Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Rumba
Rumba
Rumba
E-book137 pagine1 ora

Rumba

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

“ RUMBA ”
Un’unica nottata, apparentemente, semplice e tranquilla, che si trasforma in un intrecciarsi di vite, tra perfetti sconosciuti, che si sfiorano, influenzando, involontariamente, il proprio destino.
Un unico comune denominatore, “ RUMBA “, un servizio di navette, che convoglia la vita notturna, in special modo, di adolescenti, in una delle zone più belle del lago d’Iseo.
Un nome che, casualmente, riporta alla mente l’omonimo ballo, durante il quale, i partecipanti, roteano, intrecciandosi vorticosamente, condividendo un comune denominatore, la pista da ballo, neutrale ed al servizio di tutti.
La vita, in fondo, non è altro che un ballo, coinvolgente e movimentato, con i propri eroi e le proprie vittime.

LinguaItaliano
EditoreNipo Ruli
Data di uscita20 set 2012
ISBN9781301830817
Rumba
Autore

Nipo Ruli

Nipo Ruli,pseudonimo di fantasia, creato durante la lettura di un manoscritto del '700, quando, il nome reale di Giulio NIPOte, si confonde con quello della nota a lato, riguardo un popolo, gli eRULI.Appassionato di sport, manager ed imprenditore, esplora il mondo eclettico della scrittura, attraverso l'utilizzo della tacnologia, mediante la "rete".

Correlato a Rumba

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Rumba

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Rumba - Nipo Ruli

    ….Otto…nove….dieci, Angelo concludeva la quarta di cinque serie di squat. Permetteva al bilanciere, appoggiato alla nuca, di abbandonare le due cunette toniche, formate, nella parte posteriore delle spalle, dai muscoli trapezi, tesi, per lo sforzo di sostenerlo, adagiandolo, con un leggero sussulto, sui ganci di sostegno saldati alla struttura di acciaio chiamata castello, producendo un lieve tintinnio.

    Sulla fronte e sul collo, la parete di minuscole gocce di sudore, luccicanti come piccoli swarovski, esplodeva, facendole congiungere, per confluire in un rivo che, scorrendo adagio, lungo il solco mediano della schiena atletica, arrivava ai lombi, raccogliendosi subito sopra i glutei, inzuppando la canottiera da culturista.

    Si era sempre accostato a quell’esercizio, che consiste nell’accosciarsi e rialzarsi con un bilanciere appoggiato sulle spalle, manifestando uno strano rapporto di odio amore, ma la produzione di endorfine, che dirompeva all’interno delle sue sinapsi alla fine di quello sforzo erculeo, lo appagava in maniera così completa, da divenirne quasi dipendente, al pari di un tossico con la propria droga.

    Scusa Angelo, gli chiese Mirko, il proprietario della palestra, posso parlarti cinque minuti ?

    Non adesso Mirko, mi manca una serie ed ho finito la sessione di allenamento, poi ti concederò tutto il tempo che vorrai!

    Mirko ingannò l’attesa, ammirandosi i bicipiti, tonici e allungati, improvvisando alcune pose da culturista, davanti allo specchio, non celando affatto lo spirito narcisista che lo aveva sempre animato.

    Ok, Mirko, ho finito, dimmi!

    Si diressero entrambi verso una scrivania, presso l’entrata della palestra, sulla quale era appollaiato un computer, circondato da alcuni raccoglitori, stipati di pile di schede di allenamento.

    La parete era tappezzata da foto di bodybuilders.

    Quello era ciò che, Mirko, considerava un ufficio, sicuramente non il luogo ideale per intrattenere conversazioni in tutela della privacy, ammesso che in quella palestra si discutesse di argomenti così delicati.

    Niente di particolare Angelo, volevo solo sapere se nei cinque mesi da quando ti sei trasferito a Lovere hai trovato lavoro.

    No, niente, purtroppo, perché ?

    Sai, in valle hanno organizzato un servizio di pullman per mezzo dei quali prelevano i ragazzi dai vari paesi del circondario e li accompagnano presso i locali che, in veste di sponsors, partecipano all’iniziativa. Gli stessi fungono anche da fermata.

