icco di acqua, super zuccherino e da assaporare rigorosamente fresco di frigo, il cocomero (o anguria) è per antonomasia il frutto dell’estate. Anche i suoi colori accesi, buccia verde quasi sempre “tigrata” e polpa generalmente rosso fluo, richiamano la frizzantezza della bella stagione. L’anguria è originaria dell’Africa Tropicale e sembra che i primissimi grandi consumatori siano stati gli Egizi. Proprio nelle piramidi egizie sono stati difatti ritrovati geroglifici risalenti a circa 5.000 anni fa rappresentanti il frutto che, per l’antico è il nome scientifico della pianta da cui nascono le angurie, i suoi nomi volgari (per l’appunto cocomero e anguria) hanno un’etimologia diversa – rispettivamente di derivazione latina e greca – ma il medesimo significato: cetriolo. D’altronde tale pianta fa parte proprio della famiglia delle , propria di diversi ortaggi, oltre ai cetrioli stessi, quali melone, zucca e zucchina. Approdato in Europa nel XII secolo probabilmente grazie agli Arabi, nel mondo vengono coltivate oltre 1.000 varietà di cocomero che a volte presentano caratteristiche anche peculiari (come la polpa gialla, arancione e bianca e i semi chiari e non neri). Alcune di queste varietà, come quelle di piccole dimensioni (tra cui la ), sono nate di recente e hanno ottenuto un grandissimo successo commerciale. Tra le tante, la varietà di anguria più conosciuta è la : rotondeggiante ma allungata, di colore verde chiaro alternato a strisce verdi scure. Come abbiamo sottolineato, il cocomero presenta una grande quantità di acqua di vegetazione che oltre a rendere questo frutto un ottimo diuretico naturale aiuta a mantenere la corretta idratazione. Tra le proprietà benefiche vanno annoverate quelle antiossidanti mediate dagli antociani, dalla Vitamina C e da una modesta ma non trascurabile quota di Vitamina E. L’anguria è anche un buon alleato per la prevenzione delle malattie che colpiscono le arterie poiché fonte di citrullina, un aminoacido che viene convertito dall’organismo in ossido nitrico, composto che migliora l’elasticità delle arterie e gli scambi di ossigeno a livello cellulare. Con le sue 16 calorie per 100 grammi, il cocomero è ideale da consumare anche in regimi ipocalorici e l’alta presenza di acqua lo rende anche particolarmente saziante. Data la dimensione del frutto (che varia dai 2 ai 20 kg) e della pianta, il cocomero non può essere coltivato in terrazzo ma ha bisogno del suo spazio. Nonostante questo, non si tratta di una pianta troppo difficile da curare, pur tenendo conto che il suo clima ideale è caldo (tra i 24°C e 30°C) e che la crescita si blocca al di sotto dei 14°C. La semina delle angurie può avvenire, in semenzaio protetto, già a partire da marzo, per poi trapiantare le piantine nell’orto quando le temperature minime superano i 20°C. Il letto di semina va preparato con almeno tre o quattro settimane di anticipo in quanto il substrato deve essere soffice e poroso e il concime da integrare naturale. Il terreno perfetto per la pianta ha bisogno di un pH acido e l’aggiunta di potassio alimenterà il sapore zuccherino dei frutti. Come sottolineato, la pianta di anguria richiede spazio (almeno 1 metro quadrato ciascuna), sole diretto e moltissima acqua: va annaffiata in modo frequente soprattutto in estate, durante il periodo di sviluppo, per poi ridurre a maturazione avvenuta. I cocomeri vanno raccolti a 60/90 giorni dalla semina quando la buccia è bella liscia e non più rugosa.
