuni, tra rivieraschi e collinari, ma nel disegnare il viaggio si può semplicemente decidere di perdersi, ignorandone i confini: godere delle spiagge di Manerba o del castello di Padenghe, bere un calice a Moniga, affrontare i pendii ammantati dai vigneti, dagli uliveti, per raggiungere Polpenazze oppure Puegnago del Garda, quest’ultimo sede del consorzio Valtènesi.