    Mirko, pronunciando la frase, scuoteva lateralmente la testa, sormontata dalla consueta bandana, quasi sempre rossa, a coprire il nido di capelli mesciati biondo-cenere, che si prolungavano in una lunga coda, ondeggiante, sospinta dal movimento repentino.

    Sì ed allora? Non ho la patente di autista di bus!

    Infatti, non dovresti guidare, ma fare da sicurezza all’autista…

    Sìì,… praticamente, il buttafuori! Tuonò nel frattempo Iron, un altro pseudo atleta da palestra.

    Lo stò gia facendo da due mesi, devi solo controllare che non fumino, bevano o vomitino sul pullman e, se il solito bevuto fa troppo casino, picchia i pugni sui vetri o, peggio, molesta una ragazzina…, accompagnando la frase con un sorrisino, … sollevalo di peso, in modo da farlo smettere ed, alla peggio, lo scaraventi giù dal mezzo.

    Iron, era il soprannome che avevano affibbiato a quell’energumeno, sulla trentina, in abbondante sovrappeso, non tanto perché duro come l’acciao, ma forse, più semplicemente, perché svolgeva il vero lavoro, presso l’acciaieria più importante della zona.

    Grazie per l’aiuto. Commentò Angelo.

    Ma,...Mirko…mi toglieresti una curiosità? Domandò Iron, saltando da palo in frasca, rivolto all’ allenatore.

    Tu, che ti fai chiamare Moicano, italo californiano, fai ancora gli spogliarelli nei night svizzeri? Alludendo ad un passato, mai confermato, del gestore della palestra.

    Ah, caspita che rivelazione! Non lo sapevo. Aggiunse Angelo. E’ per questo che continui a lampadarti ?

    Riferendosi palesemente al colore, perennemente bronzeo, della pelle ormai incartapecorita, di Mirko.

    Infatti, a causa delle prolungate esposizioni ai raggi UVA, attorno agli occhi, si aprivano solchi profondi come canions, conferendo a Mirko un aspetto tremendamente vissuto, ed un’età indistinta, che l’allenatore non amava rivelare.

    A proposito, perché hai scelto il nome Moicano? Continuò.

    Probabilmente, perché, non esprimendosi bene né in inglese, né in italiano, può spacciarsi per americano in Italia e per Italiano con gli Americani. Ironizzò, Iron, che si divertiva un mondo a punzecchiare l’amico, sganasciandosi, in una risata fragorosa.

    Non fare il pirla! Che cazzo c’entra, stavamo parlando di un’altra cosa…..Sei sempre il solito, passi da un argomento all’altro, senza che ci sia alcun nesso. Tagliò corto, Mirko, non manifestando affatto di gradire l’argomento.

    Ti stavo dicendo, Angelo, che avresti unicamente il compito di controllare che i ragazzi accedano al bus, in possesso dei biglietti e, come ti ha già detto Iron, in maniera piuttosto colorita, che non fumino o bevano sul mezzo.

    Non lo so Mirko, devo prendere, un po’ di tempo. Ma, a proposito, cosa mi dici riguardo all’orario di lavoro?

    Hai ragione, si comincia alle 19,30 e si finisce alle 3 del mattino. Lavorerai solo il sabato, a patto che non abbia niente di meglio da fare il sabato sera…Il compenso è di 100 euro.

    A maggior ragione, trattandosi del sabato, ti farò sapere entro venerdì e, dato che siamo a martedì, penso sia un tempo sufficiente.

    OK! Acconsentì Mirko.

    Angelo si diresse verso gli spogliatoi, dalla parte opposta della palestra. Attraversò, con passo sicuro il corridoio, di linoleum blu, lasciato sgombro dalle macchine di allenamento, accompagnato dalla sua immagine riflessa dalla parete ricoperta di specchi.

    Oltrepassò una porta, che dava accesso allo spogliatoio, al lato della quale giganteggiava l’immancabile poster, inneggiante alle miracolose qualità di sviluppo fisico, fornita dalla solita bevanda energetica,.

    Deposte le scarpe, sulle quali abbandonò, raccolti in un mucchietto, calzini, slip e calzoncini, sfilati in un sol colpo, come se ne fosse uscito, esplodendo verso il soffitto e, lasciata cadere la canotta sulla panca, si diresse, con sollievo alle docce.

    Era un momento di raccoglimento, incredibilmente rilassante.

