Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Curarsi con Erbe e Piante medicinali: Insegna a curare ogni malattia o disturbo e a preparare medicine in famiglia
Curarsi con Erbe e Piante medicinali: Insegna a curare ogni malattia o disturbo e a preparare medicine in famiglia
Curarsi con Erbe e Piante medicinali: Insegna a curare ogni malattia o disturbo e a preparare medicine in famiglia
E-book672 pagine3 ore

Curarsi con Erbe e Piante medicinali: Insegna a curare ogni malattia o disturbo e a preparare medicine in famiglia

Valutazione: 2 su 5 stelle

2/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Proprietà medicamentose, preparazioni e prescrizioni, ricette e formule diverse, indice terapeutico per malattie e sintomi.
LinguaItaliano
Data di uscita3 dic 2015
ISBN9788892524095
Curarsi con Erbe e Piante medicinali: Insegna a curare ogni malattia o disturbo e a preparare medicine in famiglia

Correlato a Curarsi con Erbe e Piante medicinali

Ebook correlati

Benessere per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Curarsi con Erbe e Piante medicinali

Valutazione: 2 su 5 stelle
2/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Curarsi con Erbe e Piante medicinali - Alberto Fidi

    Alberto Fidi

    Curarsi con Erbe e Piante medicinali

    Insegna a curare ogni malattia o disturbo e a preparare medicine in famiglia

    Cenni descrittivi - Proprietà medicamentose preparazioni e prescrizioni con speciale riguardo al loro impiego nella pratica familiare e nelle varie malattie

    Prima edizione 1988 Fratelli Melita Editori - La Spezia

    Prima edizione digitale 2015 a cura di David De Angelis

    Indice

    Capitolo preliminare

    I. — Raccolta delle piante.
    II. — Conservazione delle piante.
    III. — Preparazioni.
    IV. — Principali forme dei medicamenti.
    V. — Significato di alcuni termini medici.
    VI. — Significato di alcuni termini botanici.