    L’acqua bollente, sparata a getto sul corpo affaticato, scivolava sulla pelle, per raccogliersi sul piatto di ceramica bianca ed infine, roteando a mulinello, nello scarico, trasportando con sé la fatica accumulata durante l’allenamento. La freschezza del bagno-doccia al mentolo, riconferiva vigore ai muscoli guizzanti, alleviando la calura oppressiva del mese di agosto.

    La proposta di Moicano , non era certo una di quelle che implicano un particolare piano di studio, nè un impegno così gravoso, da prendersi del tempo per formulare una risposta, tanto più che in quel momento, Angelo, aveva più che mai bisogno di soldi.

    L’omone, infatti, aveva già deciso di accettare l’offerta, ma si divertiva a scimmiottare l’atteggiamento di quegli pseudo manager che si illudono in tal modo, di donare più enfasi e mistero alla propria immagine.

    Serrato il miscelatore della doccia, afferrò l’asciugamano in microfibra, si avviò verso la panca degli abiti, detergendosi vigorosamente, mentre le infradito depositavano grosse impronte d’acqua sulle piastrelle, qua e là consunte, dal frequente passaggio.

    Sì passò sul torace e sotto le ascelle, del borotalco, parte del quale, si nebulizzò in aria, originando una piccola nebbia profumata, per poi depositarsi, lievemente, ai suoi piedi.

    Indossò, sopra gli slip di cotone, bermuda, color kaki, stile safari ed un’ anonima maglietta bianca.

    Cominciò a pensare che, a casa, lo stava aspettando Denise.

    Fece cinguettare l’antifurto della jeep rossa, parcheggiata, con precisione, all’interno delle strisce di demarcazione, e si lasciò cadere sul sedile infuocato, di pelle.

    Immediatamente l’epidermide di cosce e gambe, si incollò alla seduta, accostando, istintivamente, la sensazione, all’effetto creato da una graticola rovente, sulla pelle di succulente salsicce.

    La parte posteriore della maglietta, si inzuppò di sudore fresco, obbligandolo a spingere su on , il pulsante del climatizzatore.

    Guidando, calmo, imboccò la via principale che costeggiando il lago d’Iseo, attraversa Lovere, insinuandosi in quel panorama da cartolina che aveva affascinato lui e Denise, sin dal primo giorno in cui, casualmente si trovarono a percorrerla.

    Sulla sinistra, l’alternarsi di piccole onde, movimentava la superficie lacustre, mentre a destra, si susseguivano piccole piazze, lastricate di porfido grigio, dalle quali si dipartivano, inerpicandosi sui rilievi circostanti, stradine dal sapore antico.

    Le colline intorno alla città, irraggiate dal sole di Agosto, esibivano tutto lo splendore estivo.

    Una moltitudine di fiori donava alle colline, uno sfavillante abbraccio multicolore, accarezzando le tonalità dal giallo, all’ arancio, al rosso ed al bianco.

    Ulivi, verde intenso, a guisa di pachidermi centenari, si ergevano maestosi. Piante solitamente inconsuete in una zona pedemontana, ma che, invece, qui crescevano rigogliose, coccolate dal clima mite del lago, fratelli di solidi castagni, una volta molto più numerosi, a fornire indispensabile legna da ardere.

    Imboccò una dolce salita che, dal porto, conduceva alla zona collinare.

    Dopo aver rovistato nel porta oggetti dell’auto, agguantò, con movimento meccanico, un telecomando.

    Premette il pulsante, che trillando, inviò un impulso radio, al cancello elettrico, che iniziò a spalancarsi, mentre una lampada a luce intermittente, illuminava di arancione la buia rampa d’accesso ai garages.

    Parcheggiata l’auto nel box, percorse i dieci passi che lo separavano dal semi-interrato, salì sull’ascensore e si fermò al terzo piano di una palazzina, costruita di recente.

    Le scarpe da ginnastica, nell’incedere verso la porta di ingresso della sua abitazione, squittivano sul gress di cotto porcellanato.

    Abbassò delicatamente la maniglia dorata, sicuro che non avrebbe trovato la porta chiusa a chiave.

    Immediatamente lo pervase un intenso e gradevole profumo di incenso aromatizzato, al sandalo.

    Era l’evidentissima prova che, lei , lo stava aspettando.

    Cercò di fare

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1