    Erbe e piante medicinali

    A

    Abete rosso o Falso abete

    Abete vero

    Abrotano

    Acacia gommifera

    Acanto

    Acetosella

    Aconito

    Actea

    Adonide

    Agar agar

    Agave

    Aglio

    Agrifoglio

    Agrimonia

    Alchimilla

    Aletris farinosa

    Alloro

    Aloe

    Altea

    Amamelide

    Anagallide

    Andira

    Anemone dei boschi

    Aneto

    Angostura

    Anice

    Anonide o Ononide

    Appio riso o Ranuncolo di palude

    Arancio

    Arcangelica

    Areca

    Argentina

    Aristolochia

    Arnica

    Aro

    Artemisia

    Artemisia cinese

    Asparago

    Assenzio

    Avena

    Avorniello

    B

    Baccaro o Asaro o Erba renella

    Bardana

    Basilico

    Beccabunga

    Belladonna

    Benzoino

    Berbero

    Bergamotto

    Betonica

    Betulla

    Biancospino

    Bistorta o Serpentina

    Boldo

    Borrana o Borragine

    Borsapastore

    Bosso

    Braiera

    Brionia

    Bromo

    Brunella

    Bucco

    Buglossa

    C

    Cacao

    Caffé

    Cajeput

    Calamo aromatico

    Calcatreppolo

    Calendula campestre

    Camedrio o Querciola

    Camomilla

    Canapa

    Canapa acquatica

    Canna di palude

    Canna rigata

    Cannella

    Capelvenere

    Caprifoglio

    Capsico

    Caragheen o Musco d’Irlanda

    Carciofo

    Cardamomo

    Cardo dei lanaioli

    Cardo mariano

    Cardo santo

    Carice

    Cariofillata o Ambretta

    Carlina

    Carota

    Carpino

    Cassia

    Cassia cava

    Castagno

    Castagno d’India o Ippocastano

    Castagnola

    Catapuzia

    Catecu

    Cavolaccio

    Cavolo

    Celidonia

    Centaurea minore o Biondella

    Cerfoglio

    Chenopodio

    Chenopodio antelmintico

    Chichingero

    Chimafilla

    China

    Chiretta

    Ciclamino

    Cicoria o Radicchio

    Cicuta maggiore

    Cicuta rossa

    Ciliegio

    Cimifuga

    Cinoglosso

    Cinquefoglio

    Cipolla

    Cipresso

    Coca

    Coclearia

    Cocomero asinino

    Coda di cavallo o Setolone

    Coda di leone

    Cola

    Colchico

    Colombo

    Coloquintide

    Concordia

    Condurango

    Consolida maggiore

    Convallaria o Mughetto

    Convolvulo purgativo

    Copaifera

    Coptide

    Corallina di corsica

    Corbezzolo

    Coriandolo

    Cotogno

    Cotone

    Crescione

    Crotontiglio

    Cubebe

    Cuminella

    Cumino dei prati

    D

    Damiana

    Dattoliere

    Digitale

    Dittamo

    Dulcamara

    E

    Edera terrestre

    Eliantemo

    Eliotropio peruviano

    Ellera o Edera

    Eluteria

    Enula

    Epimedio

    Epitimo

    Erba aglio

    Erba aloisia

    Erba brusca

    Erba calenzola

    Erba cipressina

    Erba cornacchia

    Erba di San Pietro

    Erba fragolina

    Erba fumaria

    Erba gattaria

    Erba nocca

    Erba peperina

    Erba rena

    Erba rugginina

    Erba storna

    Erba tortora

    Erba vescicaria

    Erniaria

    Erodio moscato o Erba muschio

    Eucalipto

    Eufrasia

    Eugenia aromatica

    Evonimo

    Fabiana

    Faggio

    Farfaraccio

    Farfaro

    Farnia o Eschio

    Fava

    Fava S. Ignazio

    Felce dolce o Polipodio

    Felce maschio

    Fellandrio o Finocchio acquatico

    Ferula

    Fiammola

    Ficaria

    Fico

    Fieno greco

    Filipendola

    Finocchiella

    Finocchio

    Finocchio porcino

    Fiorrancio

    Fiordaliso

    Fisiostigma

    Fitolacca

    Fragola

    Frangula

    Frassino comune

    Frassino orniello

    Frumento

    Fumaria

    Fungo del larice o Agarico bianco

    Fusaggine

    G

    Gaggia o Falsa acacia

    Galanga

    Galega

    Garcinia

    Gelsemio

    Genziana

    Genzianella

    Giglio

    Ginepro

    Ginestra

    Girasole

    Giuggiolo

    Giusquiamo

    Gramigna

    Granoturco

    Graziola

    Grindelia

    Guaiaco

    Guaranà

    I

    Idraste

    Ioimbe

    Ipecacuana

    Ipomea

    Iride o Giaggiolo

    Issopo

    J

    Jambul

    K

    Kava

    L

    Lamio

    Lampone

    Lapazio

    Lappio

    Larice

    Lattuga

    Lauro canfora

    Lauro ceraso

    Lavanda o Spigo

    Lentisco

    Lichene islandico

    Licopodio

    Ligustro

    Limone

    Linaiola

    Lino

    Lino catartico

    Liquirizia

    Lobelia

    Loglio

    Lupino

    Luppolo

    M

    Maggiorana

    Malva comune

    Malvarosa

    Mandorlo

    Mandragora

    Margheritina

    Marrobio o Erba apiola

    Marrobio fetido

    Matico

    Melia

    Meliloto o Erba vetturina

    Melissa o Cedronella

    Melo

    Melograno

    Meloncello

    Menta

    Mercorella

    Mezereo o Fior di stecco

    Migliarino

    Millefoglie

    Miristica odorosa

    Mirra

    Mirtillo

    Mirto o Mortella

    Morine

    Mostardina

    Muira puama

    N

    Narciso silvestre

    Nespolo

    Nocciulo

    Noce

    Noce vomica

    O

    Oleandro

    Olivo

    Olmaria

    Olmo

    Ontano

    Origano

    Ortica

    Orzo

    P

    Pado

    Pan di cuculo o Giglio militare

    Papaia

    Papavero selvatico o Rosolaccio

    Paracoto

    Pareira brava

    Parietaria

    Parnassia

    Passiflora incarnata

    Patata

    Pelosetta o Orecchio di topo

    Peonia

    Pepe

    Persicaria

    Pervinca

    Pesco

    Piantaggine

    Piantaggine d’acqua o Mestolaccia

    Pigamo

    Pilatro

    Pilocarpo

    Pimpinella

    Pinguicola

    Pino selvatico o Pino di Scozia

    Pioppo nero o Albaro

    Piretro

    Piscidia

    Podagraria o Piccola angelica

    Podofillo

    Poligala amara

    Poligala senega

    Polmonaria

    Porro

    Prezzemolo

    Primula

    Prugnolo

    Pruno virginiano

    Pugnitopo

    Pulsatilla

    Q

    Quassia

    Quebraco

    Quercia

    Quercia marina

    Quercia tintoria

    Quillaia

    R

    Rabarbaro

    Rafano o Cren

    Ramerino di palude

    Ramno purshiana

    Ratania

    Reseda

    Rhus aromatica

    Ribes nero

    Ricino

    Riso

    Rizzomolo

    Romice

    Rosa Rosa di macchiaRosa pallida - Rosa rossa

    Rosa di Natale o Elleboro

    Rosa di rocca

    Rosmarino

    Rosolida

    Rottlera

    Rovo

    Rucola

    Ruta

    S

    Sabina

    Salcerella o Salicaria

    Salice nero

    Salice rosso

    Salsapariglia

    Salvastrella

    Salvia

    Sambuco

    Sandalo

    Sanguinaria

    Santolina

    Santoreggia

    Saponaria

    Sassofrasso

    Scammonea

    Scilla o Cipolla marina

    Scilla dei contadini

    Scolopendrio

    Sconcordia

    Scorzonera

    Sedano

    Sedano di montagna

    Segale cornuta

    Semprevivo

    Senape bianca

    Senape nera

    Sena provenzale

    Senecio o Calderagia

    Serpentaria virginiana

    Serpillo

    Sigillo di salomone o Poligonato

    Simaruba

    Siringa o Serenella

    Solatro

    Soldanella

    Spigelia

    Spino cervino

    Stafisagria

    Stellina

    Stillingia

    Stoppioni

    Stramonio

    Strofanto

    Succisa

    Susino

    T

    Tabacco

    Tamarindo

    Tamaro o Brionia nera

    Tamerice

    Tanaceto

    Tapsia

    Tarassaco o Dente di leone

    Tasso

    Tasso barbasso

    Terebinto

    Thuia

    Tiglio

    Timo

    Toluifera balsamo

    Toluifera di Pereira

    Tormentilla

    Tragoselino

    Trientale

    Trifoglio fibrino

    U

    Uva ursina

    V

    Valeriana

    Vaniglia

    Veratro bianco

    Veratro nero

    Veratro sabadiglia

    Veratro verde

    Verbena

    Verga d’oro

    Veronica

    Viburnio

    Viburno

    Vilucchio

    Vilucchio bianco

    Vincetossico

    Violacciocca

    Viola del pensiero

    Viola mammola

    Viorna

    Vischio

    Vite

    Vite d’orso

    Vulneraria

    X

    Xantoxilo o Clava di Ercole

    Z

    Zafferano

    Zedoaria

    Zenzero

    Zucca

    Indice Terapeutico per malattie e sintomi

    Capitolo preliminare

    I. — Raccolta delle piante.

    Le annate più favorevoli alla raccolta delle piante medicinali sono quelle in cui non ha piovuto troppo.

    Gli anni di siccità sono ottimi per le piante aromatiche, quali il timo, il ginepro, l’angelica, l’anice, la menta, il pepe e simili.

    Le piante vivaci vanno raccolte nei primi giorni d’aprile e le loro radici invece ai principi dell’ottobre, epoca in cui sono completamente sature dei principi essenziali che ne costituiscono la virtù.

    Le piante vanno raccolte per lo più nel momento in cui le loro gemme cominciano a schiudere e prima che il fiore sia completamente aperto. Tale regola non è però assoluta e certe piante acquose, come la malva, la bismalva, la parietaria, la lattuga, ecc., non sono sature dei loro principi attivi che prima della crescita degli steli.

    Le piante di cui la virtù curativa è racchiusa nei frutti o nelle bacche, vanno raccolte quando la maturità è completa.

    Certe piante non producono che fiori minuscoli o embrionarii (tali ad esempio le capillari e la scolopendra) e i principi attivi ne sono raccolti nella lanuggine che ne riveste le foglie all’epoca della piena maturanza.

    Le sementi vanno raccolte ben mature; le radici allorchè gli steli della pianta cominciano ad avvizzire.

    La raccolta delle piante acquose va fatta un po’ avanti la levata del sole. La raccolta di tutte le altre piante invece è consigliabile sia fatta poco dopo il sorgere del sole, in modo che la rugiada che le impregnava risulti evaporata.

    La raccolta va sempre effettuata con tempo calmo e sereno.

    II. — Conservazione delle piante.

    Le piante, durante la loro crescita, s’impregnano d’una linfa viscosa che fa parte integrante della loro costituzione e d’un umore acquoso e insipido che occorre separare dalla loro sostanza, essendo di ostacolo alla conservazione della pianta.

    Il processo conservativo deve quindi proporsi la disseccazione della pianta, sia a mezzo del calore solare, che di quello delle stufe, del bagnomaria e dei forni. Tali mezzi possono essere impiegati separatamente, o anche successivamente per una stessa pianta.

    Per dare un esempio, dovendo conservare la cicoria selvatica, che contiene una quantità media di umore acquoso, la si monda delle foglie morte, si distende su un graticcio di vimini ricoperto di carta assorbente e si espone al sole o in forno riscaldato a circa 40 gradi. Quando la pianta è ben secca, vale a dire quando toccandola si polverizza, si ripone in luogo asciutto e adatto, in modo che le foglie e gli steli non sieno ammucchiati l’uno sull’altro.

    Per le piante aromatiche è preferibile l’esposizione al calore solare e non è consigliabile la disseccazione a bagno maria.

    Certe piante, invece, quali le crocifere e le antiscorbutiche, vanno, adoperate appena raccolte, giacche le virtù ne risiedono nei succhi e nei sali volatili di cui sono impregnate, sali che il calore disperderebbe.

    I frutti, le bacche, le sementi, i noccioli e gli acini da conservare vanno raccolti prima della completa maturanza, a differenza di quelli che vengono impiegati freschi che debbono essere raccolti nella piena maturanza. Per conservarli, dopo averli ben nettati, si espongono al calore del forno per un quarto di ora, indi all’aria o al sole, poi ancora a un calore moderato sino a completo disseccamento, badando a tenerli separati gli uni dagli altri a mezzo di strati di carta assorbente.

    Le sementi oleose emulsive, quali quelle del lino, del mandorlo, del limone, dell’anice, del finocchio, forniscono olio per pressione, dopo essere state seccate al sole in autunno, o a bagno maria, e averle sbucciate.

    Le sementi farinose, come quelle della segale, dell’avena, dell’orzo, delle fave, dei lupini, vanno invece disciolte in acqua bollente.

    La maggior parte dei fiori deve essere adoperata quando sono freschi, giacché essi perdono l’odore disseccandosi. Tuttavia nelle labiacee le foglie sono altrettanto odorose quanto i fiori e forniscono un’eguale quantità di olio essenziale per distillazione. Alcuni fiori, al contrario, quali la rosa e il garofano rosso, acquistano maggiore fragranza disseccandosi.

    I fiori, salvo rare eccezioni, vanno raccolti un poco prima del loro completo sboccio. Essi si disseccano e si conservano in modo analogo a quello usato per le foglie e per le erbe, con l’avvertenza che è preferibile lasciare loro il calice.

    Per conservare le radici, è necessario anzitutto lavarle in acqua fresca, indi si tagliano a pezzi e si mettono a seccare nel forno. Si ripongono poi in recipienti ben tappati.

    Certe radici, come quelle della bismalva e del nenufar, non possono essere conservate a lungo.

    La radice di angelica si conserva più a lungo, se colta in autunno.

    I legni, che si raccolgono dopo la caduta delle foglie, vanno tagliati a pezzi, dopo averne tolto l’alburno e la corteccia per lo più, e seccati al sole. Solo i legni resinosi si conservano a lungo.

    Le cortecce si seccano e si conservano come i legni, dopo averle ben nettate.

    Un mezzo per conservare sbrigativamente le erbe e le piante consiste nell’ammucchiarle in grandi recipienti di creta, pressandole sinché il vaso non sia riempito sino all’orlo. Si tappa poi il recipiente con un sughero spalmato di cera fusa nella sua parte inferiore e coperto esternamente, dopo averlo applicato, con pece fusa. In tal modo le piante si conservano assai a lungo, senza perdere né le loro virtù né il loro profumo e aroma. Si potrà anche mettere in fondo al vaso un pizzico di nitro greggio.

    III. — Preparazioni.

    Per estrarre dalle piante i principi attivi medicamentosi si ricorre ad operazioni più o meno complicate, quali la decozione, l’infusione, la macerazione, la distillazione, la spremitura.

    INFUSIONE. — Questa operazione, al pari della decozione, ha lo scopo di sciogliere in un mezzo appropriato allo scopo che ci si prefigge i principi attivi di una data pianta.

    Si pestano prima bene e si sminuzzano le piante da adoperare, poi ci si versa sopra acqua bollente, si copre il recipiente e si lascia riposare per un quarto d’ora circa.

    Il liquido va poi colato e, occorrendo, filtrato, attraverso un po’ d’ovatta o un pannolino.

    In linea generica, gl’infusi di piante molto attive si fanno nella proporzione di 1 parte di pianta per 100 parti di acqua. Quelli di piante meno attive nella proporzione del 3 al 5 per 100.

    L’infusione si fa anche in vino, aceto, o alcool.

    DECOZIONE. — Per la decozione si mette la pianta nell’acqua fredda e si fa bollire a lungo, trattandosi per lo più di estrarre i principi attivi da materiali di natura compatta. Trattandosi di legni, occorrerà prima pestarli e anche rasparli e lasciarli a macero per circa 12 ore.

    Le piante aromatiche, di cui la virtù principale risiede nel principio volatile che l’ebollizione disperderebbe, vanno sempre adoperate per infusione e non per decozione.

    Le decozioni si fanno generalmente in acqua e nella proporzione di 2 a 5 parti per 100 parti di acqua.

    MACERAZIONE. — Si compie a freddo, immergendo in un liquido, acqua, aceto, o alcool, da varie ore a più giorni, le piante da cui si vogliono estrarre i principi medicamentosi.

    TINTURE o ALCOOLATI. — Si approntano per macerazione in alcool, dopo avere ridotto in polvere la pianta, sia in vaso chiuso alla temperatura di circa 40 gradi, che a freddo. L’operazione si compie in due volte; prima con la metà dell’alcool che si impiega, successivamente con l’altra metà, protraendo ciascuna delle due macerazioni per 4 o 5 giorni. Indi si spreme il residuo, si riuniscono i due liquidi che sono stati tenuti separati e si filtrano.

    Le tinture delle sostanze poco attive si fanno nella proporzione di 1 a 5 con alcool di gradazione da 60 a 80 e più gradi, secondo la natura della sostanza.

    Le tinture delle sostanze attivissime si preparano nella proporzione di 1 a 10 con alcool di 70 gradi.

    IDROLATI, o ACQUE DISTILLATE. — Si preparano facendo passare una corrente di vapore d’acqua attraverso la pianta o la sostanza da cui si debbono estrarre i principi volatili e non scaldando la droga direttamente nell’acqua.

    Le piante fresche si contundono e si distillano; quelle secche si fanno macerare prima in acqua per 24 ore.

    Le acque distillate si alterano facilmente se conservate a lungo.

    SPREMITURA. — Con la spremitura si estrae dalla pianta il suo succo, vale a dire la sua parte liquida composta di diverse sostanze, quali i sali, gli olii, le gomme, le resine, il latice, ecc.

    Per estrarre tali sostanze, si raccoglie la pianta quando è fresca, si lava, si asciuga, si taglia a pezzi e si pesta in un mortaio di pietra. Si raccoglie poi la materia schiacciata in un sacchetto di tela e se ne estrae il succo a mezzo di un torchietto. Il succo in seguito va chiarificato e all’uopo si immerge il recipiente di vetro in cui è stato raccolto in acqua quasi bollente, tenendovelo più o meno a lungo secondo il bisogno. Quando poi sarà raffreddato, si filtra.

    Alcuni succhi, come quelli di cetriolo, di ciliegia, di limone, di sedano, di ribes, si chiarificano di per sé stessi e basta riporli in bottiglia e lasciarli riposare prima di filtrarli.

    Certe piante, quali la buglossa, la cicoria, la borrana, dal succo denso e mucillaginoso, male si prestano all’operazione. Bisogna quindi, nel pestarle, inumidirle con acqua e lasciarle macerare qualche ora prima della spremitura.

    Le radici, generalmente viscose, vanno prima grattugiate.

    I succhi così estratti vanno messi in bottiglia. Si versa sopra un po’ d’olio, si tappa ermeticamente e si ripone in luogo fresco.

    Per ricavare da tali succhi i sali, occorre farli evaporare sino a consistenza sciropposa. Si tiene poi al fresco e ben riparato dalla polvere lo sciroppo ottenuto e in capo a 15 o 30 giorni si formeranno alla sua superficie alcuni cristalli, che debbono essere conservati in vasi ben chiusi.

    Dalle sementi infine si estraggono per fermentazione, per distillazione o per spremitura, olio, sali volatili e spirito.

    IV. — Principali forme dei medicamenti.

    POLVERI. — Si distinguono, in relazione al loro grado di finezza, in: sottilissime, sottili e grosse.

    Sono sottilissime quelle che si ottengono passandole attraverso uno staccio che abbia 1600 forellini quadrati per centimetro quadrato. Tali sono, per non parlare che di quelle vegetali, le polveri di aconito, altea, belladonna, cannella, china, ipecacuana, liquirizia, noce vomica, rabarbaro.

    Sono sottili quelle che si ottengono dall’impiego di uno staccio che abbia 900 forellini quadrati per centimetro quadrato e in esse si debbono comprendere tutte quelle polveri che non sono comprese tra le sottilissime e le grosse.

    Sono grosse quelle che si ottengono dall’impiego di uno staccio con 100 forellini quadrati per centimetro quadrato, come quelle dei semi di lino, della senape, del veratro sabadiglia.

    CACHETS. — Sono gli involucri di ostia dentro cui si mette la polvere medicinale.

    PILLOLE. — Sono sostanze medicamentose polverizzate e amalgamate con acconcie sostanze eccipienti. Si aggiunge qualche goccia di glicerina per impedire che si essicchino troppo e si cospargono di licopodio. Nel caso che occorra proteggerle dall’aria, le pillole vengono immerse in una soluzione di balsamo di Tolù e si lasciano seccare.

    Quelle pillole che non debbono sciogliersi nello stomaco, ma nell’intestino, vengono infine cheratinizzate, ricoprendole prima di burro di cacao, arrotolandole nella polvere di grafite e immergendole in una soluzione di cheratina, che è la sostanza fondamentale del tessuto corneo. Secondo la natura del farmaco, s’impiega la soluzione di cheratina nell’ammoniaca, o nell’acido acetico glaciale. L’immersione nella cheratina si ripete sino a ottenere uno strato protettivo sufficiente, indi si lascia asciugare.

    Oltre la cheratina, si può impiegare allo stesso scopo la gelatina trattata con aldeide formica.

    GRANULI. — Sono pillole minuscole, che si impiegano per somministrare farmaci molto attivi. Il farmaco si amalgama con zucchero di canna o lattosio, s’impasta poi con gomma adragante o gomma arabica e infine si ricoprono i granuli di uno strato di zucchero o di zucchero e amido.

    BOLI. — Non sono altro che pillole voluminose, necessarie per la somministrazione di sostanze di cattivo sapore in quantità rilevanti.

    PASTIGLIE. — Si preparano impastando il farmaco con sciroppo, o mucillaggine di gomma arabica o gomma adragante, e dando loro la forma voluta, del peso di un grammo circa, a mezzo di uno stampo circolare o ellittico.

    Oppure a mezzo compressione a secco del farmaco finemente polverizzato dentro apposite forme.

    TAVOLETTE DI GELATINA. — Si scioglie la gelatina in acqua distillata addizionata di glicerina, si aggiunge il farmaco e si lascia essiccare sopra una lastra di vetro suddivisa in quadratini, in modo che a ogni quadratino corrisponda una determinata dose del farmaco. Per lo più si preparano in tal modo quelle sostanze che sono attive in piccoli quantitativi col vantaggio di potersi conservare bene e di essere pratiche per viaggio o campagna.

    SUPPOSITORI. — Sono preparazioni a forma di cono e a base di burro di cacao, che contengono sostanze medicamentose destinate a essere introdotte nel retto o nella vagina.

    DISCHI OFTALMICI. — Sono dischi di gelatina, di circa 16 millimetri quadrati, contenenti farmaci adatti per le cure delle malattie degli occhi.

    POMATE E UNGUENTI. — Sono farmaci incorporati con sostanze grasse da adoperarsi per uso esterno. Le sostanze più usate sono il grasso di maiale, la lanolina e la vaselina. Il grasso di maiale, a evitare l’irrancidimento, si addiziona per il solito con benzoino in polvere.

    LINIMENTI. — Offrono un consistenza intermedia tra gli unguenti e gli olii grassi e sono mescolanze di olii grassi e saponi.

    ESTRATTI. — Con riferimento ai solventi impiegati per la preparazione, gli estratti possono essere: acquosi, quando sono preparati con la pianta secca e acqua distillata; idroalcoolici, quando sono preparati con alcool diluito; alcoolici, quando sono preparati con alcool meno allungato; eterei, quando sono preparati con etere.

    Con riferimento al grado di consistenza possono essere: molli, allorchè si fa evaporare la soluzione finché il residuo non bagna la carta senza colla; secchi, quando si fa evaporare la soluzione nel vuoto fino a ottenere una sostanza riducibile in polvere; fluidi, i quali per ogni grammo contengono 1 grammo di principi solubili della droga.

    Gli estratti fluidi conservano inalterati i principi attivi a lungo, si prestano meglio alla rapida preparazione di tinture, infusi e simili e per conseguenza il loro impiego tende sempre più a generalizzarsi.

    ELETTUARI. — Sono i miscugli di polveri, polpe, sciroppi, miele e simili, ridotti a consistenza di poltiglia a bagno maria.

    SCIROPPI. — Si preparano con acqua distillata e zucchero, in modo che risultino limpidi e della densità di 1,32 a 15 gradi.

    Lo sciroppo semplice si prepara con parti 19 di zucchero sciolte in 10 parti di acqua, filtrando poi per panno.

    EMULSIONI. — Rappresentano la sospensione di una sostanza insolubile, per lo più le sostanze grasse, in un mezzo liquido. La massa che se ne ottiene assume aspetto lattiginoso..

    Ciò si ottiene a mezzo dell’impiego della gomma arabica, del tuorlo d’uovo o del bianco d’uovo.

    LOOCH. — Vocabolo arabo, che indica una emulsione spessa e dolce.

    ROOB, o ROB. — Vocabolo anch’esso derivato dall’arabo, che designa gli estratti preparati con succo di frutti.

    V. — Significato di alcuni termini medici.

    Afrodisiaco = eccitante dei desideri venerei.

    Amenorrea = ritardo o mancanza della mestruazione.

    Anafrodisiaco = calmante dei desideri venerei.

    Analgesico che toglie il dolore.

    Anestetico = che priva della sensibilità.

    Anodino = che calma il dolore.

    Antidoto = contravveleno.

    Antielmintico = vermifugo.

    Antiflogistico = contrario alle infiammazioni.

    Antipiretico = rimedio contro la febbre.

    Antisettico = contrario alla putrefazione.

    Antispasmodico = calmante delle contrazioni muscolari.

    Aperitivo = eccitante dell’appetito..

    Aromatico = rimedio contenente oli: eterei volatili e leggermente eccitante dei nervi.

    Asettico = che impedisce la putrefazione.

    Astringente = rimedio atto a diminuire o arrestare una secrezione.

    Bechico = contrario alla tosse.

    Cardiotonico = rimedio pel cuore.

    Carminativo = che espelle i gas intestinali.

    Catartico = purgante non troppo violento.

    Caustico = che brucia.

    Cefalico = che combatte i dolori di testa.

    Colagogo = che provoca l’espulsione della bile.

    Depurativo = atto a purificare il sangue.

    Diaforetico = eccitante del sudore.

    Detersivo = atto a pulire le ferite e a favorirne la cicatrizzazione.

    Dismenorrea = mestruazione difficile.

    Diuretico = eccitante della secrezione urinaria.

    Eclampsia = convulsione infantile.

    Drastico = purgante energico.

    Emetico = eccitante del vomito.

    Emmenagogo = atto a provocare la mestruazione.

    Emolliente = atto a mollificare i tessuti.

    Emostatico = che arresta le emorragie.

    Energetico = che produce o accresce la forza vitale.

    Epispastico = vescicatorio.

    Epistassi = emorragia nasale.

    Espettorante = atto a promuovere la secrezione bronchiale.

    Galattoforo = che favorisce la secrezione lattea.

    Galattofugo = che arresta la secrezione lattea.

    Ipnotico = che provoca il sonno.

    Lassativo = purgante blando e non irritante.

    Linimento = miscela emolliente per frizioni esterne.

    Metrite = infiammazione dell’utero.

    Narcotico = che produce torpore, sonnifero.

    Paregorico = rimedio calmante.

    Leucorrea = perdite bianche delle donne (volgarmente: fiori bianchi).

    Pettorale = atto a curare le malattie dell’apparato respiratorio.

    Profilattico = rimedio tendente a preservane dai mali.

    Revulsivo = rimedio che devia all’esterno una secrezione morbosa.

    Risolvente = atto a risolvere i mali in generale e in particolare i tumori, gli ingorghi, le ostruzioni, ecc.

    Risolutivo (vedi risolvente).

    Rubefacente = rimedio che richiama maggiore quantità di sangue alla superficie dell’epidermide.

    Scialagogo = rimedio atto a promuovere una ipersecrezione di saliva.

    Stimolante = rimedio atto a eccitare le funzioni degli organi, ravvivandone la circolazione sanguigna.

    Stomachico = rimedio che giova allo stomaco.

    Stomatico = rimedio per le malattie della bocca.

    Tenifugo = rimedio contro la tenia o verme solitario.

    Tonico = atto a regolare ed eccitare le funzioni dei tessuti. Topico = rimedio che si applica all’esterno, come impiastri, cataplasmi, unguenti,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1